Una tifoseria calda e responsabile: Atalanta, lezione alla Roma sugli spalti
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Una tifoseria calda e responsabile: Atalanta, lezione alla Roma sugli spalti

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Il calore del popolo nerazzurro durante Atalanta-Roma: più compatto, passionale, caloroso, ma soprattutto responsabile

Lo sa Bergamo e quelli che al match-day dicono “An va all’Atalanta” proprio come fecero i loro padri e nonni anni fa. Ciò che ha sempre contraddistinto questo popolo non è soltanto il calore o l’affetto con cui sta vicino alla squadra arrivando ad un coinvolgimento totale (“Dalle valli alla Città” citando Roby Facchinetti), ma soprattutto la responsabilità: una tifoseria temuta che al tempo stesso negli anni è maturata molto.

Contro la Roma Toloi e compagni hanno beneficiato di uno stadio esaurito e compatto per 97 minuti. Sarà pur sempre una routine per chi cresce pane, salame e con una sciarpa nerazzurra al collo, ma ieri il pubblico atalantino ha raggiunto una lode da mettere al suo solito 110. Canti, cori, colori e anche sfottò agli ospiti capitolini al di là di come potevano andare le cose, e pur sempre nei limiti: aspetto che invece dall’altra parte del Gewiss Stadium fa fatica ad essere recepito dai 1700 tifosi giallorossi (senza fare qualunquismo ovviamente).

Invece che guardare la partita costoro sono stati protagonisti con lanci continui di bengala alla Curva Morosini, decidendo volontariamente di voler fare del male anche a famiglie con bambini, oltre che ad un loro giocatore come Paulo Dybala visto che il tiro al bersaglio è stato fatto anche in campo: imbeccillità di certi soggetti da allontanare dallo stadio.

All’interno del rettangolo verde l’Atalanta vince 3-1 e sugli spalti ancora di più dimostrando una vera e propria lezione di tifo. Si potrebbe chiudere questo capitolo esultando sulla vittoria, ma purtroppo non è la prima volta che contro la Roma accadono cose del genere tra Sud e settore ospiti.

Paradossalmente, parlando di multe, ai piani alti si preferisce mettere sullo stesso piano un semplice sfottò a Mourinho rispetto al rischio di ferire donne e bambini. Nascondere la polvere sotto il tappeto trattandolo come un fatto isolato? Se fosse accaduto il contrario non si sarebbero sprecate pagine, critiche e offese nei confronti di una tifoseria, purtroppo, penalizzata ed etichettata come incivile: tutto ciò che non è l’A.B.C. del tifo a Bergamo.