Esclusiva: intervista a Luca Moscatiello, Pirlo 'wannabe' - Calcio News 24
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2009

Esclusiva: intervista a Luca Moscatiello, Pirlo ‘wannabe’

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La redazione di Calcio News 24 ha contattato in esclusiva Luca Moscatiello, giovane talento italiano, ’emigrato’ in Inghilterra per vestire la maglia del Fulham. Ora, come riportato dal sito palermo24.net, pare che proprio il Palermo abbia messo gli occhi su questo ragazzo proveniente dalle giovanili dell’Inter. Che sia giunto il momento di tornare in Italia?

Dati Anagrafici:

Nome: Luca
Cognome: Moscatiello
Luogo di nascita: Milano
Data di nascita: 25 Maggio 1991
Nazionalità : Italiana
Ruolo: Regista
Club: Fulham
Altezza: 175 cm
Peso: 73 kg

Profilo

Prendete carta e penna e segnatevi questo nome sul taccuino. Oggi vi presento l’erede di Andrea Pirlo. Si chiama Luca Moscatiello ed è un promettente classe ’91 del terribile vivaio interista dei Santon, Destro, Bolzoni e Balotelli. Mani in alto questa è una rapina: così, a soli quindici anni, fu scippato dal Fulham del miliardario Mohamed Al-Fayed. Non sfuggirono ai talent scout inglesi la sua tecnica fuori dal comune, e la sua qualità  nel dettare i tempi della manovra, che siano passaggi brevi o lunghe verticalizzazioni: ed è in questo modo che Luca si riscoprì emigrante.

Caratteristiche

Centrocampista centrale con licenza di play-maker, gioca davanti alla difesa o nel più classico 4-4-2. All’inutile giochetto a effetto da replay antepone l’efficacia. Ben strutturato fisicamente, merito d’ore ed ore trascorse in palestra, vanta un’ottima capacità  d’interdizione, frutto dell’asfissiante pressing che suole mettere in pratica. Predilige la fase offensiva ma non pecca mai in copertura. Stona a sentirsi, ma dice che gli piace lavorare e c’è da credergli, perchè in casa Fulham gode già  di considerazione. Col “chip” della cultura del lavoro installato nel cervello, ha studiato il calcio inglese, velocizzando le sue giocate e apprendendo i meccanismi del gioco a due tocchi. Buona visione di gioco e bello a vedersi, gioca sia di sciabola sia di fioretto, rappresentando un cocktail perfetto tra i milanisti Pirlo e Gattuso. Di Luca, gli amici dicono che è un leader senza grilli per la testa. Un giovane italiano, partito come talento verso l’Inghilterra, ma desideroso di tornare campione in Italia.

Quando gli ho detto: dai che un giorno entri, segni, e diventi il nuovo “Kiko” Macheda (anche se la posizione non è la stessa). Lui mi ha risposto con un flebile ‘speriamo’, nascosto in un sorriso. Ma io non stavo affatto scherzando.

Intervista (del 29 Agosto 2009)

Qualcosa che tu metti in campo e gli altri non hanno?
La tranquillità  nel possesso palla, avere cognizione di quando velocizzare o quando rallentare il gioco, e poi tanta voglia di fare bene sempre e comunque

Un giocatore al quale ti ispiri.
Per quanto concerne le giocate: Fabregas e Pirlo. Tuttavia mi piace anche lavorare duro in campo, pressare e farmi sentire

Tre caratteristiche che ti contraddistinguono in campo.
Tranquillità , fantasia e dedizione.

Il tuo obiettivo stagionale.
Penso solo a fare bene ogni giorno, in campo e in palestra, per cercare di impressionare mister Roy e convincerlo sulle mie effettive qualità . Poi vedremo cosa si muove per la prossima stagione

Come vedi il Fulham quest’anno?
Questa stagione, a mio parare, arriviamo tra le prime sette in Premier. Per quanto riguarda le coppe, invece, vedremo un po’. In effetti, ci sono tante partite da giocare, e bisogna gestire bene i tempi di recupero, tra una partita e l’altra, ma comunque abbiamo una bella rosa che ci permette di rifiatare. Quindi, speriamo bene!

