Ultras, tutti uguali - Calcio News 24
Connect with us

2012

Ultras, tutti uguali

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

morosini ifa

Il calcio d’oggi è un prodotto ormai sempre più marcio. Molti danno le colpe alle televisioni (che se non ci fossero non ci sarebbe più quasi manco un pallone sgongio da prendere a calci), altri ai presunti favori arbitrali alle grandi squadre. Argomenti discutibili, ma gli ultras dove li mettiamo?

Le tifoserie calde non sono certo nate l’altro ieri, ma ultimamente si è toccato il baratro in diverse occasioni, come gli strscioni irrisori verso le vittime dell’Heysel, fino ai cori contro il compianto Piermario Morosini urlati ieri a Livorno dai tifosi, ospiti, del Verona. Per non parlare di come capiti che alcune di esse lascino lo stadio avversario in condizioni di degrado, come testimoniato ieri dalla Juventus nel dopo gara del match contro il Napoli, i cui stessi supporters avevano messo in subbuglio la curva sud dell’Olimpico, casa del tifo caldo laziale, in occasione della finale dello scorso maggio di Coppa Italia.

I sostenitori gialloblù si sono sentiti liberi di sproloquiare seppur ospiti sul campo calcato dal ragazzo morto con la maglia granata addosso sull’erba dell’Adriatico di Pescara, gli stessi che che spesso si concedono, come tanti altri (non si fa di tutta un’erba un fascio), qualche coro razzista nei confronti dei giocatori di colore. Ma, come scritto, il male è comune e non si circoscrive certo all’area veronese, anche se quanto accaduto ieri farebbe balzare dalla sedia pure Saddam Hussein, se fosse ancora vivo.

Tuttavia, cambino i colori, cambia il nome della squadra, ma i soggetti in questione sono fondamentalmente tutti dello stesso ceppo. Stessi cori inneggianti più a se stessi che alla propria squadra del cuore, stessa sfrontatezza mista ad arroganza e medesimo astio nei confronti delle forze dell’ordine. Comportamenti che istigano in più di un giocatore sentimenti quasi di timore, costringendoli a saluti spesso forzati verso una sola porzione dello stadio, quando sarebbero ben altre le persone a cui dire grazie per il proprio sostegno.

Una soluzione ci sarebbe già e non causerebbe grossi sforzi per poterla attuare, ovvero abolire definitivamente le trasferte per i tifosi. Argomento già trattato in passato poi finito nel dimenticatoio tra deroghe e disposizioni di riguardo delle più varie. Ora addirittura si limita a malapena la presenza di sostenitori avversi a quelli dell’altra sponda a contato nel medesimo impianto, sempre meno a misura dei più piccoli.

Bambini, che qualche genitore porta addirittura in curva, che crescono con quelli che non sono certo i veri valori del calcio, quelli che si imparano sulle strade o nelle scuole dove si inizia a praticare questo bellissimo sport. E loro stessi saranno, un giorno, a prendere il posto dell’attuale generazione sugli spalti e fuori.

La questione non è ovviamente un tarlo esclusivo dell’Italia, ma negli altri paesi i problemi possono anche essere lasciati liberi di risolverseli da soli.