2014
Esclusiva – Tacchinardi: «Vidal-Sanchez scambio improponibile. Morata? Con Conte potrebbe diventare un campione»
ESCLUSIVA CN24 TACCHINARDI JUVENTUS MERCATO ITALIA MONDIALE – Dopo tre anni di dominio incontrastato in Italia, la Juventus mira a diventare grande anche in Europa per tornare ad alzare una Champions League che manca nella bacheca bianconera da 18 anni. In quell’ultimo trionfo continentale era presente anche Alessio Tacchinardi, ex centrocampista e punto cardine della Juventus di Lippi che noi della redazione di CalcioNews24.com abbiamo contattato in esclusiva.
Ieri lei è stato uno dei protagonisti dell’ “Unesco Cup”, dove le leggende della Juventus e del Real Madrid hanno dato vita ad un match di beneficenza che rievocava alcune sfide storiche dei due club. Quali sono state le sue sensazioni?
«Senza dubbio è stata una bella emozione. Avevo già calcato quel terreno in quello che fu il “Delle Alpi”, ma non avevo mai giocato nel nuovo impianto dello “Juventus Stadium”, è stata una soddisfazione per me, mi sono divertito. E’ stato bello ritrovare tanti amici e tanti avversari di numerose battaglie»
La dirigenza dei bianconeri e quella delle “merengues” avrebbero parlato anche di Morata. Può essere il rinforzo giusto per la Vecchia Signora?
«Morata è un calciatore molto interessante, sta facendo bene con il Real Madrid ma soprattutto lo ricordo bene con l’Under 21 spagnola, dove ha dimostrato sempre un grande potenziale. Non è sicuramente il giocatore che ti permette di fare il salto di qualità, ma se c’è un allenatore che può valorizzarlo e può farlo diventare un campione è Antonio Conte. Credo che la Juventus sia l’ambiente ideale per crescere»
Quali sono invece gli uomini su cui la Juventus dovrebbe investire per crescere anche in Europa, in quale zona del campo può migliorare ancora?
«Può migliorare in attacco, ma penso che la dirigenza juventina lo sappia bene. Poi entra in gioco il fattore economico, la Juventus non può svenarsi sul mercato ma deve autofinanziarsi. Sicuramente deve effettuare qualche buon innesto, magari un esterno alto. Però vorrei sottolineare una cosa: non mi priverei di Vidal per Sanchez, è uno scambio improponibile. Non si può vendere Vidal per tutto quello che ha fatto con questa maglia, stesso discorso vale per Pogba. Se si vuole tentare l’assalto all’Europa è fondamentale tenerli entrambi, loro saranno i cardini non solo della mediana ma di tutta la squadra anche per il futuro. Forse li venderei solo per un’offerta indecente, ma se con i soldi ricavati si dovessero investire 50 milioni per uno come David Luiz, preferisco trattenere i due forti centrocampisti e piuttosto far rientrare alla base qualche govane»
Come giudica la cessione di Immobile al Borussia Dortmund, non avrebbe potuto essere proprio lui quel giovane su cui puntare?
«Anche qui entra in ballo l’aspetto economico. Il ragazzo ha fatto un grande campionato e il suo valore è cresciuto a dismisura, riportarlo a casa avrebbe voluto dire spendere tanti soldi per il riscatto della metà del cartellino e offrirgli un ingaggio abbastanza alto come quello che percepirà in Germania. E’ sicuramente un peccato che un giocatore cresciuto nel settore giovanile vada via e spicchi il volo altrove, ma purtroppo in Italia non c’è la pazienza di aspettare i giovani e spesso si finisce col cederli in comproprietà per valorizzarli, non tenendo conto che riacquistarli vuol dire fare uno sforzo finanziario importante. E’ successo anche con Giovinco, o guardando più indietro è la stessa cosa accaduta all’Inter con Adriano»
Ormai manca poco all’inizio della fase finale della Coppa del Mondo che si disputerà in Brasile. E’ d’accordo con le scelte di Prandelli per quanto riguarda i 23 convocati? Come giudica l’esclusione di Giuseppe Rossi?
«Il ct ha tenuto sotto osservazione i suoi giocatori giornalmente, li ha seguiti con attenzione in ogni allenamento e quindi penso che nessuno meglio di lui avrebbe potuto giudicare la loro condizione. Io, onestamente, ho avuto l’impressione di vedere Rossi un po’ impacciato in occasione dell’amichevole. E’ probabilmente al 70%, ma in una competizione come il Mondiale c’è bisogno di spingere al massimo l’accelleratore e forse quel 70% non bastava al mister. Sono sicuro che è stata una decisione dolorosa per Prandelli, ma io sto dalla sua parte»