2014
Napoli, Callejon: «Dura lasciare il Real Madrid, ma qui la svolta»
L’attaccante spagnolo ha tracciato un bilancio della sua stagione, rievocando l’addio al Real Madrid.
NAPOLI CALLEJON – Entusiasmo alle stelle per José Maria Callejon, autore di una grande stagione, la prima tra le fila del Napoli. L’attaccante spagnolo ha avuto la possibilità di lavorare con due grandi allenatori, José Mourinho e Rafa Benitez, dei quali ha parlato ai microfoni del “Corriere dello Sport”: «Mou mi saltava sulle spalle dopo i gol: e sono stati momenti di allegria e di puro divertimento che ho vissuto e che ricordo con piacere. Rafa mi ha voluto qui, mi ha fatto sentire importante, mi ha offerto un’opportunità. Sono diversi, non devo dirlo io, ma degli uomini non colpiscono le differenze, semmai la stessa idea di gestire il gruppo e portarlo a vincere. La fortuna è averli incontrati: posso dire di aver avuto i due tecnici più forti al mondo. Venti gol? Sarebbe bello riuscire ad accontentare il mister».
CAMPIONI – Al Real Madrid ha potuto giocare al fianco di molti fuoriclasse, ma campioni ne ha trovati anche nel campionato italiano: «Sms dopo la prima rete? Cristiano Ronaldo batté tutti sul tempo, poi mi scrisse Mourinho. CR7 è il più forte calciatore, al momento. E, com’era giusto che fosse, gli è stato assegnato il Pallone d’Oro. Mentalità straordinaria la sua: scrupoloso, un perfezionista. Ha fame, non gli piace perdere. Mai. E poi lo ritengo il più completo, attualmente superiore a Messi. Totti? Vederlo giocare in quel modo, a quell’età, è un piacere per gli occhi. E’ stimolante, direi che trasmette felicità. Pirlo? A volte mi viene il sospetto che sia il più spagnolo degli italiani. Di bravura esemplare, sta in campo con leggerezza. Ha piedi, ha testa, ha tutto: a me piacciono i cervelli e lui lo è».
IL TRASFERIMENTO – Callejon ha poi spiegato i motivi del suo addio al Real Madrid, una scelta non facile per lui: «Per poter avere maggiore continuità di rendimento, per poter giocare di più, per dare una svolta alla carriera. Non è stato facile, quello è un club dal quale non ci si stacca mai, né lo farò io, però a un certo punto il mio amore per il calcio ha prevalso. Ed è arrivato il Napoli. Come mi ha convinto Benitez? Varie e decise telefonate. Mi descrisse il progetto, mi raccontò di questa società. Avevo qualche offerta, ma fui persuaso da tutto ciò: posso dire però a questo punto di non essermi sbagliato».
IL CAMMINO – A proposito del suo approdo nel Napoli, l’attaccante spagnolo ha parlato del cammino stagionale e del legame che si è instaurato con la gente partenopea: «L’inizio è stato fantastico, poi forse è venuta meno la concentrazione contro quelle che vengono chiamate piccole: nelle sfide importanti, tranne rare eccezioni, non abbiamo mai fallito. E adesso però c’è la finale di Coppa Italia: sarò banale, ma vogliamo vincerla. Qui ho scoperto che il calcio ha lo stesso valore d’una religione. Ho scelto di vivere in centro per assorbire sul serio la città e non ho rimpianti, perché tra la gente ci sto bene, non mi sento turbato. Nostalgia? Il calore di Napoli ha abbattuto le distanze».
LA FIDUCIA – Infine, Callejon ha parlato del suo rapporto con Benitez e Higuain, lanciando un messaggio a Del Bosque per i Mondiali in Brasile: «Ho sentito dal primo istante la sua fiducia: probabilmente ciò ha rappresentato un’ulteriore molla. Poi è venuta la risposta del campo: ho giocato tanto e segnato tantissimo e questo ha accresciuto l’autostima. Ma alla base c’è quello che accade in settimana, ciò che si studia e si prepara. Higuain? Ci capiamo al volo, con lui è tutto naturale, spontaneo. E poi è generoso, perché fa tutto in funzione della squadra. Mondiali? Non sarà facile, perché la Spagna ha calciatori di grandissimo spessore, ma sperare non costa nulla. E io sono tra quelli che possono farlo».