2014
Verso Brasile 2014, la Svizzera riparte da Stocker e Shaqiri
Hitzfeld guida l’ultima sua Svizzera in carriera
MONDIALI SCHEDA SVIZZERA – Quando dici Svizzera dici tante cose. Puoi pensare alle banche, puoi pensare ai paradisi fiscali, alla bandiera rossocrociata, alle svizzere, ai Cantoni, e chissà quante altre cose. Se dici Svizzera, però, non pensi al calcio, perché non riusciamo ancora a immaginarcela una nazione così con una nazionale così. Eppure nelle ultime kermesse internazionali la nazionale elvetica ha detto la sua, comprese le competizioni per club, come la Champions League, o l’Europa League: forse poca fortuna – vedere il Basilea eliminato dal Valencia in EL, o il Grasshopper caduto all’Artemio Franchi già ad agosto – ma tanta sostanza e qualche sprizzo di qualità.
IL CONDOTTIERO, OTTMAR HITZFELD – Il crocevia della Svizzera è proprio il Brasile 2014, perché si chiuderà l’era di Ottmar Hitzfeld, il commissario tecnico autore di una delle più belle squadre rossocrociate di sempre (Pascal Zuberbuhler, Johan Vonlanthen, Marco Streller, Alexander Frei, Ludovic Magnin, Patrick Muller alcuni dei nomi di quella squadra del 2008): allo scoccare della mezzanotte toccherà a Vladimir Petkovic raccogliere questo grande patrimonio calcistico, che emerge e continua a emergere. Nel mentre, però, Hitzfeld è chiamato all’ultimo sforzo, all’ultimo risultato inaspettato, per guadagnarsi i suoi due milioni e mezzo di ingaggio all’anno, fissi da oramai sei anni.
LA STELLA, VALENTIN STOCKER – Dall’ecatombe del 2011, che ha visto il ritiro di numerosi componenti della Svizzera d’oro, i grandi nomi latitano in Helvetia. Si può senz’altro dire, però, che vi sono dei nomi in crescendo che ambiscono a sostituire i decani Streller, Frei e Zuberbuhler. Tra questi indubbiamente Valentin Stocker. Se alla competizione brasiliana si fosse aggregato Steven Zuber sicuramente adesso saremmo qui a parlare dell’esterno sinistro del CSKA, ma, senza nascondere il dispiacere per l’ex Grasshopper, all’esterno dell’Hertha Berlino – Basilea fino a pochi giorni fa – diamo l’onere e l’onore di poter essere identificato come la sicura sorpresa di questa spedizione. Classe ’89, già 14 presenze nella Svizzera – direttamente nella nazionale A, senza gavetta nelle giovanili – sei campionati vinti con il Basilea, l’ultimo pochi giorni fa, e tre coppe di Svizzera. 131 presenze e 33 rete nella Super League dal 2007 a oggi. Una velocità disarmante, un tocco pregevole e un sinistro fortissimo, oltre che preciso: chiedere a Guaita del Valencia, o a qualsiasi portiere della Super League che non sia Sommer. Agendo da esterno quest’anno ha saputo più volte pennellare cross per la testa di Marco Streller, finché l’infortunio non ha fermato il gigante elvetico, per poi riscoprirsi anche fantasista dietro le punte, per arrivare più facilmente al tiro. Micidiale in contropiede, arma non sempre fruibile in un Mondiale, ha da migliorare nell’uno contro uno e perfezionare il tiro col piede debole, il destro. Per lui il Brasile sarà una vetrina importante, per giustificare anche i 5 milioni spesi a Berlino per acquistarlo dal Basilea. Il campionato svizzero ha appena perso una stella, la seconda dopo Zuber in due anni.
LA SORPRESA, XHERDAN SHAQIRI – Non è facile identificare Shaqiri come la possibile sorpresa della Svizzera. Un elemento del Bayern Monaco di Pep Guardiola è necessariamente un giocatore dalle qualità acclarate, ma all’ex esterno del Basilea serve ancora quel salto necessario a dimostrare di poter essere decisivo e soprattutto fondamentale quando chiamato in causa. I 12 milioni spesi in Baviera – cifra anche abbastanza contenuta – gli hanno assicurato quattro anni di contratto col Bayern, fino al 2016, e già con Heynckes era riuscito a ritagliarsi il posto di primo sostituto di Frank Ribery, ottenendo il treble da comprimario. Con Guardiola le presenze calano leggermente, così come le vittorie, ma la sua velocità gli permette di essere un esterno al quale affidarsi senza troppe preoccupazioni. Insieme con Stocker durante la fase di qualificazione ai Mondiali ha rappresentato l’esterno da temere, con una propensione al gol quasi simile a quella della nostra stella. In Nazionale sono 8 le reti, mentre nel Bayern quest’anno sono ben sette le realizzazioni in 26 presenze totali (16 in Bundesliga). Il salto di qualità è dietro l’angolo, alla sua quarta stagione in Nazionale.
UOMINI MERCATO, SOMMER E BURKI – C’è un problema in Svizzera. Si chiama “portiere”. Sarà ancora Benaglio a difendere i pali della nazionale elvetica, a ben vedere, ma accettare tale situazione significa ancora una volta rimandare la consegna del testimone a due campioni che gli stanno alle spalle: parliamo di Yann Sommer, estremo difensore del Basilea – ancora per poco -, e di Roman Burki, portiere oramai ex Grasshopper e a oggi detentore del record di imbattibilità della Super League, fissato nella scorsa stagione con Uli Forte allenatore. A entrambi difficilmente verrà data la possibilità di scendere in campo, precludendosi quindi la possibilità di emergere a livello internazionale: a risentirne sarà sicuramente Burki, ma non si nasconda il disagio di Sommer. A Mondiale finito l’estremo difensore del Basilea raggiungerà il Borussia Monchengladbach, che lo ha già acquistato a marzo, ma una vetrina mondiale avrebbe indubbiamente migliorato il suo arrivo in Bundesliga. Per Burki, sorte analoga, d’altronde lo aspetta il Friburgo, che lo ha acquistato pochi giorni fa dal Grasshopper.
L’ULTIMO MONDIALE – La Svizzera, dalla sua, viene da un periodo buio, interrottosi proprio dopo il Mondiale del 2010: l’esordio di Hitzfeld fu contro la Spagna, poi campione del Mondo, che cadde 1 a 0 con rete di Gelson Fernandes. Uno storico risultato che mai si era verificato in terra elvetica. Nella stessa competizione, poi, arrivò anche la possibilità di superare il record di porta imbattuta, detenuto dall’Italia (550 minuti) fino ad allora: contro il Cile, che poi però riuscì a segnare, la Svizzera alzò l’asticella fino a 558 minuti, record tutt’oggi ancora in vigore. Insomma una Nazionale che si tolse qualche sfizio, come si suol dire, pur venendo eliminata poi ai Gironi.
DOVE ARRIVERA’ LA SVIZZERA? – Non è facile dire dove arriverà la Svizzera in questo Mondiale. Il Girone E prevede, oltre gli elvetici, la Francia, l’Honduras e l’Ecuador. Sulla carta Hitzfeld guida la seconda squadra del raggruppamento, che potrebbe anche diventare la prima nello scontro diretto con i transalpini. In caso di accesso agli ottavi alla Svizzera potrebbe toccare la prima o la seconda del Girone F (Argentina, Bosnia, Iran, Nigeria), e fermarsi tra le migliori sedici significherebbe già aver compiuto un importante passo in avanti rispetto all’ultima kermesse.