Buon compleanno a... Federico Bonazzoli
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Buon compleanno a… Federico Bonazzoli

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Federico Bonazzoli

Gli auguri di compleanno di oggi a Federico Bonazzoli, attaccante di proprietà della Salernitana ed ex Inter

Oggi Federico Bonazzoli compie 26 anni. Domenica scorsa ha osservato dalla panchina l’importante successo della sua Salernitana sull’Atalanta, che ha avvicinato notevolmente la salvezza. Potrebbe persino festeggiarla oggi contemporaneamente al suo compleanno e comodo comodo sul divano – come si dice in questi casi, per effetto dei risultati delle concorrenti. Altrimenti toccherà fare uno sforzo supplementare domani all’Olimpico, contro la Roma.
Ma il giocatore quanto è felice della situazione che si è venuta a creare da quando è arrivato Paulo Sousa a guidare la squadra? La sensazione che ormai sia un corpo estraneo all’interno della squadra nell’ultimo periodo non è stata data per lo più dal non essere più inserito nella formazione titolare. L’elemento più grave è che nelle ultime 5 partite Bonazzoli non è mai entrato in campo. Neanche una volta, neanche un minuto, anche in match dove il suo apporto poteva avere un senso, come nel caso di sabato scorso, quando il risultato è stato inchiodato sullo 0-0 fino al gol di Candreva nei minuti di recupero: pensare a lui come un grimaldello poteva essere la soluzione ideale o almeno una delle possibilità. E invece, niente. Difficile non pensare, allora, alle frasi del tecnico portoghese di tempo fa: «Dal punto di vista tecnico Bonazzoli può fare la differenza, potenzialmente è un attaccante top e può essere micidiale. Noi, però, abbiamo bisogno di tante altre cose. Qui siamo alla Salernitana, siamo in difficoltà e devo avere risposte che vadano oltre l’aspetto qualitativo». Sembra il ritratto di uno studente svogliato. Come dicono certi professori a scuola ai genitori increduli delle insufficienze del figlio: è bravo, ma non ha voglia. Si scelga un altro istituto, talvolta è sottinteso, qualche altra viene detto esplicitamente.
Si scelga un’altra squadra, allora. Per il prossimo anno si parla della Lazio, che cerca un vice Immobile da tempo. E che potrebbe puntare su un attaccante che non ha mai fatto caterve di gol; ma che, certamente, in questi anni ha vissuto con l’idea di dover lottare per avere uno spazio e potrebbe finalmente esplodere in un club che rappresenterebbe un salto in avanti in una carriera fatta di tante-troppe valigie fatte e disfatte.

Si è prefigurata persino l’ipotesi di andare all’estero, è successo a molti italiani cercare fortuna altrove e magari diventare star in tornei di livello inferiore, si era detto dell’interessamento in Grecia da parte del Paok, meglio lì che non giocare, no? Infine, a gennaio, si era profilata l’ipotesi neanche troppo paradossale di una concorrente della Salernitana che lo voleva perché convinta che lui fosse l’uomo giusto per alimentare speranze circa la permanenza in Serie A.

Tanta credibilità ha una ragione molto semplice. Non va cercata nel lontano passato, in quel gioco di aspettative e promesse che scatta nel momento in cui si dà prova del proprio talento da giovanissimo e si inizia a far parte delle nazionali giovanili. Anche Bonazzoli, ovviamente, è stato uno dei ragazzi dell’Under 21 da monitorare, ma neanche poi troppo. La sua forza è stata lo scorso anno. Quando alla Salernitana era ancora in prestito e centrare l’obiettivo di salvarsi sembrava un’utopia. Anche se lui diceva di crederci – di più – di averci sempre creduto – e per dimostrarlo si mise a promettere che avrebbe offerto brioche per tutti in caso di obiettivo centrato.

Promessa puntualmente onorata, anche grazie al suo raggiungimento della doppia cifra, gol che hanno convinto la società – dopo qualche traversia – a volere riscattare il suo cartellino. Rimane incomprensibile, pensando a quei giorni non così lontani, capire come Bonazzoli sia potuto passare in questa stagione a sole due realizzazioni. La prima delle quali contro la Sampdoria, un tiro di prima intenzione da attaccante d’area, una gran giocata festeggiata sotto la curva alla Batistuta, mitragliando a destra e a sinistra: non proprio un’esultanza da ex, politicamente corretta, di quelle dove si finge dispiacere. Insomma, chi mai lo vorrà, si riguardi la scena: per tecnica e carattere, si possono capire un po’ di cose.