2014
Germania, Bierhoff: «Italia, siamo pronti a sfatare le maledizioni»
Le parole dell’ex attaccante, ora dirigente della Federcalcio tedesca, in vista dei Mondiali.
MONDIALI GERMANIA BIERHOFF – Dirigente della Federcalcio tedesca dal 2004, Oliver Bierhoff si è concesso ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” per parlare in vista dei Mondiali in Brasile, a cui la Germania si è preparata allenandosi in Italia: «Veniamo in Italia dal 2006 — Sardegna, Sicilia, due volte qui — e troviamo sempre cordialità, disponibilità, ottime condizioni. Il lavoro in Alto Adige è stato calcisticamente valido. Con Grosskreutz che ha fatto pipì nella hall di un hotel siamo stati chiari, non tolleriamo più certi comportamenti. Il tragico incidente durante uno spot del nostro sponsor ci ha colpito profondamente, siamo sempre in contatto con la famiglia del ferito più grave (è in coma indotto, ndr.), speriamo che guarisca presto. Forse certe azioni di Pr andranno ripensate, ma il calcio ha anche un aspetto commerciale. Sono sicuro invece che gli infortunati sul campo saranno pronti. Neuer, Lahm, Schweinsteiger ci aiuteranno in Brasile», ha dichiarato l’ex attaccante.
LA RIVALITA’ – Bierhoff ha poi parlato della “maledizione” azzurra, che la Germania ha intenzione di sfatare: «Nel 2006 e 2008 abbiamo perso contro Italia e Spagna che avevano qualcosa di più. Già nel 2010 era più possibile, ci ha castigato un corner in semifinale con la Spagna. All’Euro 2012 sentiamo ancora di avere buttato la partita. Giuste o sbagliate formazione e tattica, con l’Italia abbiamo perso per due errori individuali. Se si avvicina l’Italia il nostro obiettivo è di cancellare nella testa, e non solo, la maledizione. Italia precaria? Per questo è pericolosa. Non va al Mondiale dicendo che è favorita, però ha sempre qualcosa da proporre».
LA RICOSTRUZIONE – Infine, il dirigente tedesco ha parlato del gruppo di Loew: «Come gruppo siamo più avanti. Quelli del nucleo storico da 10 anni, Mertesacker, Lahm, Schweinsteiger, Podolski sanno che è l’ultima occasione per prendere un Mondiale. La generazione successiva, Özil, Khedira, Reus, Götze ha molta più esperienza rispetto al 2012 per sopravvivere nei momenti delicati di un torneo. Futuro? No, non smetto. Io ho un contratto fino al 2016 ed è importante far vedere che mantengo la parola. Con la federazione stiamo cambiando mentalità al calcio tedesco. Non ho ancora finito».