2015
La rivincita dei ripudiati
Quella tra Juventus e Barcellona sarà anche la finale di Allegri e Luis Enrique
Questa sera all’Olympistadion di Berlino, Juventus e Barcellona scenderanno in campo per contendersi il trofeo per club più ambito, la Champions League. Quella coppa che manca nella bacheca bianconera dal lontano 1996, quando la Vecchia Signora si impose ai rigori sull’Ajax, mentre il Barcellona l’ha sollevata al cielo l’ultima volta nel 2011, battendo a Londra il Manchester United. Le due squadre sono arrivate a Berlino dopo un cammino difficile e forse in pochi a inizio anno avrebbero scommesso su una finale tra Juventus e Barcellona. Un risultato frutto del lavoro dei due allenatori: da una parte Massimiliano Allegri, dall’altra Luis Enrique, due tecnici diversi ma uniti nel destino.
LA RIVINCITA DEI RIPUDIATI – Allegri e Luis Enrique sono arrivati nelle loro rispettive squadre all’inizio della stagione 2014/2015 ed entrambi non convincevano pienamente buona parte dei tifosi. Il tecnico bianconero doveva raccogliere la pesante eredità lasciatagli da Antonio Conte ed è stato addirittura contestato a causa del suo passato nel Milan e perchè non era considerato un allenatore in grado di far competere la Juve per alti traguardi, mentre Luis Enrique, reduce dalla deludente stagione alla Roma e poi dalla buona annata con il Celta Vigo, si è ritrovato a gestire il più forte attacco del mondo, quello formato da Messi, Neymar e Suarez.
LA RIVINCITA DI ALLEGRI – Conte ha lasciato la Juventus a luglio, a due giorni dall’inizio del ritiro perchè non convinto dalla bontà del progetto bianconero e perchè le sue scelte sul mercato (un nome fatto dal tecnico era quello di Cuadrado) non coincidevano con le spese della Juventus. In due giorni i bianconeri hanno deciso di affidare la panchina a Massimiliano Allegri, un allenatore aziendalista si diceva. Il tecnico toscano è entrato in punta di piedi nel mondo bianconero non cancellando l’ottimo lavoro fatto dal suo predecessore ma costruendo la sua Juventus sulle basi gettate da Antonio Conte. Nei primi mesi di gestione Allegri non ha cambiato modulo, continuando a giocare con il 3-5-2 di ‘contiana memoria’, e nel momento chiave della stagione, nella sfida di Champions League contro l’Olympiacos, ha deciso di responsabilizzare la squadra, passando alla difesa a 4 e inserendo il trequartista. Una mossa vincente che ha permesso alla Juventus di sviluppare un gioco più europeo e di prendere coscienza della propria forza. Conte ha stravinto in Italia per 3 anni consecutivi ma non è mai andato oltre i quarti in Champions League (nella sua ultima stagione è uscito addirittura ai gironi) mentre la Juventus di Allegri è riuscita a conquistare la finale di Champions League e questa sera se la vedrà con il Barcellona di un altro ripudiato, Luis Enrique.
LA RIVINCITA DI LUIS ENRIQUE – Luis Enrique ha iniziato la sua carriera da allenatore nel Barcellona B ottenendo fin da subito ottimi risultati. Alla sua terza stagione sulla panchina della squadra B ha ottenuto uno storico terzo posto (miglior piazzamento di sempre per il club) valido per la partecipazione ai playoff a cui però la squadra non ha potuto prendere parte perchè non può giocare nella stessa serie del Barcellona. Dopo gli ottimi risultati con il Barça B, la Roma decide di dargli una chance ma Luis Enrique paga il suo rapporto con i senatori dello spogliatoio e decide di andare via al termine della stagione, dopo aver concluso l’anno al settimo posto. L’esperienza di Roma servirà a Lucho nella sua annata al Barcellona. Le cose non iniziano nel migliore dei modi per Luis Enrique. Infatti Messi non ingrana, la convivenza con Suarez (il grande acquisto squalificato fino a ottobre a causa del morso a Chiellini ai Mondiali) e Neymar è difficile e a gennaio, al rientro dalle vacanze, il rapporto tra Luis Enrique e il Barcellona rischia di incrinarsi. Il tecnico decise di lasciare fuori dall’inizio Messi e la decisione non fu accolta nel migliore dei modi dal fenomeno argentino e dopo la sconfitta con la Real Sociedad, Luis Enrique rischiò di chiudere anzitempo la sua avventura al Barcellona ma, grazie anche all’esperienza romana, il tecnico spagnolo ricucì lo strappo, trovò una nuova posizione in campo a Messi, spostandolo sulla destra e facendo giocare centralmente Suarez, e il Barcellona iniziò a volare.
COMUNQUE VADA SARA’ UN SUCCESSO – Comunque vada a finire la finale di Champions League, Allegri e Luis Enrique potranno stare tranquilli: entrambi hanno già portato a casa la coppa nazionale e il campionato e si sono presi la loro bella rivincita su chi li aveva giudicati prima di vederli all’opera.