Dove Allegri è migliore di Conte - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Dove Allegri è migliore di Conte

Pubblicato

su

L’analisi dello sconvolgente cambio di guardia in casa Juventus

JUVENTUS ALLEGRI CONTE – Tutto in poche ore: lo sconcertante addio di Antonio Conte e l’approdo sulla panchina bianconera di Massimiliano Allegri, allenatore libero dallo scorso gennaio dopo l’esonero rimediato dal Milan. Squadra che ha guidato per tre stagioni e mezzo vincendo uno scudetto ed ottenendo poi un secondo ed un terzo posto.

LA GESTIONE DELLE COMPLESSITA’ – Nel confronto tra i due tecnici è un punto a favore del toscano: Max Allegri non scappa. Ha vinto alla prima con il Milan, alla seconda si è inchinato ad una Juventus mai sconfitta in campionato e quantomeno accarezzata dalla clamorosa svista di Tagliavento sul gol/non gol di Muntari nello scontro diretto, al terzo anno gli hanno letteralmente smantellato la squadra ma lui pur avendo tutto da perdere non è scappato. E’ rimasto al suo posto, cosciente del ridimensionamento, portando a casa un onorevole terzo posto e dunque garantendo al club l’accesso alla massima competizione internazionale. E’ rimasto al suo posto anche in seguito, con offerte decisamente interessanti sul tavolo (Roma). Ha dimostrato dunque di agire più nella direzione del collettivo e dell’interesse del club che non in nome di egoismi esasperati ed esasperanti. Guardiamo invece come si è comportato Antonio Conte: ha prima tergiversato, poi lo scorso 19 maggio ha detto di restare, poi a ritiro appena iniziato ha mollato la barca senza che nessuno gli avesse smantellato nulla. Ma perché privo di quelle feroci motivazioni che lo caratterizzano. Nel confronto sulle persone la Juventus non ci perde.

PACATEZZA ED EQUILIBRIO – Con Conte dunque non esiste alcuna sorta di equilibrio: o si va a mille o niente. E guai a rischiare una stagione sottotono dopo tanti successi: meglio lasciare. Anche con eccessivo ritardo, poco importa se la società resti spiazzata e debba alterare tutti i suoi piani in corso d’opera. Massimiliano Allegri è una persona in tal senso meno tormentata e di conseguenza assolutamente più equilibrata: certo, non lo attende un lavoro semplice. Non sarà affatto immediato lasciare invariato il rendimento della super Juventus di Conte ed al primo intoppo i confronti pioveranno come tempeste, ma per carattere e personalità intrinseca Allegri può essere il profilo giusto per gestire questo tipo di difficoltà. Al Milan negli ultimi due anni ha vissuto di peggio ma non ha mai dato segnali di cedimento psicologico. La conferenza di presentazione già ne ha messo in luce diversi elementi: non cambierà modulo – ulteriore segnale di intelligenza e di non protagonismo – ed ha spento sul nascere eventuali casi alla Pirlo. Ha spiegato come andarono le cose e, seppur a parere di chi vi scrive quella rinuncia al miglior regista di tutti i tempi resti un peccato originale, non è escluso che dagli errori si possa imparare. E farne virtù.

DOVE INVECE SARA’ MOLTO DIFFICILE – La grande sfida di Allegri arriva proprio sul piano del gioco: il modello calcistico proposto per tre stagioni da Antonio Conte – un allenatore straordinario, eccellente, è bene ricordarlo – è risultato davvero di strepitosa efficacia ed ambizione. Squadra super-offensiva impostata con un baricentro altissimo, predominanza totale del territorio ed avversari costretti a rintanarsi, esterni di posizione tanto avanzata da tramutare il modulo in uno spaventoso 3-3-4, equilibrio tattico mai venuto meno nonostante la Juventus non abbia adoperato un mediano d’interdizione di ruolo. Se per voi Vidal e Pogba sono due centrocampisti difensivi vediamo il calcio da un’ottica differente. Insomma uno spettacolo vero a cui è mancata soltanto l’affermazione internazionale, senza dimenticare però che nella prima Champions League di Conte l’eliminazione sia arrivata ai quarti di finale per mano di un devastante Bayern Monaco poi campione d’Europa. Male invece alla seconda chance ed è questo il sentiero che può percorrere Allegri: sarà davvero dura anche considerando le modalità con cui è arrivato il cambio di guardia, ma riproporre una Juve ambiziosa e funzionante è il vero banco di prova che attende il tecnico toscano.