2014
Esclusiva Padova, lex Longhi: «Società, risali in Serie B o fatti da parte. I giocatori? Non cera gruppo»
Ha appeso le scarpe al chiodo, ma non ha smesso di seguire il Padova. Damiano Longhi è sempre stato in tribuna all’Euganeo a seguire i biancoscudati. Il club veneto, al termine di un campionato deludente, si ritrova a dover abbandonare la Serie B. Le porte della Lega Pro sono già aperte. Sarà un anno di transizione, di purgatorio o altro, ma il Padova ha l’obbligo e il dovere di tornare tra i cadetti. Intanto, ai piedi dei colli euganei c’è tanta delusione. Difficile trattenere il malcontento causato dalla retrocessione, tocca ripartire sin da subito.
In merito, la redazione di CalcioNews24.com ha contattato in esclusiva Damiano Longhi, ex bandiera del Padova: «C’è tanta delusione per la retrocessione, ma in fin dei conti c’era da aspettarselo: sono venuti a mancare una non programmazione e un legame tra società e città».
A soffrire più di tutti sono stati i tifosi biancoscudati, dai sogni di gloria della Serie A alla Lega Pro: «I sostenitori del Padova non l’hanno presa bene. Oltre a non avere un rapporto tra società e città, è venuta a mancare anche la personalità dei giocatori. Non hanno fatto vedere unione nel provare a salvarsi, alla fine è venuto fuori che c’era una spaccatura nello spogliatoio».
La mancanza di programmazione, però, non è tutto: «Sono stati ingaggiati tanti giocatori che nelle squadre precedenti non giocavano, altri in prestito, e nel momento in cui si è cambiato allenatore ha trovato giocatori magari non adatti al suo modulo. Le colpe sono di tutti quanti. I numeri del Padova sono quelli reali, ogni partita si prendeva almeno un gol e fino alla fine del campionato aveva problema a farli».
Ma i giocatori che hanno deluso di più?: «Secondo il mio punto di vista non c’è chi più e chi meno, tutti hanno sposato la causa del Padova. C’è da dire che anche i giocatori hanno fatto la loro parte. Nel momento in cui vado in prestito, perché la mia squadra non ci tiene, devo solo fare una cosa: far bene il mio campionato e dimostrare che voglio tornare o ambire ad altre piazze. Quest’anno è stato un fallimento per tutto. Più che altro per il gruppo che non ha mai legato, ognuno pensava per sé. Lo hanno dichiarato verso la fine, quando i giochi erano fatti e non si poteva far più niente. Troppo facile parlare poi, ma perché prima no?».
Ha concluso: «Da dove ripartire? Intanto bisognerà capire le intenzioni della società, se vorrà disputare la Lega Pro perché, con le nuove regole, sarà difficile risalire in Serie B. Insomma, iniziare a programmare altrimenti possono farsi da parte se non ne hanno voglia».