Bayern Monaco Lazio: Sarri fuori non per colpa di Immobile
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Bayern Monaco Lazio: Sarri fuori non per colpa di Immobile

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Maurizio Sarri

Alla Lazio di Maurizio Sarri non è bastata la vittoria all’andata. Il Bayern Monaco strappa il pass per i quarti di finale

La Lazio non è riuscita a centrare l’impresa di accedere ai quarti, obiettivo che non centra dal 2000, quando aveva una super squadra, capace di vincere la Supercoppa Europea, lo scudetto e la Coppa Italia. Quella di oggi non può oggettivamente posizionarsi a quell’altezza e al cospetto di un Bayern tornato improvvisamente ai suoi livelli non ha potuto che perdere e vedere bloccata la sua corsa europea. Ci sono rimpianti per l’esito della sfida? Maurizio Sarri alla vigilia aveva chiesto di fare una gara dove in difesa si sarebbe dovuto «morire», intendendo con questo verbo che la squadra avrebbe dovuto sapere essere cattiva all’interno della propria area, senza però farsi schiacciare. Così non è andata, la forza e l’intensità dei tedeschi hanno fatto la differenza e il vero rammarico lo ha collocato nella sezione finale della gara d’andata, quando si sarebbe potuto rafforzare il vantaggio determinato dal gol di Immobile. Luca Marchegiani, che della Lazio d’inizio millennio era il portiere e ieri ha commentato la gara su Sky, ha sostenuto che in fondo i due gol in rapida sequenza presi nel finale fossero evitabili o quantomeno il secondo, arrivato da un calcio d’angolo splendidamente produttivo grazie a un tiro al volo di De Ligt e una correzione di testa di Muller. Una visione che trova d’accordo anche Cataldi, che la gara l’ha osservata dalla panchina per un’ora, e che completa anche con ciò che davanti i suoi compagni non sono riusciti a fare: «Abbiamo giocato una buona partita per 45 minuti. Abbiamo avuto qualche occasione che non abbiamo sfruttato. Questa è la Champions League, conoscevamo la forza del Bayern. Magari con un po’ più di fortuna sarebbe stata un’altra partita, magari se non avessimo preso il secondo gol a fine primo tempo avremmo potuto dire ancora la nostra».

In generale, va detto che il tono dei commenti e delle letture è improntato a una pacata accettazione di ciò che si è visto. In fondo, per dirla come Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport, «ci eravamo un po’ illusi che la Lazio potesse eliminare il grande Bayern Monaco, che l’abisso di valori fosse arginabile. Il ritorno ci ha riportato sulle terra: Bayern-Lazio 3-0, un risultato netto e con l’unico appiglio di una grande occasione sprecata sullo 0-0». Ma l’episodio è rimasto isolato, perciò non si può che concordare con l’assolvere Immobile, il reo del mancato vantaggio: «Non additiamo Ciro come colpevole principale o unico, ci mancherebbe».
In tal senso, ci sono alcune immagini, e non solo riguardanti i momenti importanti della gara, che si impongono nello spiegare il significato dei 90 minuti più recupero vissuti all’Allianz Arena.


1) Al primo minuto la Lazio era già schiacciata. Felipe Anderson esce benissimo, offre la palla a Luis Alberto che prova immediatamente a verticalizzare per Immobile. La palla è lunga, ma oltre all’imprecisione non si può che notare come i giocatori più tecnici fra i biancocelesti siano quasi condannati a una velocità d’esecuzione alla quale in Italia non si è abituati.
2) Nel primo gol del Bayern c’è un insieme di “sporcature”: il cross per Muller è lungo e lui fa una sponda non agevole; Guerreiro tira e colpisce male; lo stesso Kane, sulla traiettoria, colpisce di testa in maniera non perfetta. Eppure, la palla finisce dentro. A dimostrazione che se in un’azione gli uomini sono ben messi, hanno le giuste intenzioni ed è tutto così veloce da determinare gli smarcamenti giusti, ci si può concedere persino il lusso di una tecnica non perfetta.
3) A 2 minuti dalla fine, Harry Kane va alla bandierina e di forza ruba palla a Guendouzi, ricevendo in cambio un calcione di frustrazione da parte di Cataldi. Attenzione: la bandierina è quella del Bayern, in uno die tanti ripiegamenti difensivi di un giocatore totale. E chi ha uno così, è normale che vinca.