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Buon compleanno a… Danilo Pereira da Silva

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Oggi Danilo Pereira da Silva compie 24 anni. L’ultima partita che ha giocato, solo per metà secondo tempo, è stata Feyenoord-Ajax per la coppa d’Olanda. Rotterdam e Amaterdam sono le sue due città d’elezione.

Si parte dall’Ajax. I lancieri sono da sempre un club esportatore di immensi talenti e, contemporaneamente sanno pescare, come peraltro altre società olandesi, anche da molto lontano. Danilo arriva dal Brasile, esattamente dal Santos: la cifra sborsata per averlo è di 2 milioni. E che di stoffa il ragazzo ne abbia lo certificano i numeri dei gol. Viaggia, infatti, alla media di una rete ogni due incontri pressapoco e lo fa in tutti i contesti nei quali è chiamato ad agire, talvolta anche andando sopra la quota: 19 gol in 34 partite con il Jong Ajax nella prima stagione in Europa e 5 in 8 nello spezzone di quella successiva; aggregato alla prima squadra nel gennaio del 2020, tocca il campo in sole 3 occasioni, ma gli bastano per lasciare un segno in Europa League contro il Getafe. In quella circostanza più che la rete in sé, conta l’esultanza. Che non c’è. Perché l’Ajax è sotto e francamente il cross è di quelli facili facili: Van de Beek si districa in area fino a inventare un assist dove il ragazzo di San Paolo ha buon gioco a infilare il pallone praticamente nella porta vuota. Ma invece di lasciarsi andare a gesti d’inconsulta felicità, del tutto giustificabili per un giovane che si mette in evidenza, va a contendere la sfera al portiere Soria, che non vuole mollarlo per ritardare il riavvio dell’azione. Che poi si sia solo al decimo minuto e che quindi tutta questa urgenza non ci sia rende discretamente ironica la situazione. Ma Danilo questa gara la gioca solo un tempo, non ne ha perdere.

Dopo c’è il prestito al Twente. Lanciato titolare, mostra di meritarsi tanta fiducia e chiude l’anno con 17 gol in 34 apparizioni. Sfiora il podio nella classifica cannonieri, glielo soffia Steven Berghuis per una sola incollatura. Torna alla casa madre, è il 2021-22, non trova tantissimo spazio nell’Ajax che vince il campionato, ma chiude come di consueto con un attestato di regolarità: 8 centri in 17 incontri, si scatena soprattutto negli incontri di coppa dove Ten Hag lo schiera volentieri e lui ripaga – ad esempio – infilando 4 palloni alle spalle del portiere del Maasluis.

Infine, c’è il Feyenoord. Che è il suo presente. Dove i numeri peggiorano, attualmente viaggia a una rete ogni tre incontri nonostante un grande inizio. Perché la prima parte della stagione in corso è contrassegnata da due aspetti: qualità e quantità. Danilo confeziona exploit di un certo livello, come attesta il premio di gol del mese che gli attribuiscono i tifosi del club di Rotterdam.

Quanto alla frequenza delle sue reti, basti dire che alla settima giornata ha già trovato la porta con successo in 6 occasioni e meglio di lui, in tutta l’Eredivisie, c’è Cody Gakpo, destinato a lasciare l’Olanda in direzione Premier League proprio perché sembra di un’altra categoria. Dopo un così buon approccio, Danilo si perde un po’. Arne Slot gli preferisce Santiago Gimenez. Proprio nella gara con la Lazio di Europa League, che ha determinato l’eliminazione dalla competizione dei biancocelesti, si ha un po’ la sintesi di questa seconda parte della stagione: il brasiliano non gioca male, ma a decidere l’incontro è il messicano che lo sostituisce. E che, di gara in gara, mette in mostra una ferocia e una presenza fisica che lo fa preferire, anche se talvolta il tecnico del Feyenoord li mette insieme e vicini in una funzione di doppio centravanti.

Molto probabilmente Danilo Pereira festeggerà il titolo di campione d’Olanda. Forse avrebbe potuto diventarlo anche in Italia, se si fosse concretizzata l’operazione che lo voleva al Napoli.

Chissà se ci penserà, soffiando sulle 24 candeline della sua torta di compleanno.