Ho paura: le 10 mascotte più brutte dei Mondiali - Calcio News 24
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2014

Ho paura: le 10 mascotte più brutte dei Mondiali

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C’è il gallo, il cane, il leone, il peperoncino, l’arancia e delle robe che meglio non sapere cosa sono

MASCOTTE MONDIALI – Ci son due coccodrilli ed un orango tango, due piccoli serpenti ed un omino che non si capisce bene cosa diamine sia, il gatto, il topo, un elefante, non manca più nessuno, solo non si vede la sanità mentale di chi ha partorito certe schifezze. Suonava più o meno così la celebre filastrocca che i creatori delle mascotte dei Mondiali dal 1966 ad oggi cantavano ai propri figli per tenerli svegli. Si può dire che le mascotte mondiali siano un po’ il prodromo all’uso di ketamina che poi è dilagato negli anni novanta: non fanno chiudere occhio. 

TOP TEN – Per voi, ma solo per voi, “calcionews24.com” ha deciso di tornare indietro nel tempo e tirare fuori dall’armadio ciò che avete voluto dimenticare. I vostri peggiori incubi si materializzeranno da qui a poco: questa è la top ten delle mascotte dei Mondiali più orrende che l’umanità abbia mai visto in scala di bruttezza ed abominio che calcoleremo da uno a un cross di De Ceglie.

10 – Footix, Francia 1998: Footix è un galletto, perchè i francesi dai Galli in poi c’hanno sempre avuto questa fissa dei galletti e nel 1998 hanno ricordato al mondo che solo loro potevano avere il coraggio di tirare fuori un gallo rosso e blu con un pallone in mano. Il nome Footix, questa è bella, è l’associazione delle parole “FOOT-ball” e “Aster-IX” con un complessissimo schema enigmistico che si chiama “lucchetto”. Cioè, questi per mettere insieme un gallo con Asterix hanno dovuto scomodore uno schema linguistico: come fai a non detestarli?

9 – Striker, USA 1994: Striker è un cane con un passato nella tossicodipendenza e nella delinquenza organizzata di strada che i creativi americani, che di calcio notoriamente non c’hanno mai capito una mazza, decisero di tirare fuori per i Mondiali del 1994. Striker, se non ve ne foste accorti, significa attaccante, perchè notoriamente ai Mondiali ci giocano solo gli attaccantI, chi se ne frega degli altri ruoli insomma, ed infatti la finale dopo i tempi regolamentari era ancora 0 a 0. E’ un cane con una maglia di USA ’94, stop. Non cercate altri significati, vi prego.

8 – World Cup Willie, Inghilterra 1966: E’ un leone con la maglia del Regno Unito ed è stata la prima mascotte mai vista ad un Mondiale. Potevamo farne a meno? Certo che sì, ma gli inglesi devono sempre inventare un motivo per rovinarci l’esistenza. Ora, questo cacchio di leone con gli occhi chiusi non sarebbe manco tanto brutto, qualcuno però dopo quasi 50 anni si prenda la briga di spiegarci perchè un Mondiale che si è giocato solo in Inghilterra doveva avere come mascotte un leone con la maglia del Regno Unito, sarebbe più o meno come se domani Bossi decidesse di organizzare i Mondiali della Padania con una mascotte tricolore. Perchè?

7 – Fuleco, Brasile 2014: La mascotte di quest’anno. E’ un armadillo (sì, insomma, un sorcio con la corazza) con la testa blu e con questo penso di aver detto tutto. Quale mente malata può mai pensare di poter utilizzare un armadillo come mascotte di un Mondiale? Ma poi il nome… Si chiama Fuleco, dove “Ful” sta per “Futbol” ed “eco” per “ecologia”: sembra il nome di una pompa di benzina. «Andiamo a fare il pieno alla Fuleco?» «Sì, mi hanno detto che lì si rispamia un casino e ti regalano pure un armadillo». Mah.

