Serie A
Serie A, Simonelli: «Gli stadi sono la priorità: dobbiamo dare i tifosi un ambiente confortevole; VAR a chiamata? Favorevole, quanto successo a Tomori un bug»

Le parole di Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, sui principali temi di attualità e sugli obiettivi del suo mandato
Ezio Simonelli, presidente della Lega Serie A, ha parlato a Radio Anch’io Sport su Radio Rai. Di seguito le sue parole su alcuni temi chiave del suo mandato.
STADI – «L’obiettivo è quello di dare ai tifosi un ambiente confortevole, come visto in Juventus–Inter di ieri sera. È stato uno spettacolo sia per il match avvincente che per l’atmosfera allo Stadium. Il nostro campionato è molto visto. Abbiamo raggiunto la media di 31mila spettatori a partita, la più alta degli ultimi dieci anni. E tutto questo nonostante non abbiamo stadi adeguati, purtroppo non sono tutti lo Juventus Stadium».
VAR A CHIAMATA – «Ci stiamo rendendo conto che in alcuni casi il Var non funziona bene: nell’episodio dell’espulsione di Tomori in Empoli-Milan c’era un bug nel sistema del Var. Ma questo non dipende da noi, dipende dall’Ifab e dal suo protocollo. So che il primo marzo ci sarà una riunione per rivedere i protocolli del Var. Mi auguro che, come ogni anno, l’esperienza e gli errori che capitano in campo siano poi prodromici a migliorare le cose».
CALENDARIO – «Questo è il vero problema del calcio per le squadre, per gli allenatori, per i giocatori. Però è una cosa che non dipende dalla Lega Calcio italiana. Non possiamo far niente per ridurre il numero di partite. 18 squadre? Vorrebbe dire quattro partite in meno, però vorrebbe dire anche un campionato meno avvincente, meno rappresentativo di tutta Italia. Il cambio di format al momento non mi sembra realizzabile a breve».
2025/26 – «Al 99% il prossimo campionato inizierà nel weekend del 23-24 agosto. Vogliamo evitare il calcio a Ferragosto».
GAP PREMIER LEAGUE – «La Premier League è irraggiungibile, fattura oltre 4 miliardi di euro l’anno mentre noi siamo tra 1,2 e 1,3 miliardi. Nel calcio non c’è una formula matematica, però quasi sempre vince chi incassa e guadagna di più. In questo abbiamo molte difficoltà. Siamo stati molto aiutati dai provvedimenti governativi, come il Decreto Crescita, che oggi non c’è più. Senza quei benefici fiscali, stiamo pian piano perdendo competitività. Mi auguro che il governo prenda consapevolezza di questo e trovi dei meccanismi che ci consentano di attrarre campioni».
