2014
Italia, Materazzi: «Tra le prime quattro. Rossi? Si sarà illuso. Mi fido di Balotelli e Cassano»
Le parole dell’ex difensore in vista dei Mondiali.
MONDIALI ITALIA MATERAZZI – Rientrato a Perugia ieri pomeriggio prima dell’allenamento della Nazionale, Marco Materazzi ha salutato gli azzurri ed in particolare coloro con i quali ha conquistato il Mondiale nel 2006. L’ex difensore è convinto che la squadra di Cesare Prandelli possa far bene in Brasile: «Questa Nazionale è da prime quattro, almeno sulla carta. L’Italia è vicecampione d’Europa e l’Europeo per me è un Mondiale senza Brasile e Argentina. Poi ci sono tante variabili e sempre qualche sorpresa, per carità: però l’Italia è fortissima, fidatevi. Perché non vedo punti deboli. A cominciare dalla difesa, che è quella della Juve, con due esterni come De Sciglio e Darmian: giovani, ma anche ottimi giocatori. Se avrei portato Ranocchia? Sì, e non perché è il mio pupillo: per quello che ha dimostrato negli ultimi due mesi, raduno compreso, lo avrebbe meritato. Paletta fino all’amichevole di Madrid (il 5 marzo contro la Spagna, ndr) aveva giocato benissimo, ma da allora in poi ha fatto meno bene di Andrea», ha dichiarato Materazzi ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
L’ANALISI – L’ex Inter ha parlato poi degli altri reparti azzurri, concentrandosi in particolare sui registi e Mario Balotelli: «Forse nessuna squadra ha la qualità dell’Italia. Anzi, qualità e quantità: Pirlo, Verratti, De Rossi, Thiago Motta, Marchisio. Chi ce li ha? Pirlo e Verratti due fenomeni, con la testa e con i piedi, e il pallone lo vogliono lì, sul loro piede: i fenomeni insieme possono sempre giocare. Non tutti se ne accorgono, ma Andrea ha anche grandi doti di corsa. Detto questo, qualunque squadra che affronta l’Italia e la Juve a cosa pensa? A come togliere spazi e libertà a Pirlo. Verratti può aiutarlo, come all’Europeo lo aveva aiutato De Rossi. Là davanti mi fido di Balotelli e di Cassano. Di Mario ci si può fidare perché arriva a questo Mondiale non spremuto e adesso deve solo goderselo. E perché nei momenti decisivi lui c’è sempre stato e io ne ricordo sempre uno, quel giorno a Parma quando vincemmo lo scudetto: i gol li fece Ibra, ma lui per 70’ su un pantano giocò da esterno come Garrincha. A me sembra che sia da un po’ che la testa di Mario non fa scherzi: se a voi rubano il telefonino cosa fate, ringraziate il ladro o provate ad inseguirlo?».
FIDUCIA – Infine, spazio alle considerazioni su Cassano, Rossi e Prandelli: «Per lui era un sogno e se l’è preso: ora deve pensare solo a divertirsi in campo, e farà divertire. Rossi? Si sarà illuso, lo immagino e lo capisco. Però non si può dire che Prandelli non gli abbia dato tutta la fiducia possibile e mi pare difficile che proprio con lui sia stato indelicato o superficiale. Prandelli? Non si è mai discostato dalle sue idee e oggi la sua è la Nazionale del possesso palla e della qualità anzitutto. Quella che non eravamo noi nel 2006, perché ogni squadra ha la sua filosofia».