Cuadrado stop con la Juve: un'altra rinascita non è più possibile
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Cuadrado stop con la Juve: un’altra rinascita non è più possibile

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Juan Cuadrado

E’ ormai finita tra Juan Cuadrado e la Juve. E stavolta per il colombiano non è più possibile un’altra rinascita in bianconero

Forse era fatale. Perché se la Juventus si vuole ancora pensare come una grande squadra, deve necessariamente avere la forza di tagliare il cordone ombelicale dei ricordi e della magia del tempo che fu. Traducendo in termini di mercato, deve avere la capacità di non guardare indietro e di decidere che chi non ce la fa più, anche se pieno di medaglie al petto, è giusto che non vada avanti. A maggior ragione se occupa un ruolo importante, in termini tecnici e ancor più tattici. Perché questa è stata una delle peculiarità di Juan Cuadrado. Saper fare le due fasi, a prescindere dall’essere posizionato più in avanti o più indietro. Ma l’ultima stagione, impietosamente, ha fornito troppe dimostrazioni d’inadeguatezza per pensare di scommettere ancora su di lui. Anche se, ma era più giovane, il Panita aveva già dimostrato di saper rinascere. Perché una stagione negativa c’era già stata e da lì il colombiano era riuscito a risalire, fino a vivere una nuova giovinezza. Una capacità di ritrovarsi che hanno solo i grandi e lui lo è stato sul serio.

Ci riferiamo a due momenti importanti della sezione juventina della carriera di Cuadrado. L’ultimo anno del quinquennio tricolore di Massimiliano Allegri aveva visto una cospicua parte di squadra terminare in ginocchio. Da lì l’idea, espressa apertamente dal mister della necessità di una rifondazione radicale della rosa, con un numero cospicuo di ricambi. Come sia andata è noto: il gruppo è rimasto intaccato per lo più, a cambiare è stata la panchina con l’avvento di Maurizio Sarri. Juan aveva giocato meno del solito, era stato sottoposto ad un’operazione al ginocchio sinistro: né prima, né tanto meno dopo essere passato sotto i ferri, aveva dato prove di particolare attivismo. Quegli spunti improvvisi, che hanno fatto svoltare prestazioni sue e della squadra, non sembravano più possibili.

E invece no: con Andrea Pirlo, Cuadrado era tornato a grandi livelli. Basta far tornare alla memoria i passaggi più significativi di quella stagione per accorgersi che lo si ritrovava in prima fila: i due cross calibrati benissimo per il clamoroso sorpasso in un derby che sembrava perduto; la prestazione scintillante per la vittoria al Camp Nou, peccato solo che non ci fosse nessuno sugli spalti se non gli addetti ai lavori; la fuga per la vittoria della Supercoppa italiana contro il Napoli, regalando a Morata il pallone del definivo 2-0; il casino totale combinato contro l’Inter, doppietta con rigore conquistato furbescamente e trasformato d’imperio, l’uomo a credere più di ogni altro che la qualificazione in Champions League fosse ancora possibile.
Un’altra resurrezione, alla luce del pochissimo visto nell’ultima stagione, è oggettivamente impossibile. Il che non scalfisce nulla del sentimento di nostalgia che sicuramente si proverà nei suoi confronti ogni qualvolta si avvertirà la mancanza della sua lucida follia.