2014
Infografica Brasile 2014, gruppi E-H: top e flop
Archiviata la fase a gironi, è ora dei primi bilanci: top e flop dei Gironi A, B, C e D
GRUPPI E F G H MONDIALI BRASILE 2014 – Terminata la fase a gironi e già analizzato il percorso dei primi quattro gruppi, è l’ora di focalizzare l’attenzione sui restanti gironi finali: lì dove non sono affatto mancati i colpi di scena così come alcune attese conferme. Di seguito la panoramica sui top e i flop ripartiti per gruppo.
GRUPPO E
TOP: BENZEMA – Ricordiamo un attimo com’era conciata la Francia qualche mese fa: spareggio con l’Ucraina per accedere a fatica al tabellone mondiale, nazionale priva di identità tattica, tecnica e caratteriale. Come se non bastasse la forzata rinuncia a Ribery nell’immediato pre-Mondiale: all’orizzonte un disastro scongiurato in primis dalla tranquillità del lavoro di Deschamps e dalla leadership di un protagonista in tal senso tutt’altro che annunciato. Karim Benzema, attaccante di indiscusso valore, mai ha brillato in termini di guida: in Brasile ha invece trascinato i suoi a suon di gol ed assist – tre le segnature con un rigore fallito ed un’autorete provocata, tre gli assist tutti nella sfida diretta con la Svizzera – rispondendo presente nel momento del bisogno.
FLOP: ANTONIO VALENCIA – Il Valencia buono è stato quell’altro: Enner, attaccante in forza allo sconosciuto Pachuca, autore di tre gol nella rassegna mondiale e già inseguito da diversi club europei. Se lui ce l’ha messa tutta l’Ecuador è stato invece tradito dalle deboli prestazioni del Valencia a tutti noto: Antonio ha fatto incetta di cartellini – giallo con l’Honduras e rosso nella sfida finale e decisiva con la Francia – lasciando il Mondiale senza alcun rilievo positivo. Da uomo in più a freno.
GRUPPO F
TOP: MESSI E NIGERIA – Aveva clamorosamente toppato quattro anni fa, quando Sudafrica 2010 lo attendeva come unico e solo protagonista indiscusso. Delegittimato dalla patria nello storico ed oramai leggendario parallelo con Diego Maradona. Poi la chance del destino: il Mondiale in Brasile. Nel rivale Brasile. Risposta fragorosa: quattro perle, una dietro l’altra, di rara fattura tecnica. Messi c’è al punto da aver cannibalizzato anche i suoi accreditati compagni di reparto, ad oggi invisibili al suo cospetto. Con Neymar è il protagonista e può viversi il sogno: se arriva in fondo avrà superato tutti. Ma anche El Pibe de Oro fa il tifo per lui. Non sarà bella quanto Messi ma la Nigeria – anche favorita da decisioni arbitrali discusse nella sfida di fatto decisiva con la Bosnia – si è guadagnata con orgoglio una qualificazione che va oltre il livello complessivo dell’organico. Una lezione ad altre realtà africane più chiassose che altro.
FLOP: BOSNIA – Va ribadito, sfavorita dalla mancata assegnazione della validissima rete di Dzeko messa a segno proprio contro la Nigeria (qualche dubbio anche in merito al gol africano), ma è mancata la fame. Data invece per assodata considerando la storia pregressa di quel popolo e più in piccolo il passato di una nazionale che mai aveva preso parte ad un Mondiale. Da quel secondo tempo con la Nigeria, almeno sul piano dei nervi, era lecito attendersi qualcosa in più.
GRUPPO G
TOP: MULLER – Inarrestabile. Quest’uomo quando vede il Mondiale non risponde di sé: nove partite disputate nella massima competizione internazionale ed altrettante reti. Ma Thomas Muller è un cecchino a prescindere: classe 1989, di ruolo centrocampista avanzato e non certo centravanti, ha già siglato in carriera qualcosa come 140 gol. Tuttofare di inestimabile valore: atletismo, tecnica di base, qualità nella scelta, freddezza negli ultimi metri, personalità da vendere. La fortuna di ogni allenatore. Esistono Messi e Neymar e sono loro a prendersi le copertine, ma questo qui ha poco da invidiare a chiunque.
FLOP: CRISTIANO RONALDO – Sensazione personale del tutto confermata: il rischio di vivere un Mondiale da signor nessuno si è di fatto concretizzato. L’asso portoghese non è riuscito nell’intento di trascinare la sua nazionale e si è inchinato ad una misera eliminazione al primo turno: un assist – seppur straordinario – ed un gol non possono bastare a salvarlo. Arrivava in Brasile da Pallone d’oro in carica e non c’è scusa che tenga: è Cristiano Ronaldo il grande flop di Brasile 2014.
GRUPPO H
TOP: ALGERIA – Premessa: il Belgio si è confermato. Nove punti, tanta roba seppur mai ha brillato in termini di prestazione, decisamente alla portata in un girone in cui dati i valori espressi non ha avuto reale opposizione. La vera novità è l’Algeria, a bocce ferme pacificamente la quarta forza di questo girone: ed invece, dopo l’immeritata sconfitta iniziale subita dal Belgio, Vahid Halilhodzic ha tenuto le redini del gruppo non consentendo ad alcuno di perdere coraggio e motivazioni. Proseguendo sulla strada del bel gioco e dell’organizzazione: 4-2 alla Corea, il pareggio con la più quotata Russia per centrare una qualificazione meritatissima. L’africana meno quotata passa il turno: Costa d’Avorio, Ghana e Camerun possono prendere appunti.
FLOP: RUSSIA E CAPELLO – Sì, entrambi. Don Fabio ci ha capito poco, diciamola tutta. Ancora troppo rigido nelle letture tattiche: è possibile che non riesca ad inquadrare la figura del trequartista? Vista all’opera questa Russia così scarsamente qualitativa è oggettivamente singolare tenere in panchina uno come Alan Dzagoev. Ha scelto degli uomini fidati che però lo hanno puntualmente tradito: l’attesissimo Kokorin si è sbloccato soltanto alla fine, Fajzulin e Shatov assenti ingiustificati, Akinfeev imbarazzante. Si torna presto in Russia e non è il miglior biglietto da visita per il prossimo Mondiale casalingo.