Cosa senti di avere in più rispetto ad altri calciatori?
Mah… io penso che la particolarità , del mio ancor breve excursus, stia nell’essere venuto in Inghilterra a soli quindici anni. E’ stato un evento inatteso e sicuramente un’esperienza positiva per tantissimi motivi. Quando ho ricevuto quella chiamata del Fulham, sono rimasto un po’ stranito, perchè lasciavo gli amici e la famiglia, però allo stesso tempo mi piaceva l’idea di imparare la nuova lingua, apprendere nuovi metodi di allenamento e mettermi alla prova in una nuova sfida

Descrivi il tuo gol più bello o più importante.
Inter-Roma, in seminale alla Nike CUP: lancio lungo del centrale di difesa Caldirola (Inter primavera) che taglia il campo da sinistra a destra. Io arrivo davanti al portiere in uscita, tocco sotto a pallonetto, e gol del 2 a 1. Quella rete ci portò contro l’Empoli, in una finale che poi vincemmo

La giocata che più ti piace fare in campo.
Mi piace ricevere palla dal terzino sinistro, aprire con lo stop verso tutto il campo, e aspettare il taglio della punta per verticalizzare. E’ una giocata che mi riesce molto bene ed è efficace

Cosa ti ha portato a fare del calcio la tua vita?
La prima convocazione in nazionale, con i ragazzi più grandi di un anno, mi ha segnato molto: da lì ho capito quello che volevo fare. Poi ovviamente c’è stato il trasferimento al Fulham, dove ho imparato a lavorare duro ogni giorno, e a curare nei minimi particolari ogni allenamento.

Che cosa ha perso l’Inter lasciandoti andare?
L’Inter ha perso un giocatore con tanta voglia di far bene”¦

Che cosa distingue il calcio italiano da quello inglese?
Il calcio inglese è molto più veloce, e ciò naturalmente favorisce lo spettacolo. Per quanto riguarda la tecnica reputo l’Italia superiore. In fondo persiste una vera e propria differenza di mentalità : infatti, in Italia ci si allena molto sulle giocate e tatticamente la preparazione è migliore, mentre in Inghilterra un carattere imprescindibile è l’intensità  di gioco.

La canzone che prima di una partita ti carica.
Get Up di 50 cent. La mettono sempre negli spogliatoi, prima della partita, e adesso non posso farne a meno.

Una cosa che odi del calcio e una che vorresti chiedergli.
Odio le persone, faziose, che parlano da tifoso e non riescono a giudicare in maniera equilibrata le cose che succedono. Odio il fatto che, nel calcio, ci metti tanto per arrivare e un attimo per distruggere tutto quello che hai fatto. Infine odio il razzismo e la violenza negli stadi, che non appartengono affatto al calcio. Poi mi piacerebbe vedere molte più famiglie allo stadio in modo da passare un bel pomeriggio.

Tu sei originario di “Baggio”, un quartiere di Milano dove, come risaputo, è difficile vivere. Si può dire che in qualche modo il calcio ti abbia aiutato?
Si tantissimo! E’ un quartiere dove la gente fa fatica, e i ragazzi vivono in una realtà  difficile. Il fatto di avere il calcio mi ha aiutato a sapere sempre quello che volevo dalla vita, e a non fare mai stupidate. Adesso quando ritorno lì, mi vedono come un esempio da emulare, e ciò mi gratifica

Dicembre 2009, “The Sun” (noto giornale inglese) leggo: “Luca Moscatiello: A baby italian hero of week”. Che effetto ti fa?
Io lavoro sempre al massimo, sperando di rendere realtà  questo titolo sul “The Sun”.

Vorresti dire qualcosa in particolare?
Sì, vorrei dire che ogni giorno quando mi alleno e quando gioco, guardo sempre il cielo per trovare la forza di fare tutto. La forza che mi da mio nonno Franco: una persona speciale che vorrei vedesse quel che sto facendo, anche se sono sicuro che sta guardando tutto.

Quando sarai famoso, ti ricorderai di quest’intervista?
Certo! Mi ricorderò anche il tuo nome e ti chiamerò per andare a bere qualcosa fuori se ti andrà .

Grazie a Luca Moscatiello per la squisita disponibilità .

Domenico Maione