2014
Da fenomeno a scarto: la caduta di Luis
La storia di Muriel, addio Mondiale: colpe condivise, cercasi rilancio
MURIEL COLOMBIA UDINESE BRASILE2014 – Ricordate cosa si diceva di Luis Muriel soltanto un anno fa? Si stava ultimando la scorsa stagione e l’attaccante dell’Udinese, nonostante un pesante infortunio all’anca che di fatto lo estromise dai campi da gioco per metà campionato e il seguente impiego con il contagocce da parte di Guidolin, aveva messo a segno ben undici reti.
POTENZIALE CRAC – Una più bella dell’altra, tanto da far parlare di sé come il fenomeno del futuro: all’orizzonte la stagione del definitivo consolidamento che avrebbe poi ufficializzato il pass per il Mondiale. Vetrina dove il colombiano sarebbe definitivamente esploso, terminale – nelle intenzioni al fianco di Radamel Falcao – di una Colombia mai così forte ed ambiziosa. Un disegno perfetto che, a dire il vero, non sembrava poi così tanto arduo da verificarsi: se un attaccante ha velocità d’esecuzione e di pensiero, tecnica, talento e fiuto del gol i presupposti non mancano.
L’ATTUALITA’ – Il resto è storia nota e dei nostri giorni: Luis Muriel, nonostante l’infortunio al legamento crociato del ginocchio che ha sbarrato la strada mondiale a Radamel Falcao, non riesce a conquistare il biglietto per il Brasile e resta clamorosamente a casa. Spazio a Jackson Martinez, Carlos Bacca, Teofilo Gutierrez, Adriàn Ramos e gli viene preferito persino Victor Ibarbo. Una Waterloo insomma. Classe 1991, il colombiano salta il primo dei tre campionati mondiali che avrebbe potuto disputare e questo oggi è giocoforza un passo indietro nell’evoluzione della carriera: chi è forte davvero, eccetto infortuni o casi alla Ibra, al Mondiale ci va.
LE CAUSE: CONCORSO DI COLPA CON GUIDOLIN – Si deve obbligatoriamente partire da un’argomentazione di natura tattica: il buon Gudolin, da sempre maniaco dell’equilibrio generale, non è riuscito a trovare in due anni un sistema di gioco che consentisse di far coesistere stabilmente Di Natale e Muriel. Ha sempre scelto tra l’uno e l’altro, con palese preferenza al primo. Se quindi parte della responsabilità è insita nel non averle provate tutte per favorire il percorso di crescita di uno dei talenti post-1990 più interessanti a livello mondiale, il resto della colpa è tutta individuale: seppur più per spezzoni che altro, Muriel le sue chance le ha avute ma nell’anno della verità il suo bottino si è fermato a quattro reti in ventiquattro presenze, otto segnature complessive che non hanno convinto fino in fondo un incerto Pekerman.
IL FUTURO – Per il paragone con il Fenomeno Ronaldo c’è tempo insomma: probabilmente il parallelo era stato avventato. Dopo la batosta mondiale l’attuale attaccante dell’Udinese deve guardare avanti e non è scontato che il suo presente sarà anche il futuro. Che il colombiano possa avercela con il club friulano per tutto quanto già descritto non è affatto da escludere, così come dunque possa spingere per la cessione. Certo, l’approdo di Andrea Stramaccioni sulla panchina bianconera – un tecnico che si è formato con i giovani prospetti e dunque particolarmente adatto a rilanciarlo – potrebbe sulla carta favorire una sua permanenza: la sensazione però resta quella del desiderio di un salto di qualità. Di confrontarsi con una piazza dalle differenti ambizioni. I Pozzo avrebbero volentieri sfruttato la vetrina mondiale per assistere alla valorizzazione del calciatore e fare voce grossa in capitolo cessione: così non è andata ed ora occorre una soluzione. Quella giusta per non disperdere un talento che oggi è più inespresso che altro.