Serie A: le 7 domande al campionato che verrà
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Serie A: le 7 domande al campionato che verrà

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A poche ore dall’avvio della Serie A, ecco le nostre sette domande al campionato: una per ogni pretendente allo Scudetto o giù di lì

I campioni d’Italia del Milan, l’Inter che vuole prendersi la rivincita, la Juve di un Allegri che deve svoltare, l’entusiasmo della Roma di Mourinho, il Napoli che farà anche la Champions League, la Lazio di Sarri al secondo anno e la Fiorentina di Italiano chiamata a gestire l’impegno europeo. Proviamo ad abbozzare 7 domande per la Serie A che verrà (con una sottintesa: chi sarà la sorpresa? Il Torino e il Monza sembrerebbero quelle più accreditate dai pronostici della vigilia).

1 – Quanto il Milan dipende dall’entusiasmo?
Chi descrive la vittoria dell’anno scorso come il frutto esclusivo di un finale dai caratteri magici e irripetibili fa un torto alla capacità di costruzione nel tempo da parte di Pioli (che campione, ma solo d’inverno, lo era stato già l’anno prima). Ma è certo che l’adrenalina che circola in casa rossonera è superiore a quella di ogni altro (solo la Roma può avvicinarsi), basterà vedere San Siro all’esordio per capirlo. La certezza del clima implica una domanda supplementare: come si reagirà alle prime difficoltà, soprattutto se maturassero in sede europea, fino a prova contraria terreno storico del Diavolo?

2 – Inter: ci sono problemi sulla sinistra?
Il ritorno di Lukaku è senza ombra di dubbio troppo ingombrante per non pensare a una trasformazione della squadra in tutte le voci, in fondo con il belga dominante si è vinto lo scudetto. Torna un giocatore che può consentire di fare 3 punti anche nelle gare pigre, complicate, sporche. Ma il buco lasciato da Perisic non è troppo grande per non accusarlo, almeno nella prima fase? Perché una cosa è chiara: mentre il croato ha imparato nel tempo a fare le due fasi, Gosens non è ancora Gosens (San Siro, con tutto il rispetto, è altra cosa dagli scenari dove finora ha agito). E forse Inzaghi dovrebbe una volta per tutte dare continuità a Dimarco, giocatore originale nella rosa sua e pure di tutte le altre.

3 – La Juve sente il peso degli ultimi due anni?
Più che dei problemi emersi in questa estate e di una rivoluzione della rosa ancora in corso d’opera e più persino del sospetto che Allegri sia ancora in una fase di osservazione di un gruppo che va componendosi, quanto conta nella testa della squadra il non avere mai lottato per il tricolore nelle ultime 2 stagioni? Domanda che ha una conseguenza percepibile: gli opinionisti credono a una Juve dalle molte potenzialità con possibilità di crescita; gli juventini sembrano rassegnati, non capendo la linea di direzione (e sarà così fino a quando non arriveranno vittorie convincenti, dall’apparenza risolutiva) 

4 – Qual è l’obiettivo del Napoli?
Opinione personalissima: il campionato dell’anno scorso lo ha perso soprattutto il Napoli. Non solo perché ad un certo momento poteva fare lo scatto e si è inceppato. A pesare sono state le 5 sconfitte casalinghe ed è un controsenso per una piazza che dovrebbe fare la differenza con il suo calore (anche se forse è più una nota di colore alquanto stinta dati i rapporti tifoseria-De Laurentiis). Di conseguenza, qual è l’orizzonte di una stagione dove sono andati via uomini di peso, carisma, storia (Koulibaly, Insigne, Mertens e forse anche qualcun altro)? La garanzia, al di là dei modi umorali, sembrerebbe Spalletti. Che si guarda bene dal definire un obiettivo…

5 – Mourinho avrà una tentazione?
Quella più grande, che può davvero ipotecare il campionato, non è la compresenza dei Fab Four. Dybala, Zaniolo, Pellegrini e Abraham è un progetto che fa sognare ed è plausibile che il mister portoghese abbia l’intenzione di proporlo e consolidarlo. Ma se decidesse di puntare seriamente all’Europa League – cosa meritoria, pensate a cosa succederebbe in caso di altra affermazione europea – come verrebbe gestita la rosa in campionato? In quel caso la separazione dei 4 sarebbe ovvia e forse pure giusta: peraltro è successo anche ai Beatles e il rock è sopravvissuto lo stesso…

6 – La Lazio c’è?
Può sembrare una domanda assurda per una squadra che ha da tempo le stesse facce, anche se magari non tanto sorridenti. La postilla è doverosa e non riguarda il Sarrismo (se superficialmente lo considerassimo voce del verbo segnare, qui ci siamo già, la Lazio è stata il secondo miglior attacco del torneo ed Immobile è una certezza per tutti, fuorché per Mancini). Ma, caratterialmente, la Lazio è una squadra che c’è o piuttosto non ci fa? Troppe volte si è smarrita offrendo la sensazione che avrebbe potuto raggiungere ben altri traguardi con un po’ di sana cattiveria agonistica.

7 – Fiorentina: la rosa è attrezzata per il doppio impegno?
Domanda doverosa e scontata per chi si avvicina nuovamente all’Europa. Risposta da verificare sul campo, inutile il dibattito teorico anche perché investe la gestione delle risorse. Mourinho ha dimostrato l’anno scorso di usare proprio la Conference per eliminare elementi superflui (ricordate il 6-1 incassato in Norvegia?). Italiano è stato bravissimo a tenere la barra dritta e un rendimento all’altezza dopo l’addio di Vlahovic a gennaio. Quello era un compito difficile. Questo potrebbe esserlo persino di più.