Milan, Inzaghi: «Chi non lotta non è da Milan!» - Calcio News 24
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2014

Milan, Inzaghi: «Chi non lotta non è da Milan!»

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Continua il nuovo tecnico rossonero: «Balotelli? E’ un grande calciatore, può fare la differenza»

SERIE A MILAN INZAGHI –  Ecco le prime parole di Filippo Inzaghi da tecnico rossonero in conferenza stampa: «Il primo ringraziamento va al Presidente, a Galliani ed a Barbara Berlusconi. Ho smesso di fare il calciatore con l’augurio di poter allenare il Milan. Nell’ultima stagione si è dimenticato che è il club più titolato al Mondo, motivo di orgoglio per me. Obiettivi? Penso che la cosa più importante è ricreare il Dna del Milan: rispetto, serve un gruppo vero, bisogna tornare ad allenarsi con il sorriso. Per ricreare lo spirito giusto, bisogna creare un gruppo di uomini. Non voglio pensare al gioco in questo momento, al momento devo ricreare un gruppo vero con dei principi. Vedere l’entusiasmo dei tifosi mi ha messo i brividi, spero lo stesso per i miei giocatori».

«SINCERITA’ ALLA BASE» – «Valori che trasmetto? Penso che la sincerità sia fondamentale, soprattutto da un allenatore che pretende regole. Bisogna essere noi allenatori degli esempi. Sono Pippo Inzaghi, con pregi e difetti, spero che la mia ambizione, la voglia di far tornare il Milan dove merita, venga recepita dai miei calciatori. Quando ho accettato il Milan, ho pensato alla squadra che ho: ho guardato i valori umani prima però, credo molto in questa squadra. Ci sono molti ex compagni in rosa, e sarà importante da questo punto di vista. Voglio riportare i tifosi a San Siro: mi sento di dire ai tifosi che sarà una squadra che lotterà, chi non lotta non è da Milan».

«BALOTELLI PATRIMONIO DEL CALCIO» «Balotelli? Ho sentito Mario dopo l’eliminazione dell’Italia ai Mondiali. Le critiche, gli ho detto, devono fortificarlo. Nella mia carriera ho subito molte cose, anche critiche ingiuste, che mi sono servite a crescere. E’ un patrimonio del calcio italiano e del Milan. E’ un grande calciatore, può fare la differenza. Cosa è cambiato da giocatore ad allenatore? Conte, mio amico ed ex compagno, mi disse che l’unica cosa che cambia è che non si dorme la notte. Io, di mia personalità, sono autocritico, mi metto in gioco. Le esperienze con le giovanili mi hanno fortificato. Quando perdiamo una partita penso che si può fare di più, cambiano le responsabilità. Cercherò di trarre beneficio da ciò che mi hanno insegnato i miei ex allenatori».

«MERCATO? SONO TRANQUILLO» – «Mercato? La società farà quello che sarà possibile fare, sono tranquillo. Ho spiegato ai miei ragazzi che vorrò un Milan propositivo. Voglio che ci sia spirito, voglia. Lo hanno già capito. Spero di proporre un bel calcio, un calcio offensivo, siamo al Milan e dobbiamo cercare di comandare la gara. Caratteristica da trasmettere? Essere un gruppo vero in campo è già importante. L’anno scorso quando è iniziata la stagione in Spagna, l’Atletico non credo sperasse di battere Real e Barcellona in Liga. Vedendo il gruppo di Simeone, ti rendi conto dell’unità, della voglia e dell’organizzazione di una rosa. In questo primo mese lavorerà sul concetto di gruppo, del rispetto delle regole, di avere voglia di allenarsi e di nutrirsi bene».

«ATMOSFERA BELLISSIMA» – «Ho trovato un’atmosfera bellissima a Milanello ed a Casa Milan. Non avevo bisogno di conoscere il tifoso del Milan, ma è incredibile! Dobbiamo onorare la maglia, è un mio motto, come da calciatore. Mi dispiaceva vedere il tifoso del Milan dispiaciuto. Ho avuto più di dieci anni Ancelotti, calciatore rispettato ed amato da tutti i suoi calciatori, ma non si può copiare altri allenatori. Avrò la mia personalità, perdonerà un errore tecnico ma non un atteggiamento sbagliato. Quando si vince sono bravi i calciatori, quando si perde sono scarsi gli allenatori. Visti i risultati dell’ultima stagione ho pensato che ci fosse qualche problematica, oltre il gap tecnico. Negli anni di vittoria, eravamo un gruppo vero, con un allenatore che non doveva neanche controllarci nel privato e darci troppe regole. Vincevamo ad Atene e volevamo vincere la Supercoppa. Eravamo forse assatanati di successo, ma per ottenerlo davamo il massimo. Se non giocavamo ci arrabbiavamo. Necessità di mercato? Sento spesso Galliani. Vedo l’entusiasmo del Presidente, spero venga più spesso a Milanello. Qualche giocatore dovrà andar via, se arriverà qualcuno bene, altrimenti sono sicuro che questa squadra farà bene. Giovani? Ne abbiamo tanti, ma non li manderò allo sbaraglio. Confido molto in loro».

«HONDA MI PIACE» – «Honda? Non è ancora arrivato. Arriverà il 22 a New York. E’ un giocatore che mi piace, è un grande professionista. Nei tre davanti può fare l’esterno di destra. Può fare anche la mezzala sinistra, sono dettagli tecnici. Il 31 agosto, quando si chiuderà il mercato, dovrò far rendere i calciatori al 100% nel ruolo giusto. Anche in base a quello dunque, sceglierò il mio schema di gioco. Non si può adattare i giocatori ad un modulo, ma il contrario. Sarà di sicuro un modello di gioco aggressivo, a dominare il gioco. Dove si può arrivare? Se lo sapessi sarei un mago. Penso che il Milan non possa star fuori dalle coppe. L’obiettivo è arrivarci dalla porta principale. Menez e Alex erano calciatori che volevo, ambiti da altri club, e la società è riuscita a lottare per assicurarseli. Sono calciatori che possono farci fare la differenza. E’ rimasto fuori la scorsa stagione per 8 mesi El Shaarawy, anche De Sciglio ha avuto dei problemi».