Buon compleanno a… Leonardo Bonucci
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Buon compleanno a… Leonardo Bonucci

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Leonardo Bonucci

Leonardo Bonucci compie oggi 36 anni: tanti auguri al capitano della Juventus e della Nazionale italiana

Oggi Leonardo Bonucci compie 36 anni. Anche lui, come a tanti altri grandi giocatori che sono stati a lungo in auge, collezionando trofei e presenze, sta capitando un fatto quasi inevitabile, ancor più nell’epoca incattivita dai social: il desiderio di vederlo cadere dal piedistallo. Non succede neanche solo nel calcio, anche altri eroi dello sport provocano gli stessi sentimenti quasi di piacere nel vederne incrinata la grandezza. La novità, nel suo caso, è che gran parte di coloro che si sono messi in prima fila ad aspettare la discesa della ghigliottina tifa per la sua squadra. Può sembrare incredibile, ma è proprio così: c’è una parte non banale di juventini che considerano il proprio capitano un giocatore finito e che non gli ha perdonato quell’anno vissuto al Milan. Compresa la solita esultanza fatta in una sfida all’Allianz Stadium, peraltro giocata meravigliosamente bene da lui: se uno volesse radiografare la personalità di Leo, lì ne avrebbe una dimostrazione esemplare.
Poi ci sono i “tecnici”, quelli per i quali Bonucci è un difensore sopravvalutato o comunque non il migliore dell’ultima epoca. Un commentatore ancor più divisivo come Lele Adani lo ha definito anche recentemente in termini molto chiari: «Quando sta bene fisicamente, nel suo modo di fare calcio è unico». Il che è abbastanza incontrovertibile, nel senso che si può certamente fare la lista dei difetti del centrale azzurro, ma nessuno nel suo ruolo ha dimostrato negli anni di avere altrettante intenzioni e capacità registiche. In una sola immagine di sintesi: magari si fa anche bene a sgridarlo se insiste troppo con i lanci, ma disegnati in modo altrettanto efficace non è che se ne vedano tanti, perfino da chi a centrocampo dovrebbe detenere per statuto il compito della direzione.
Chi pensa che Bonucci sia “vecchio” – e le virgolette sono ovviamente quelle doverose quando si parla di condizione anagrafica sportiva – porta come prova una serie di disfatte della Juventus in questa stagione. Come quella a San Siro con il Milan dove lui è oggettivamente apparso fuori posto o quella atroce di Haifa, capitano di un vascello miseramente affondato. Spesso, in questi casi, ne converranno anche i detrattori, lui ci mette la faccia. E lo fa senza attutire il colpo, con sincera onestà.

E che quando, come pochi giorni fa, la Juventus esce in Coppa Italia con l’Inter, discute con Allegri, minimizza come si fa se si possiede il senso del gruppo e soprattutto non nasconde il dolore della sconfitta, non derubricandola a incidente di percorso o a situazione normale dato il momento non semplice: «Quando si gioca Inter Juve perdere queste partite e la possibilità di giocare una finale fa sempre male». Detto dei critici, ci sono poi coloro e sono tanti che invece hanno ben presente la complessità dei meriti di Bonucci, sia nella Juventus che nella Nazionale. Può darsi che la battaglia ideologica del giudizio critico la vinceranno loro, in definitiva, quando prima o poi si tireranno i conti definitivi e si vedrà il percorso completo del giocatore. Che per certi aspetti incarna la parabola intera del club del quale è anche tifoso dichiarato (ed è anche questo sentimento vero ad essergli ritorto contro quando è andato via). Ha iniziato in una Juve dove tutti, nessuno escluso, ha fatto fatica. Ha partecipato da protagonista a un ciclo irripetibile. É ancora qui, senza gli altri della BBC – Buffon, Barzagli e Chiellini – nel pieno dell’incertezza sul presente e il futuro. In Nazionale c’era nella finale dell’Europeo del 2012, la gara che ha patito di più in carriera.

Ha attraversato il declino tragico dell’Italia fuori dai Mondiali, per poi diventare uno degli eroi, se non addirittura l’icona più viva del trionfo agli Europei, con quel «Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta!» che ha rappresentato l’apogeo della sua popolarità. Per numero di presenze in azzurro, dopo Buffon, Cannavaro e Maldini, c’è lui.

Per numero di presenze in bianconero, dopo Del Piero, Buffon, Chiellini, Scirea e Furino c’è lui. Comunque la pensiate sulla Cancel culture, quando si vuole vedere i monumenti cadere, è doveroso leggere bene le targhe alla base.