Fiorentina Primavera, Corradini: «Obiettivo play-off. Mi ispiro a Pirlo»
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Fiorentina Primavera, Corradini: «L’obiettivo è andare ai play-off. Mi ispiro a Pirlo» – ESCLUSIVA

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Giovanni Corradini, centrocampista e capitano della Fiorentina Primavera, si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni. Le sue parole

La Fiorentina è tra le squadre copertina di questo inizio stagione di campionato Primavera 1. La formazione di Alberto Aquilani si trova al secondo posto dopo 8 giornate ed è reduce da ben 5 vittorie di fila. Giovanni Corradini, capitano e tra i protagonisti assoluti di questo splendido inizio stagione della viola, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di CalcioNews24. Le sue parole.

Avete iniziato alla grande questa stagione. Siete al 2° posto dietro la Roma e venite da ben 5 vittorie di fila. Secondo te dove potete arrivare come squadra?

«L’obiettivo che abbiamo come squadra è quello di qualificarci per i play-off».

Nelle zone alte del campionato la classifica fin qui è cortissima. Quali sono le squadre che temi di più?

«Per vincere qualsiasi partita bisogna giocare sempre al 100% perché tutte le squadre sono temibili. Le più attrezzate credo siano la Roma, l’Empoli, la Juventus e l’Inter, ma attenzione al Napoli, al Torino ed al Genoa».

Una stagione che dunque si preannuncia essere molto diversa rispetto a quella passata dove, seppur con la vittoria della Coppa Italia, in campionato avete rischiato un po’. Che differenze noti tra questa stagione e quella scorsa? 

«La differenza maggiore, secondo me, è che la squadra sta assimilando sempre di più le idee di gioco del mister».

Un ottimo rendimento come collettivo ma anche a livello personale. Prestazioni sempre costanti, già 3 gol all’attivo ed una leadership evidente nello spogliatoio. Pensi che la fascia di capitano ottenuta quest’anno ti stia dando una marcia in più?

«Senz’altro la fascia di capitano è un attestato di fiducia che mi dà ancor più motivazione ed una responsabilità che non voglio deludere»

Fin qui come detto un grande avvio di stagione per te, ma in cosa pensi di dover ancora migliorare? Ed invece, quali sono i tuoi punti di forza?

«Devo migliorare sotto molti aspetti: principalmente nel gioco aereo e nell’uso del piede destro. Credo che il mio punto di forza sia quello di riuscire a leggere abbastanza bene gli sviluppi del gioco, soprattutto nella fase di possesso palla».

Mister Aquilani ti starà dando certamente una grossa mano nel tuo percorso di crescita. Com’è il rapporto con lui e che tipo di allenatore è?

«Il rapporto con il mister è ottimo. È il tipo di allenatore che in partita lascia ai suoi calciatori un largo margine di libertà nel fare le scelte di gioco, in modo che ognuno in gara possa esprimersi secondo le proprie caratteristiche, seppur entro i limiti più ampi della sua concezione del calcio, e quindi di avere l’occasione di maturare ogni partita».

Quali sono i tuoi idoli a livello calcistico? A chi ti ispiri?

«Gli idoli sono tutti i grandi calciatori che in campo esprimono quel qualcosa in più. Il giocatore a cui mi ispiro di più è Pirlo, soprattutto per i nervi saldi che riusciva a mantenere anche nelle situazioni di gioco più intense».

Da giocatore che ormai ha tanta esperienza a livello di giovanili e che è all’ultima stagione in Primavera ti chiedo: si sente spesso il dibattito tra chi pensa che per far migliorare i ragazzi, le squadre giovanili debbano giocare un bel calcio senza pensare troppo alla semplice vittoria di campionati, coppe ecc., mentre altri sono invece più “risultatisti” classici. In questo discorso tu da che parte stai? Pensi che a questi livelli per migliorare bisogna pensare solo al gioco, oppure si può migliorare giocando anche in maniera “sporca”?

«Credo che per far migliorare i ragazzi la soluzione migliore sia quella di mescolare questi due aspetti: è fondamentale lavorare per giocare un bel calcio e contemporaneamente avere come obiettivo quello di ottenere un risultato. Giocare sporco con l’unico obiettivo di conseguire un risultato è controproducente, perché si rinuncia al gioco, cioè si toglie al giovane calciatore la possibilità di affrontare le partite senza mettere in campo tutte le proprie abilità o confrontarsi con le proprie carenze. Contemporaneamente bisogna abituarsi alla vittoria, perché vincere aiuta a vincere».