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Varriale impugna il licenziamento Rai: «Per 4 anni mi hanno impedito di lavorare»
Varriale impugna il licenziamento Rai: «Per 4 anni mi hanno impedito di lavorare». Il giornalista rende nota la sua posizione
Non ci sta e passa al contrattacco. All’indomani del licenziamento “per giusta causa” comunicatogli dalla Rai, il giornalista Enrico Varriale rompe il silenzio e, con una nota stampa, annuncia battaglia legale, offrendo una versione dei fatti che ribalta la narrazione aziendale.
L’ex vicedirettore di Rai Sport, condannato in primo grado per stalking e lesioni, si dice fiducioso nell’esito dei procedimenti e conferma di aver già dato mandato ai suoi legali per impugnare il licenziamento. «[…] ribadire la mia fiducia nei giudici e resto convinto che, sia in sede penale che giuslavoristica, riuscirò a dimostrare la bontà delle mie ragioni, a cominciare dalla impugnativa del licenziamento, per la quale ho già conferito mandato ai miei legali».
Varriale contesta poi la ricostruzione del suo allontanamento, svelando un retroscena finora inedito: una sentenza del Tribunale di Roma che, lo scorso gennaio, aveva già dato ragione a lui e torto all’azienda. «La Rai negli ultimi 4 anni mi ha totalmente impedito di fare il mio lavoro, ma non mi ha mai sospeso cautelarmente dal servizio non essendoci motivazione per farlo. Ed è già stata condannata dal Tribunale di Roma lo scorso 22 gennaio 2025, per la dequalificazione professionale operata nei miei confronti. La relativa sentenza, solo parzialmente ottemperata dall’Azienda, non è stata da me finora resa pubblica per il rispetto che ho sempre avuto per la Rai, di cui sono parte da quasi 40 anni».
Infine, il giornalista fa il punto sulle sue vicende giudiziarie, sottolineando come nessuna delle due situazioni sia ancora definitiva. «[…] nella prima vicenda penale allo stato esiste una sentenza di condanna a 10 mesi, con pena sospesa e non menzione, contro la quale ho già proposto appello. Mentre nel secondo caso non si è ancora conclusa la fase istruttoria del processo ed io stesso non sono stato ancora sentito dal Giudice».
La difesa di Varriale è a tutto campo: da un lato minimizza il peso delle sentenze non definitive, dall’altro rivela una battaglia legale già vinta contro la Rai per demansionamento. Una contromossa decisa che trasforma un licenziamento in una complessa guerra di carte bollate.
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