Brasile 2014, la griglia di partenza - Calcio News 24
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Brasile 2014, la griglia di partenza

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Cinque giorni al Mondiale, si parte così e non ci resta che vivere le emozioni!

BRASILE2014 MONDIALI – Il countdown è iniziato: si può già ragionare in termini di ore e ne mancano davvero poche alla cerimonia di apertura del Mondiale. Si parte giovedì 12 con Brasile-Croazia per poi procedere fino alla finalissima del Maracanà stabilita per il 13 luglio. Ecco la griglia di partenza: le prime quattro file della competizione tanto attesa, in un seguente editoriale si parlerà delle seconde linee e dunque di quelle realtà che puntano a sparigliare i piani delle big.

1 – ARGENTINA: Un azzardo? Probabile. Ma se i Mondiali sono storicamente decisi dal talento – basta pensare a Pelè o Maradona, nell’era moderna ai vari Zidane, Ronaldo, Iniesta – bene, qui di tecnica e fantasia ce n’è da vendere. L’inseguimento di Messi al Pibe de Oro – puoi diventare il migliore al mondo solo se la legittimazione arriva dalla tua patria – incastonato in uno scenario da brividi: l’Argentina che vince la Coppa in Brasile. Il grande smacco. Equilibrio tutto da valutare ma in quanto a potenziale offensivo non c’è solo Messi: Aguero, Higuain, Lavezzi e Palacio, con Di Maria, formano un settore non secondo a nessuno.

2 – BRASILE: Gli opposti che non si attraggono. E’ il Brasile meno talentuoso della storia ma quello più quadrato che si ricordi. Si sono invertiti i ruoli: calcio champagne in Argentina, equilibrio per chi detiene il marchio del futebol bailado. La vittoria in Confederations Cup li spinge in prima fila, soprattutto le botte date alla Spagna campione di tutto: il Mondiale in casa anche, a patto che i verdeoro dimostrino di saper reggere la pressione come accaduto un anno fa davanti al proprio pubblico. In una competizione però, va detto, dal tenore totalmente differente. Cercasi estro, si diceva. Bene, a meno che Neymar… Impensabile negarlo: questo Brasile dipende strettamente dalle sue prestazioni. Spetta a lui elevarne talento ed imprevedibilità ed accarezzare il palato di una platea a cui non basta vincere ma che vuole riuscirci incantando il mondo.

3 – GERMANIA: Quanto fa male l’infortunio di Reus? Non lo nascondo: era la mia favorita. Ma che botta! Nulla togliere all’equilibrio complessivo di una squadra incredibilmente completa nel mix di sostanza e qualità, ma lì davanti la forzata assenza di un fuoriclasse del genere non è compensabile. Spetta all’opera di Joaquim Low – che, va ricordato, è il commissario tecnico della Germania dal 2006 e può dunque lavorare nel segno della continuità – trovare le contromisure per non far perdere efficacia alla proposta offensiva tedesca. La Germania può ancora vincere il Mondiale. Sempre che non incontri l’Italia: i tedeschi con gli azzurri perdono sempre.

4 – SPAGNA: Campione ad Euro 2008 in Austria/Svizzera, campione del mondo in Sudafrica nel 2010, campione ad Euro 2012 in Polonia/Ucraina: manca quasi il permesso per collocarli al quarto posto di una graduatoria. Perché oggi i migliori sono insindacabilmente loro. Vincere due Mondiali consecutivi però è impresa non riuscita a nessuno nell’era moderna, all’Italia nel 1934 e nel 1938, al Brasile nel 1958 e nel 1962. Un altro calcio dalle dinamiche differenti. In caso contrario resterebbe soltanto da alzare le mani ed inchinarsi: se la Coppa si fermasse in Spagna avremmo avuto senza il minimo dubbio la fortuna di vivere la squadra più forte di tutti i tempi. E se le tue ambizioni le fondi su uno come Iniesta mai dire mai.

5 – ITALIA: Dopo le quattro favorite – ad opinione personale nettamente più forti della concorrenza, tradotto: sarebbe clamoroso assistere ad una vittoria di una nazionale che non sia tra le prime quattro indicate – entriamo nel campo delle outsider. E come non collocare subito l’Italia. Outsider per eccellenza, storicamente mai considerata nell’elite ai nastri di partenza eppure le finali mondiali sono già sei e i trionfi quattro. Secondi solo al Brasile, per intenderci. L’Italia di Cesare Prandelli ha un po’ di tutto ma a suo modo è tra le nazionali più complete: buona difesa, gran centrocampo, attacco ambizioso. E l’arte di arrangiarsi…

6 – BELGIO: Numero sei e numero sette sono le novità per eccellenza: la generazione di fenomeni è tutta belga, si va da Courtois ad Hazard passando per Lukaku e Witsel, il tutto condito dalla solidità dei vari Kompany, Vermaelen, Vertonghen e chi più ne ha ne metta. Roba seria insomma: la rinascita dopo un lungo periodo buio – qualificazione fallita sia nel 2006 che nel 2010, poi ha vinto il suo girone di qualificazione per Brasile 2014  – e l’ambizione di restare alla storia come il Belgio più forte di tutti i tempi. Difetti d’esperienza? Tra un mese – poco pìù o poco meno dipende proprio dalla durata cammino – l’ardua sentenza.

7 – COLOMBIA: Con il Belgio l’altra grande eventuale storia di Brasile 2014: certo, l’assenza di Falcao stona ma la nazionale colombiana è davvero fortissima. Varietà di soluzioni offensive fondata su attaccanti tutti in gran periodo di forma e convinzione nei propri mezzi, potenziale completato da centrocampisti del calibro di James Rodriguez, Cuadrado e Guarin. La Colombia ha le armi per restare a lungo in Brasile a patto di confermare quella solidità mai venuta meno nel girone di qualificazione, dove gli uomini di Pekerman hanno a sorpresa fatto registrare la migliore difesa del CONMEBOL con sole tredici reti incassate.

8 – SVIZZERA E PORTOGALLO: Pronti ad un dato che mai vi aspettereste? Rispettivamente numero 6 e numero 4 dell’attuale Ranking Fifa. Dove per intenderci la nostra Italia occupa il nono posto. Fattore che testimonia con forza la traiettoria di crescita generata da queste due nazionali negli ultimi anni: Svizzera compatta, Portogallo più a sprazzi ma – come non ricordarlo – in grado di incentrare le sue ambizioni sul Pallone d’oro in carica. Ronaldo corre verso il suo mese da protagonista: dietro l’angolo il rischio di vivere un Brasile da signor nessuno e siamo consapevoli che il buon Cristiano non sarà d’accordo.