Sartori: «Lucumì? Fino al 10 c'è una clausola, poi da lì si vedrà, nel mercato niente è sicuro»
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Sartori: «Lucumì? Fino al 10 c’è una clausola, poi da lì si vedrà, nel mercato niente è sicuro»

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Le parole di Giovanni Sartori, responsabile dell’area tecnica del Bologna, sulle prossime mosse di mercato dei rossoblù

A margine dell’evento inaugurale del calciomercato estivo a Rimini, Giovanni Sartori – responsabile dell’area tecnica del Bologna – ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Ètv. Tra le riflessioni sulle strategie del club, le difficoltà legate alle trattative in corso e un parallelo con il modello Atalanta, Sartori ha fatto il punto della situazione sui rossoblù, tra possibili cessioni eccellenti, tempi lunghi e idee chiare.

LE DIFFICOLTÀ DEL MERCATO – «Tutti hanno avuto e hanno tuttora difficoltà diverse. È impossibile non averne, perché ci sono tanti problemi nella gestione della campagna acquisti e cessioni. C’è chi vuole andar via e magari noi vogliamo tenerlo, e poi c’è chi invece noi vorremmo cedere, ma vuole restare. Quest’anno le difficoltà principali sono legate alle richieste di squadre importanti per i nostri giocatori. Il problema è sostituirli: chi compri costa più di quanto incasseresti. Sembra che siamo immobili, ma non è così. Lavoriamo ogni giorno e cerchiamo di avere le idee giuste. Offerte shock, però, non ne sono arrivate».

LUCUMÍ, CLAUSOLE E TEMPI – «Fino al 10 luglio c’è la clausola per Lucumí, poi avremo le idee più chiare anche su di lui. Non mi sento di dire che resteremo così: se arriva l’offerta giusta, valuteremo. Come successo per Calafiori o con la clausola di Zirkzee. È giusto che il Bologna venda, dobbiamo solo essere bravi a sostituire».

MERCATO E TEMPI REALI – «Tutti vorremmo dare all’allenatore la squadra completa il prima possibile, ma nel calcio è un’utopia. I pezzi migliori due anni fa sono arrivati dal 25 agosto al 1° settembre. A volte conviene aspettare. Christensen e Ndoye li abbiamo presi a metà agosto dopo un mese e mezzo. Saelemaekers lo avevamo chiesto a giugno, il Milan ce lo ha offerto a fine agosto».

IL RAPPORTO CON ITALIANO – «Ci sentiamo, ma non così spesso come si pensa. Se c’è urgenza ci chiamiamo. Non credo abbia parlato con i nostri giocatori più chiacchierati. Condividiamo nomi in entrata più che in uscita».

IL METODO ATALANTA – «L’Atalanta ha costruito le sue fortune sulle cessioni. Il comandamento era: vendere per rinforzarsi. E ci siamo sempre riusciti. La vera forza dell’Atalanta è che vende i giocatori del settore giovanile per rinforzare la prima squadra. Questo in Italia non lo fa nessuno, e all’estero quasi nessuno. Forse solo l’AZ Alkmaar».

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