Campari: «Suarez morde? Niente più parastinchi da me» - Calcio News 24
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2014

Campari: «Suarez morde? Niente più parastinchi da me»

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L’imprenditore emiliano interrompe l’accordo con l’attaccante per il morso a Chiellini.

URUGUAY SUAREZ CAMPARI – Altra tegola per Luis Suarez, che sta perdendo diversi accordi commerciali dopo il morso rifilato a Giorgio Chiellini ai Mondiali e la pesante squalifica inflittagli dalla FIFA. Ora è anche Enrico Campari a mettersi contro l’attaccante dell’Uruguay e del Liverpool, perché l’imprenditore di Parma, da vent’anni al servizio dei calciatori, non gli fabbricherà più i parastinchi esclusivi: «Suarez morde? E io non gli faccio più i parastinchi. Che si arrangi da solo… Perderò un cliente, ma non mi va di lavorare per chi non si comporta da autentico sportivo. È una questione di principio. Se non si comincia a dare qualche esempio, il calcio dove va a finire? Vedremo i ragazzini che in campo, invece di tentare un dribbling, provano a morsicare l’avversario… È un’esagerazione, lo so anch’io, però è arrivato il momento di dire basta. Questi campioni, strapagati e straviziati, sono dei simboli per i bambini, e quali valori trasmettono? È vero che Suarez ha chiesto scusa, anche se con un po’ di ritardo, ma la mia decisione non cambia: a lui i parastinchi non li faccio più. Lo sport è etica, mettiamocelo in testa e comportiamoci di conseguenza. Non si può sempre chiudere gli occhi e fare finta di niente», ha dichiarato Campari ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

ESEMPLARI – Ad altri, invece, l’imprenditore gli darebbe gratis per il comportamento mostrato in campo: «Sono fatto così: prima vengono i comportamenti e poi il resto, gli affari, le commissioni e quelle faccende lì. A uno come Gattuso, tanto per capirci, glieli farei gratis i parastinchi, perché lo stimo: una volta l’ho visto rimproverare un compagno per un comportamento sbagliato e ho capito che per lui il gruppo era sacro. E lo stesso discorso vale per Cannavaro».

LA “SCUDERIA” – Ma Suarez non è (era) l’unico cliente eccellente: «Adesso provo soddisfazione a lavorare per Ibrahimovic, Cristiano Ronaldo, Messi: mi mandano le loro richieste, io do loro i consigli, ci scambiamo opinioni e alla fine il prodotto funziona. Ma, lo ripeto, non voglio che una mia creazione finisca sulle gambe di qualcuno che non rispetta le regole dello sport».