2015
Real Madrid, Casillas rivela: «Ancelotti persona nobile»
Il portiere: «Malgrado tanta pressione, voglio finire la carriera al Real»
Tante critiche su di lui negli ultimi tempi, ma Iker Casillas continua ad andare avanti a testa alta. Il portiere del Real Madrid ha rilasciato un’intervista su Onda Cero, “ElLarguero“, in cui parla delle ultime stagioni. Ma prima il portiere del Real Madrid mette le cose in chiaro: «Sono sicuro di giocare qui anche la prossima stagione. Voglio finire la mia carriera al Real Madrid. Se le cose non funzionassero, lascerei, ma mi vedo bene, malgrado tanta pressione». Poi si parla di Ancelotti, che da ieri non è più l’allenatore delle merengues: «Il Real è un club esigente, il presidente e la giunta avranno preso la miglior decisione. Ma io ringrazio Carlo per tutto quello che ha fatto per me, anche se l’anno scorso non giocavo molto, ed ero arrabbiato».
CHE PERSONA – Casillas ha proseguito parlando del tecnico italiano: «E’ una persona nobile, spero che in futuro tutto gli vada bene, gli auguro le migliori fortune: questa sarà sempre casa sua. Per salutarlo l’ho abbracciato». Poi, sulle voci che volevano Ronaldo e Sergio Ramos manipolare l’allenatore: «Non lo maneggiano, loro sono due pilastri. Personalmente posso dire che adesso vengo ascoltato molto più di prima, nonostante il mio temperamento non sia lo stesso di Sergio, Cristiano o Pepe». Poi si parla delle tante panchine: «Mi feci male con Mourinho, e un mio compagno stava giocando bene, non c’è altro. Poi Ancelotti scelse Diego Lopez, ma di fatto la stagione si rivelò positiva, malgrado l’errore nella finale di Champions».
ANEDDOTI – Casillas parla anche del gesto fatto contro il Valencia: «Mi è uscito così. Volevo che la gente fosse un tutt’uno con la squadra per rimontare, che non fischiassero. Non me ne sono mai andato piangendo, ma incazzato sì. Se il tuo livello è sempre stato da 8, i tifosi poi non accettano un 7.5». Ancora su Mourinho, e sulla telefonata a Xavi: «Del Bosque mi disse che, se ci fossero stati problemi in Nazionale, avrei dovuto risolverli. In quella chiamata ci fu tanta tensione. Parlammo noi due e Puyol. In quella situazione, da capitano della Spagna, mi sono sentito in dovere di chiamarli: gli dissi che non dovevamo dare quell’immagine della Nazionale spagnola. Con Mou parlammo prima dell’infortunio, quando mi mise per due o tre partite in panchina. Mi disse che voleva che io mettessi più enfasi durante le partite. Poi uscì di tutto, che ero grasso e fuori forma, ma ho preferito starmene zitto, e lo rifarei».
DE GEA – Poi sull’ombra di De Gea, obiettivo del Real per la prossima stagione: «Sono contento con la concorrenza. Nel mio contratto non ho una clausola sulla titolarità, che debba esserlo per forza. De Gea è un ragazzo fantastico, un portiere per il presente e per il futuro. Sarebbe accolto bene. Può tenere testa alla pressione che mette il Bernabeu, lo United gli sarà servito, eccome. Florentino mi ha chiesto un parere: gli nominai quelli che piacciono a me, Asenjo o Sergio Rico. Adesso però De Gea è il più esperto».