2015
Alla Pirlo per costruirsi una carriera ma è una mezzala
Alla Pirlo, Iniesta o Kakà? Mateo Kovacic e il suo futuro: a Mancini la scelta finale
Il dibattito è da sempre piuttosto acceso ed articolato: cos’è Mateo Kovacic? Un calciatore, certo, peraltro molto bravo: per apprezzarlo però al meglio delle sue possibilità dove e come andrebbe impiegato? La prima ad interrogarsi è l’Inter, la sua squadra, e Roberto Mancini che sa di dovergli cucire addosso il vestito migliore al fine di non disperdere il talento probabilmente più amato dal popolo nerazzurro.
MEZZALA? – E’ il ruolo in cui, ad oggi, lo abbiamo visto all’opera con maggiore frequenza: alla Iniesta per intenderci, e non sembra suonare male. Il croato, tenendo ferma una qualità ed un talento decisamente sopra le righe, ha nel suo bagaglio anche quei tempi di gioco che gli consentono di interpretare al meglio la posizione nelle due fasi. Nell’ultima stagione in nerazzurro ha anche incrementato – o meglio ha sbloccato, considerando lo zero del precedente anno e mezzo vissuto con la maglia dell’Inter – il dato relativo ai gol siglati: 8 stagionali, ripartiti tra i 5 del campionato e i 3 dell’Europa League, che rappresentano un credibile biglietto da visita per il futuro. Classe ’94, ha il futuro davanti a sé e dunque il tempo per acquisire maggiore freddezza negli ultimi metri.
TREQUARTISTA? – Ha tutto il tempo, vero, lo racconta la carta d’identità: è altrettanto indubitabile però come di tutto questo tempo non ne vada buttato neanche un giorno, basta poco per perdere il treno giusto e restare al palo. La storia è piena di calciatori di enorme talento che non sono riusciti nell’intento di esprimerlo a pieno sul campo da gioco. Torniamo al nostro Kovacic: Roberto Mancini lo ha inizialmente testato da trequartista alla Kakà – a tratti anche da attaccante esterno o addirittura da seconda punta – ma i risultati in tal senso sembrano essere poco felici. Da mezzapunta accade spesso, per caratteristiche peculiari del ruolo, di dover giocare spalle alla porta per ricevere palla dai mediani e poi girarsi e puntare: bene, l’ideale nel caso del croato sarebbe quello di saltare il primo step ed optare per una fetta di campo in cui può guardare direttamente la porta avversaria e sfruttare tutta la sua rapidità e la facilità di dribbling. Tradotto: giocare da mezzala.
REGISTA? – Ecco l’ultima suggestione: il regista classico, alla Pirlo per intenderci, lì dove ha agito in più di un’occasione nella sua prima esperienza professionistica con la maglia della Dinamo Zagabria in patria. Le sensazioni forti sono due e partiamo da quella negativa: Kovacic, piazzato davanti alla difesa e dunque da vertice basso del centrocampo, perderebbe tanto in termini di dinamismo ed avrebbe minori chance (quasi nulle) di mettere in mostra tutta la sua velocità nello smarcarsi dal primo avversario. La porta avversaria è lontana mentre quella propria è molto vicina, ragion per cui rischiare è inutile e per di più dannoso. La seconda impressione, quella positiva, racconta di una certa unicità: considerazione che parte dall’assunto di una certa penuria nel ruolo. Di registi puri ne esistono davvero pochi sul palcoscenico mondiale e Kovacic – con la sua qualità, intelligenza ed un estro riconoscibilissimo – può adattarsi e nel tempo (che torna ancora amico) perfezionarsi in un ruolo che (quasi) non esiste più. E dunque costruirsi una carriera.