2015
Esposito presenta “Undici Rose Blu”: «Che ricordi a Empoli, e che gruppo!»
I ricordi di Esposito e dei suoi ex compagni alla presentazione dell’autobiografia
Carmine Esposito è stata una colonna dell‘Empoli che, ormai sprofondato in terza serie, regalò al presidente Fabrizio Corsi una doppia promozione dalla Serie C alla Serie A. In tutti gli empolesi è impressa nella memoria la rete che lo stesso Esposito segnò a Modena col Como in finale playoff di C1, ma anche il gol di Cremona che regalò agli azzurri la Serie A: Esposito è stato l’uomo del destino per l’Empoli, e ancora oggi per le vie della cittadina toscana è venerato più di Sant’Andrea, patrono empolese.
BIOGRAFIA – La forza di quella doppia promozione stava però in un gruppo di calciatori assolutamente spettacolare, un manipolo di giovani italiani pescati in tutta Italia che riuscì a coesistere nella miglior maniera possibile. E se a venti anni di distanza molti di quei giocatori sono ancora a Empoli a celebrare Carmine Esposito allora vuol dire che quella squadra era speciale e che Empoli è una città troppo spesso bistrattata dai grandi media ma in grado di regalare emozioni calcistiche inimmaginabili. Alla presentazione in città del libro Undici Rose Blu (scritto con Monica Lanza, pubblicato da AB Edizioni) erano presenti gli amici di un tempo, ormai dirigenti o addirittura imprenditori, ma pure Massimo Maccarone, che arrivò a Empoli ricalcando le gesta della punta partenopea.
UNDICI ROSE BLU – Alla presentazione del libro Carmine Esposito è parso molto emozionato. «Empoli è stato un passaggio bello e specialmente importante della mia carriera. Sono contento di aver scritto questa biografia con Monica Lanza, è entrata dentro di me e ha tirato fuori più l’uomo che il calciatore» ha esordito Esposito, che poi ha parlato della dedica speciale per questo libro: «La biografia è scritta con amore, proprio con il cuore e la dedico in special modo a mio padre, con cui ho avuto un rapporto difficile che sto provando a recuperare solo adesso».
FAMIGLIA – La carriera di Esposito è quella di uno che ce l’ha fatta nonostante mille sofferenze, è cresciuto dal niente ed è diventato un calciatore vero. Anche in Serie A però non ha dimenticato l’affetto per la sua famiglia e per le sorelle: «Le mie sorelle non stanno vivendo una vita facile, anche perché una di loro soffre della sindrome di down e quindi non ha avuto un’esistenza semplice, però la adoro. Mia sorella ha pure rischiato la vita, è andata all’ospedale per alcune bollicine sulla lingua e l’hanno ricoverata d’urgenza. Sono molto attaccato alla mia famiglia».
MARADONA E BATISTUTA – Da Maradona a Batistuta, il passo per Esposito è stato intenso e tutt’altro che breve: «Napoli è la mia città ed è una specie di cartolina che ho messo nel cassetto e ho ritirato fuori di recente. Mi dispiace non aver giocato nel Napoli, sono partito nelle giovanili che in squadra c’era Maradona e poi sono arrivato a un punto in cui mi dicevano tutti di smettere, mi sono trovato per strada dopo aver accarezzato l’idea di essere col Pibe de Oro. La Fiorentina? Stavo per andare al Napoli ma mi volle Trapattoni e mi ritrovai con Rui Costa, Edmundo, Batistuta e altri giocatori, sono fiero di averci giocato».
BIAGIO ANTONACCI – Poi c’è anche il tempo per qualche curiosità o retroscena: «Con Biagio Antonacci ho un buon rapporto perché abbiamo i figli che hanno frequentato la stessa classe e poi gli facevo da personale trainer quando doveva giocare con la nazionale cantanti. A Empoli arrivai dopo 3 fallimenti contro tutto e tutti e non mi conosceva nessuno, addirittura si pensava che portassi jella. Martusciello? Che derby con lui quando giocava nell’Ischia!». Giovanni Martusciello, presente tra il pubblico, non ha perso l’occasione per una battuta divertente: «Con Esposito ho condiviso esperienze bellissime ma il libro mi rifiuto di leggerlo, o me lo regala o niente, non lo compro…».
GLI AMICI – Rosario Guarino, ex difensore empolese, è adesso titolare del Caffè Cristallo dove si tiene la presentazione e anche lui ha molti ricordi: «Tanti aneddoti e tante situazioni vengono narrate in questo libro ed è molto bello rileggerlo. Il gruppo era fantastico e l’Empoli di questo anno me lo ricorda. Carmine è fantasioso è questo è un suo pregio ma anche un su difetto». A proposito della somiglianza tra i due Empoli, ecco cosa pensa Massimiliano Cappellini: «L’Empoli di allora non so se sia uguale a quello di oggi perché è passata una vita e all’epoca il calcio era tutto diverso. Quel che ci accomuna è avere entrambi entusiasmo e curiosità». Anche Marco Roccati e Nicola Caccia, compagni empolesi e ancora preseti nel capoluogo toscano, esprimono gratitudine e affetto verso Esposito. Perché non si sa cosa regali una città come questa ma di certo le emozioni di un gol all’84’ al Como in finale i tifosi empolesi se le porteranno sempre dietro.