Buon compleanno a… Francesco Antonioli
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Buon compleanno a… Francesco Antonioli

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Francesco Antonioli

54 anni oggi per Francesco Antonioli, che prima dell’addio di Mancini sembrava pronto ad un incarico in nazionale

Oggi Francesco Antonioli compie 54 anni. Pochi giorni fa il suo nome era tornato agli onori della cronaca ma nelle rivoluzioni e nei colpi di Stato ci sono sempre personaggi minori che pagano un prezzo. Stiamo parlando, molto più modestamente, della fuga di Roberto Mancini dall’Italia all’Arabia, che ha travolto anche il nuovo incarico dell’ex portiere del Milan e della Roma scudettata, anche se non ne ha un ricordo fantastico perché «Roma mi ha amato solo quando sono andato via, lì bruciano tutto in fretta, un errore e sei messo alla gogna». Il comunicato della Figc aveva con un certo entusiasmo parlato della riorganizzazione dell’universo azzurro: «La vittoria degli Azzurrini all’Europeo Under 19, a 20 anni dal precedente titolo, ha chiuso nel migliore dei modi la stagione 2022-23 e, al tempo stesso, si è posta simbolicamente come punto di svolta del progetto tecnico del Club Italia. Partendo infatti da una analisi dei risultati e delle esperienze maturate nel corso della stagione appena conclusa, e in base a quanto già emerso in quelle precedenti, la FIGC ha definito, sulla base di una proposta tecnica del CT Roberto Mancini, il nuovo assetto delle Nazionali Maschili, dalla A all’Under 15, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio calcistico italiano; mettere le professionalità presenti nel Club Italia in condizione di contribuire al raggiungimento di ambiziosi obiettivi per tutte le Nazionali; agevolare la maturazione dei giovani talenti e favorirne l’approdo continuo e costante in Nazionale A».

In questo quadro all’Under 20 approdava Attilio Lombardo, «con la new entry di Francesco Antonioli (portieri), oltre a Marco Scarpa in staff come secondo». Parole al vento e lavoro sfumato con l’arrivo dei petrodollari, la promozione di Alberto Bollini a Ct Under 20 e di Marco Roccati come preparatore dei portieri. E ciao anche alla frequentazione di quel Gigi Buffon che un decennio fa, all’incirca, lo aveva inserito come fonte d’ispirazione: «Tra i colleghi ho ammirato l’audacia di Seba Rossi e Schmeichel, l’esplosività di Peruzzi, l’eleganza di Marchegiani, la classe di Antonioli e Pagliuca, i riflessi di Toldo e Van der Sar».

Proprio come il portiere più forte di tutti i tempi, anche Francesco ha avuto una lunghissima carriera, che ha attraversato il passaggio di secolo e millennio. Dal 1988 al 2012, per un totale di 748 partite (e ad un certo punto è sembrato che potessero anche essere di più).

Una carriera vissuta da anti-personaggio, al sito ufficiale della FIFA Antonioli si raccontò così: «Non sono un esperto in relazioni pubbliche e non c’è dubbio che questo ha avuto effetto sui media, ma non mi pento di niente, non ho mai voluto forzare me stesso a fare qualcosa che non volevo. Ho ricordi positivi della mia esperienza in grandi club, mi hanno aiutato a crescere come uomo e come atleta. Non sento la mia età, ho sempre avuto passione e sono in grado di prolungare la mia carriera grazie al mio modo di vivere e lavorare». Era il 2009, lo si vedeva con i capelli sempre più ingrigiti, ma con il desiderio di non mollare, com’è tipico di quelli del suo ruolo, sono gli ultimi a lasciare, se lo possono permettere potendosi muovere da un palo all’altro, invece che dall’inizio alla fine del campo: «Vivo questo ritorno Serie A come un altro emozionante capitolo della mia vita sportiva».

Quelli come Antonioli sembrano incarnare la figura archetipica del numero 1, ti stupisci quando si ritirano più di quando non lo fanno nonostante l’avanzare dell’età, pensi sempre che ci sia una nuova opportunità in una serie inferiore, pur di proseguire il loro mestiere.

La loro frase tipica, quando gli chiedono i piani per il futuro, parte da un diniego: «Non ne ho, anche perché se il fisico tiene penso di giocare ancora per un po’». E fanno bene a essere così. Dopo, è peggio. Soprattutto quando ti chiama la Nazionale e credi che sia vero quel che dicono.