Feyenoord, Pellè: «Italia, servono stadi nuovi. Balotelli e Prandelli...» - Calcio News 24
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2014

Feyenoord, Pellè: «Italia, servono stadi nuovi. Balotelli e Prandelli…»

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Le parole dell’ariete dall’Olanda, dove ha segnato 50 gol in due stagioni.

FEYENOORD PELLE’ – Paragonato a Mario Balotelli, Graziano Pellè è preferito all’attaccante del Milan, ad esempio, da Frank De Boer, attuale allenatore dell’Ajax: «Lo ringrazio, ma non mi piace paragonarmi agli altri. Balotelli è un grandissimo, se c’è qualcuno a cui non piace penso che sia per certi atteggiamenti, non per come gioca. E qui in Olanda con gli atteggiamenti sono fissati… Segno tanto perché gioco in Olanda? Certe cose o le sai fare o no, non dipende da dove giochi. Poi pensiamo ad attaccanti esplosi qui come Ibra o Suarez o a Strootman: faceva il fenomeno qui e lo fa pure in Italia. Non ho rimpianti, quello che fa la differenza è la continuità: prima non ne avevo, ora sì. E poi sono migliorato, ho più equilibrio», ha dichiarato il bomber del Feyenoord ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

BAD BOY – Pellè, che ha segnato 50 gol in due stagioni, ha parlato anche del suo carattere particolare: «Quei “casini” li hanno strumentalizzati tanto. Serve a vendere giornali, a fare audience, ci sta. Ma non è un problema, la pressione non mi spaventa, mi stimola. In quei casi da un lato è tutto più difficile e devi stare attento, dall’altro ti devi prendere le tue responsabilità. Io me le prendo, e a quanto vedo pure Balotelli lo fa».

ITALIA – Un po’ di rammarico per le mancate convocazioni in Nazionale l’attaccante le ha, ma resta il legame con il nostro Paese: «Me l’aspettavo l’anno scorso quando l’Italia venne in Olanda, ero l’italiano più rappresentativo qui. Se non mi hanno chiamato allora, non mi chiameranno più. Ma non giudico le scelte del c.t. Prandelli, ha tante punte di qualità. Qui per il mio lavoro è il paradiso. Ma sono italiano, amo promuovere il mio paese e in un momento come questo non sfruttare la bellezza dell’Italia per il calcio è un peccato. Abbiamo tutto: città stupende, tradizioni, bel clima. Tornare in Italia? Certo. Anzi, penso che la crisi sia transitoria, la A tornerà a essere uno dei tornei migliori. Molti club si stanno adoperando per lo stadio nuovo, la Juve l’ha fatto. Il segreto è quello».

TEMI CALDI – E, infine, spazio ai discorsi sulle violenze nel calcio e a qualche retroscena curioso: «Guardi, in Olanda in curva sono pazzi, ma la cosa finisce lì. E chi sgarra, viene punito severamente. Ripeto, con gli stadi nuovi sarà tutto più semplice. Italia o Olanda ai Mondiali? L’Olanda è giovane e deve sostituire Strootman. Dipende tutto dalla prima con la Spagna: se le beccano si abbattono, se vincono si gasano. L’Italia è rodata, esperta, furba, può fare strada. Barcellona? Nessun contatto ufficiale, ma qui se ne parlava tanto. “Con 20 cross a partita che fa Alves, vuoi che Pellé non ne sbatta dentro almeno uno?”, dicevano in tv. Mi inorgogliva. Futuro? Per quanto parlo e gesticolo già mi vedono tutti come un allenatore in campo. Mi piacerebbe un giorno, ma per ora ho ancora benzina».