2012
Lazio, Pulcini: “Sport come un farmaco: può esserci sovradosaggio”
Ivo Pulcini, direttore sanitario della Lazio, è intervenuto ai microfoni di ‘RadioSei’ commentando le parole di Toto’ Di Natale sul caso Morosini. Il bomber dell’Udinese aveva preso in considerazione i troppi impegni per i giocatori: Ci sono state delle dichiarazioni di Di Natale, di cui vorrei un parere medico. Di Natale dice che si giocano troppe partite e che così non si va avanti. Qualcuno parla di istigazione al doping. La morte di Morosini, può aiutarci a fare una riflessione in questo senso? Quello che dice Di Natale non è totalmente sbagliato. Io che ho seguito il Giro d’ Italia, non posso credere che con pane e acqua si possano fare 200 km al giorno. Mentre nel calcio è un optional, perchè si può stare in panchina, riposandosi, nel ciclismo non è così. E’ un fenomeno dilagante purtroppo anche nel mondo dei dilettanti, che io conosco, non è meno diffuso che tra i professionisti. Prendono delle sostanze da internet, dove la garanzia è nulla. Sostanze che vengono usate per i cavalli. Questo deve aiutarci a riflettere. Nel mondo dello sport, poi, alcuni input vengono anche dai genitori. Perchè meravigliarsi dell’allenatore o di qualche tecnico? Queste cose non hanno a che fare con lo sport. Con un calendario più rilassato, magari quattro partite in meno, si ridurrebbe lo stress. Io dico che lo sport è come un farmaco, il sovradosaggio crea effetti collaterali. Ma il giusto chi lo stabilisce? L’allenatore, il calendario o il medico che ti dice quali sono i limiti? Noi alla Lazio abbiamo avuto di passaggio Egurèn. Mi puoi dire qualcosa di più? Quando noi visitiamo i nuovi atleti, che devono iniziare il campionato, facciamo le visite previste per legge ed altre extra, più volte l’anno. Ma io, essendo il Direttore Sanitario, devo dare il parere di idoneità per gli arrivi. Siccome devo certificare la salute del soggetto, ho ritenuto Egurèn non idoneo a giocare in quel momento. Se lo avessi confermato, mi avrebbero messo in galera ed avrebbero buttato le chiavi. Io ho spiegato i motivi ad Egurèn, via raccomandata: mi sono tornate indietro senza neanche essere state aperte. I controlli italiani sono più accurati? Ma siamo orgogliosi, dal 1978 la legge impone un certificato di idoneità agonista o meno , che comporta un certificato medico. Servirebbe maggiore responsabilità . Tutte le professionalità sono un bellissimo mosaico. Ma ognuna deve stare al suo posto, altrimenti non è più così. Senza utilizzare cose proibite. Il calcio può fare più di quello che fa? “Non si trascura la morte di nessuno, la vita è importante per tutti. Si può fare di più. Nel caso specifico, sono dell’idea che bisogna attaccare il defibrillatore. Questa è la cosa assoluta. Dopo Juve – Lazio, mi hanno chiamato, a fine partita, perchè era morta una persona. Io ho il defibrillatore in macchina, gliel’ho applicato e dopo la quinta scossa si è ripreso. Adesso sta bene. Ed era morto”. C’è speranza per Lulic e Klose? Credo proprio di si. Ho studiato con il medico di Klose ed ho fiducia in lui.