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De Zerbi sfida la Juve: «Ad Allegri ruberei una qualità»

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De Zerbi prepara la gara con la Juventus, l’intervista del Corriere dello Sport all’allenatore del Sassuolo: «Io, l’AntiMax»

Roberto De Zerbi prepara la gara con la Juventus, quest’oggi l’intervista del Corriere dello Sport all’allenatore del Sassuolo: «Io, l’AntiMax» titola in prima pagina il quotidiano romano. Già da questa sera avranno inizio le partite valide per la 23ª giornata del campionato di Serie A. Nel week-end Sassuolo-Juventus con la sfida tra i neroverdi di De Zerbi e la capolista guidata da Massimiliano Allegri. Questi alcuni degli estratti dell’intervista esclusiva di De Zerbi: «Non sono felice se vinco giocando male. Ad Allegri ruberei una qualità: migliora i singoli, vedi Pjanic, Bernardeschi, Alex Sandro, Cancelo. Non sono un anarchico, ma le regole le devo stabilire io».

Prosegue De Zerbi parlando del suo modo di intendere il calcio: «Attorno al mio nome c’è sempre qualche casino di troppo. Fa parte, forse, della mia persona. Se si perde sono un coglione, il presuntuoso che vuole giocare da dietro, imita il Barcellona… La domenica dopo vinco e sono un profeta. Qui a Sassuolo sto nel mio habitat. Faccio il lavoro che amo e lo faccio come voglio io. Tanti allenatori vivono solo per il risultato. Io no. Mi fa impazzire piuttosto vedere una mia squadra in campo non organizzata e non motivata».

De Zerbi parla di Juve e della sfida con i bianconeri: «Io mai alla Juve? Perché mai? Posso stare in qualunque mondo, Sassuolo, Juventus o Real Madrid, ma a modo mio. Se ci si sceglie per le rispettive identità. Io so stare nelle regole, non sono un anarchico ma, nella mia sfera, le regole le devo determinare io. Alla Juve vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta? Io non firmo questo manifesto ma solo perché sono ingordo: voglio giocare bene e vincere. Se gioco male, non vado lontano. Non sono felice, se vinco giocando male. Allegri? Non l’ho visto allenare, ma ha una gestione straordinaria dei giocatori. Vorrei rubargli poi un’altra qualità. Come sa migliorare i singoli giocatori. Vedi Pjanic, Bernardeschi e Alex Sandro alla Juve. Anche questo Cancelo non è quello dell’Inter. La sfida con la Juve? Se partiamo pensando che siano in difficoltà è la volta che ci fanno neri. La loro mentalità è imparagonabile. C’è troppo divario tra loro e gli altri. Come all’epoca del Milan di Sacchi. Mi sento e mi confronto spesso con Sacchi. Lui e Guardiola sono gli ultimi che hanno cambiato il calcio. Gli altri possono vincere decine di trofei, ma la storia si ricorderà solo di loro».