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6 – Pique, Messico 1986: Questo è un premio all’originalità. I creativi si chiamano così perchè sono creativi, appunto, no? Guardate qui che si sono inventati i messicani: un peperoncino col poncho, il sombrero e i baffi! Cioè, praticamente un concentrato di luoghi comuni. Ma davvero li hanno pagati questi? E’ come se gli italiani inventassero una mascotte con una pizza e un rigatone che si scambiano tangenti in vista dell’Expo. Solo luoghi comuni. 

5 – Goleo VI e Pille, Germania 2006: In pratica un leone ed un pallone parlante. Sì, avete capito bene: un leone (“Gol + Leo”, pensate che fantasia) con la faccia da babbeo che fa strane movenze con la maglia numero “06” ed una palla (che manco si vede) che è la sua migliore amica. I creativi che hanno messo in piedi questa sceneggiata sono finiti di fronte al tribunale dell’Aja per crimini contro l’umanità. 

4 – Tip e Tap, Germania 1974: Sono in difficoltà, non so come spiegarvela senza insultare nessuno. Praticamente questi sono due ragazzini rubicondi, uno biondo e l’altro moro (a rappresentare Germania Est e Ovest), che salutano a buffo non si sa bene chi. Entrambi hanno un passato problematico con l’alcool, nonostante la giovane età, basta guardarli in faccia insomma. Giuro che se non fossero due mascotte, li avrei presi per due protagonisti de “I ragazzi dello Zoo di Berlino” (film tedesco che, guarda caso, si ispirerà al libro uscito pochissimi anni dopo). Sulle maglie hanno la scritta “WM74”, dove “WM” sta per Weltmeisterschaft”, ovvero “Coppa del Mondo”: scrivere solo “World Cup” era complicato… Poi ‘sti tedeschi si lamentano che li prendiamo per il sedere. 

3 – Naranjito, Spagna 1982: E’ un’arancia ebete con un pallone in mano. Cioè una palla, con un’altra palla in mano: due palle, quelle che c’hanno fatto a noi con questa mascotte assurda. L’arancia, per chi non lo sapesse, è uno dei frutti tipici della Spagna: tra tanti, hanno scelto questo. Avevano una gamma di possibilità immensa gli spagnoli per fare una mascotte decente: scelsero la peggiore, ci vuole creatività anche per questo. Paolo Rossi e compagni, dopo aver vinto il Mondiale, bevvero come delle spugne non per festeggiare la vittoria, ma per dimenticare di aver visto Naranjito (letteralmente “l’arancetta”). 

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2 – Ato, Kaz e Nik, Corea e Giappone 2002: Ora, già per non fare ironia sul nome dovrei fare un grosso sforzo. Praticamente queste sono tre mascotte fatte a pc che rappresentano una futuristica squadra di atomi, l’Atmoball. Il tizio arancione, Ato, è l’allenatore di quegli altri due squilibrati, Kaz e Nik (il viola e il blu). Non hanno un significato preciso e nemmeno una forma, quindi non cercate una spiegazione all’irrazionale: sono semplicemente il prodotto dell’uso continuato e smodato di droghe sintetiche, qualsiasi tossico vede delle robe così ogni giorno davanti agli occhi. I loro nomi sono stati scelti tramite una votazione nei McDonald’s d’Oriente e qui si spiega tutto: dopo aver mangiato 2 kili di patatine fritte e rifritte nel proprio olio, non puoi che pensare solo al “Kaz”

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1 – Ciao, Italia 1990: Potevamo noi italiani non distinguerci in bruttezza ed approssimazione? No, non potevamo, perchè è nel nostro DNA spiccare nel bene, ma soprattutto, nel degrado. Già il nome: “Ciao”, cioè la prima parola italiana che ti viene in mente, la più banale, la più stupida, che c’entra col calcio? Niente, ovviamente niente, è solo un saluto a caso scelto da chi giocava al Totocalcio, cioè dalla maggior parte degli italiani dipendenti dal gioco. Poi, come definirla questa mascotte? Cioè, cos’è di preciso? Una specie di calciatore stilizzato composto da cubi tricolori con la testa a forma di pallone. Che sia osceno, è oggettivo, ma che significato ha? Perchè i cubi? Perchè tutto questo? Anni dopo, non si è ancora capito, ciao.