2012
Inter, Milito: ?Se potessi toglierei Pirlo alla Juventus?
JUVENTUS INTER MILITO – Diego Milito è pronto, del resto partite come quella contro la Juventus non richiedono particolari sforzi di concentrazione, ma ti caricano in fretta. L’attaccante dell’Inter, intervistato da Tuttosport, ha parlato della sfida contro i bianconeri e del futuro in nerazzurro.
Diego Milito, è l’Inter l’anti-Juve?
«Lo dirà il campo. Certo, siamo sulla buona strada ma dobbiamo crescere ancora tanto. Intanto stiamo facendo un ottimo campionato».
Anche superiore alle attese?
«Ognuno parte con l’illusione di far bene, ma sapevamo che non sarebbe stato facile avendo tanti giocatori nuovi in rosa. Poi abbiamo anche cambiato sistema di gioco, però l’abbiamo assimilato benissimo. Per questo sostengo che stiamo facendo on’ottima stagione».
L’Inter, dopo Calciopoli, in campionato non ha mai battuto la Juventus a Torino. Non ci è riuscito né Mourinho, né Leonardo tanto meno Ranieri. C’è un blocco psicologico che vi condiziona?
«Beh, mi auguro che possa vincere l’Inter di Stramaccioni. Non credo che sia una questione psicologica: queste sono partite difficilissime e abbiamo sempre affrontato un’ottima Juventus».
Potesse toglierne uno a Conte, chi sceglierebbe tra Pirlo e Vucinic?
«Pirlo perché, impostando il gioco, è fondamentale».
Arrivate a Torino a -4, doveste perdere, sarebbe già un addio allo scudetto?
«Beh, cercheremo di non perdere… Siamo soltanto all11ª giornata: è importante ma non decisiva».
Il distacco, anche restando invariato, sembra però già importante…
«Quattro punti non sono né tanti né pochi. Certo, la Juventus sta facendo un campionato straordinario e, continuando così, sarà difficile prenderla. Però stiamo bene e siamo consapevoli che andremo a Torino per fare una buona partita e che li metteremo in difficoltà».
Paradossalmente, vi toccherà fare il tifo perché la Juve vada avanti in Champions…
«Io in Europa tifo per tutte le italiane per via del ranking Uefa. Ovviamente poi, alla lunga, gli impegni si sentono. Loro hanno una buona rosa per gestire al meglio l’alternanza tra coppa e campionato ma noi speriamo che si stanchino e che, a lungo andare, qualche punto lo lascino nel cammino».
L’assenza di Conte in una partita così ricca di tensioni, può essere un handicap per la Juventus?
«Se fossimo alla prima di campionato, avrei detto di sì. Poi, vedendo i loro risultati, non penso ne abbiano risentito».
Del Piero in Australia. Che effetto fa?
«Beh, credo stia bene. Ovviamente il calcio italiano ha perso un grandissimo giocatore».
Juve-Inter senza di lui perde qualcosa?
«Sì perché stiamo parlando di un mito e tutti vorrebbero affrontare certi campioni».
Il paragone tra Mourinho e Stramaccioni è blasfemo?
«Ogni allenatore è fatto a modo suo e va rispettato il suo lavoro. José ha vinto tutto, Andrea è alle prime armi, ma non mi piace fare paragoni».
Deve però ammettere che entrambi hanno una capacità innata nel raffrontarsi con i campioni.
«Questo è vero, sono simili perché riescono a far arrivare perfettamente il loro messaggio ai giocatori e così riescono a farli esprimere al meglio».
L’anno scorso la difesa a tre sembrava il peggiore dei mali, quest’anno è stata la chiave della svolta. Cosa è cambiato?
«Forse non avevamo i giocatori adatti, poi abbiamo avuto poco tempo per lavorare con Gasperini. Adesso è diverso: abbiamo assimilato questo sistema di gioco, siamo più equilibrati e ci sentiamo più sicuri».
Un Milito così in palla non si era visto nemmeno nella stagione del Triplete.
«È vero. E non ho cambiato né modo di lavorare tanto meno i carichi in allenamento. Il segreto però è semplicissimo: ho fatto tutto il ritiro a Pinzolo, cosa che non riuscivo a fare proprio da quell’estate…».
È opinione comune che nessuno in Italia abbia un tridente così ben assortito come il vostro. È d’accordo?
«Sì perché abbiamo trovato equilibrio e abbiamo davvero molte soluzioni per mettere in crisi le difese avversarie».
Con sentiti ringraziamenti a Cassano.
«Non sono stupito che faccia così bene. Stiamo parlando di un giocatore straordinario che può metterti la palla giusta in qualsiasi momento. Un giocatore che, palla al piede, ogni volta può creare un pericolo».
La Cassanata più divertente?
«Antonio è uno che si gode la vita e fa molto ridere: è un bel personaggio e una buonissima persona».
Come nasce l’intesa tra lei e Palacio?
«Fuori dal campo. Siamo amici, passiamo tanto tempo insieme e per questo in partita riusciamo a capirci
semplicemente da uno sguardo».
Braschi sostiene che, come i giocatori sbagliano un rigore, pure gli arbitri possono sbagliare. Concorda?
«Sì. Poi ci sono errori ed errori e quello che è successo a Catania è gravissimo e l’hanno visto tutti. Però può capitare perché siamo umani e, in quanto tali, possiamo sbagliare».
Julio Cesar invece ha detto che, dopo Calciopoli, chi arbitra la Juventus non lo fa con la giusta serenità.
«Può darsi che sia così. Se mi metto nei panni degli arbitri, posso sicuramente pensare che non sia facile per loro».
La sudditanza psicologica esiste?
«Per me sono soltanto errori che in campo ci possono stare».
Il suo contratto scadrà nel 2014. Ha già iniziato le pratiche per rinnovarlo?
«Manca tanto di quel tempo… Io qua sto benissimo, vediamo cosa succede. Però posso assicurare che la mia ultima squadra in Europa sarà l’Inter».