AIC, Tommasi: «Voglio un'Italia per i giovani. Constant...» - Calcio News 24
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2013

AIC, Tommasi: «Voglio un’Italia per i giovani. Constant…»

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Il presidente dell’AIC ha affrontato diversi temi delicati: dal razzismo, ai giovani e ad alcune possibili rivoluzioni.

AIC TOMMASI – Arrivato ieri a Milanello con il segretario Grazioli, Damiano Tommasi ha parlato dell’impressione ricevuta da Riccardo Montolivo e del colloquio con Kevin Constant, recentemente vittima di cori razzisti: «Montolivo è già uno dei punti di riferimento dello spogliatoio. Ho parlato con Constant, gli ho manifestato la mia solidarietà, ma gli ho anche ricordato che c’è un codice di comportamento da rispettare», ha dichiarato il presidente dell’AIC, che poi si è mostrato preoccupato per la rivoluzione nei campionati di Lega Pro: «Non è da escludere che se non saranno ascoltate le nostre richieste, saremo costretti a bloccare la partenze dei tornei».

Tommasi, però, ha parlato anche ai microfoni di “Tuttosport”, concentrandosi sulla necessità di focalizzare l’attenzione sui giovani: «La finale dell’Europeo Under 21 è emblematica: i nostri giocatori, pur con buonissimo potenziale, hanno perso il duello contro avversari di maggiore esperienza, perché quasi tutti i giocatori spagnoli avevano debuttato in Champions League. In Italia si crede nei giovani solo quando si è obbligati. L’arrivo di parecchi stranieri importanti può fare bene all’Italia ad ogni livello, perchè i risultati nelle Coppe possono far migliorare la posizione dei club nei ranking internazionali, e così aumenterebbero le risorse a disposizione del nostro calcio. Se vogliamo essere ottimisti, diciamo che ci sono parecchi margini di crescita. Penso al modo in cui si vive il nostro sport rispetto agli altri paesi. In Italia il calcio ha acquisito un potere, anche mediatico, persino esagerato, e ormai un ‘comportamento da stadio’ è sinonimo di comportamento incivile. Ne faccio prima di tutto una questione di mentalità, gli aspetti tecnici e normativi vengono dopo. E, aggiungo, l’opinione dei calciatori meriterebbe una considerazione differente in vari ambiti».

Sugli orari delle partite ed in particolare sulla proposta di Sky di giocare alle 19:45, nonché sull’introduzione delle squadre B, come avviene in Inghilterra, il presidente dell’AIC ha spiegato: «C’è poco da dire. I calciatori vengono messi di fronte al fatto compiuto, o quasi. L’esempio è la Confederations Cup, che ha evidenziato come gli orari del Mondiale saranno un problema, su questi temi i calciatori non riescono ad incidere. Serve una convergenza di intenti più ampia. Penso al contratto collettivo: in settembre andremo a trattare un rinnovo triennale, dopo che per tre volte di fila abbiamo rinnovato per un anno. Se c’è buona volontà non vedo divergenze insormontabili, ma aspettiamo che dalla Lega emerga un’opinione univoca. Squadre B? Se ne parla dal 2011, quando Demetrio Albertini lanciò la proposta. Forse fra qualche anno capiremo i benefici di questa idea. E’ stato proposto di inserire le squadre ‘riserve’ in serie B, ma non sembrava il primo obiettivo di parecchi club di A, nè del Consiglio Federale. Dobbiamo renderci conto che non esiste niente di peggio che far giocare un giovane soltanto perchè è giovane e non perchè si crede nelle sue capacità».