2015
Frosinone, Stellone: «Umiltà e gioco»
Il tecnico gialloblu è pronto dopo la storica promozione
Emozioni e voglia di cominciare in casa Frosinone, che si trova in Albania per la presentazione della squadra, dopo la storia promozione in Seria A. Tanti i nuovi innesti e l’entusiasmo, Roberto Stellone, allenatore dei gialloblu, ha risposto alle domande della Gazzetta dello Sport. «Altri exploit? Per il momento puntiamo alla salvezza, non possiamo sperare di fare quello fatto negli ultimi due anni. Non vogliamo essere una meteora, anche se riuscissimo a salvarci sarebbe come vincere di nuovo la B». «Si sente già la differenza del salto in Serie A, anche solo i tifosi lo sentono. Il primo anno in Lega pro erano in 800 alla prima allo stadio, oggi vengono in 5000 per la prima amichevole contro squadre non professionistiche. Per me invece è ancora presto per copertine e riflettori».
LA PRIMA – Anche se il debutto dell’allenatore in Serie A potrebbe essere simile a quello della squadra, con Torino sempre presente. «Feci il mio esordio contro la Juve, segnai ma perdemmo. Contro il Torino non posso segnare, ma spero le cosa vadano in maniera diversa. Ventura poi è un tecnico che stimo molto. Per restare in A bisogna fare punti con le medio piccole e rompere le scatole alle grandi». Un arrivo a Frosinone da giocatore non proprio fortunato, ma una trasformazione che ha portato benefici a tutti in casa gialloblu. «Quando arrivai nel 2009 ero svincolato, dopo pochi allenamenti mi strappai, dissi a Stirpe che se pensava che fossi arrivato già infortunato poteva anche strappare il contratto, lui mi rispose che gli servivo per la salvezza. L’anno dopo altro infortunio, e retrocessione. Mi fu affidata la Beretti, un’emozione unica, presi il tutto come se fosse una finale di Champions».
BOMBER – Intanto da attaccante ad attaccante è arrivato Longo, anche se il sogno nel cassetto del tecnico era Zaza. «Dissi Zaza perché ci assomigliamo. Cercavo un attaccante capace di sacrificarsi, di difendere per la squadra, che non pensi solo a segnare. E Longo rispecchia alla perfezione l’identikit».