Italia - Uruguay: o risorgiamo come collettivo o saremo annientati individualmente - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Italia – Uruguay: o risorgiamo come collettivo o saremo annientati individualmente

Pubblicato

su

All’Italia serve almeno un pari per passare il girone, l’Uruguay vuol vendere cara la pelle

ITALIA URUGUAY BRASILE 2014 – Potevamo evitarlo e invece eccoci qua, il dentro o fuori del Mondiale ci aspetta nel caldo pomeriggio di Natal, all’Estadio das Dunas. E’ la stagione delle piogge in questo zona del Brasile, speriamo che valga il detto “partita bagnata, partita fortunata” – ma esiste un detto del genere? – e quindi l’Italia riesca a prevalere sull’Uruguay. A dire il vero nello spareggio per il passaggio del turno, agli azzurri basterebbe un pari per essere sicuri del secondo posto mentre la Celeste deve vincere, avendo una differenza reti peggiore. Chi l’avrebbe mai detto, comunque adesso ci siamo e bisogna stare attenti a non fare troppi calcoli in campo: la storia ci ha insegnato che è deleterio. Chi passa come seconda verosimilmente troverà la Colombia agli ottavi di finale sabato 28 giugno, ma prima al turno successivo bisogna arrivarci. O risorgiamo come collettivo, o saremo annientati individualmente, citando il discorso di Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica.

LE PROBABILI FORMAZIONI – Cesare Prandelli deve smentire le critiche feroci che sono arrivate nei suoi confronti e soprattutto con un successo deve riuscire a calmare l’ambiente, visto che i media italiani lo hanno preso di mira e il clima è da colpo di stato o quasi. Dalle ultime indiscrezioni sembra che si possa cambiare modulo, e d’altronde anche il ct sembrava parecchio intenzionato a passare al 3-5-2: con De Rossi assente la difesa sarà composta dal blocco juventino mentre a centrocampo troverebbe spazio Verratti in un ruolo da mezzala con Pirlo a fare il vero regista; davanti la strana coppia Balotelli – Immobile. L’Uruguay ha il dubbio Lugano ma il capitano sembra non farcela e quindi anche lui salterà la sfida di Natal, Tabarez opterà per Gimenez, il 19enne dell’Atletico Madrid che di esperienza ne ha poca ma di grinta invece abbonda. Confermatissimo l’attacco dei sudamericani, con Suarez e Cavani a formare forse la coppia meglio assortita di questo Mondiale.

ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Darmian, Verratti, Pirlo, Marchisio, De Sciglio; Balotelli, Immobile. A disposizione: Perin, Sirigu, Abate, Paletta, Parolo, Aquilani, Cassano, Cerci, Insigne, Candreva, Motta. CT: Prandelli.

URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Gimenez, Godin, Alvaro Pereira; Lodeiro, Gonzalez, Arevalo Rios, Rodriguez; Cavani, Suarez. A disposizioneSilva, Munoz, Lugano, Perez, Gargano, Ramirez, Forlan, Hernandez, Coates, Stuani, Fucile. CT: Tabarez.

I GIOCATORI CHIAVE – Il gioco dell’Italia passerà da Andrea Pirlo, è lui il giocatore più utile e più amato in Brasile. Non ha ancora sbagliato niente da quando ha messo piede in Sudamerica e anche nella Caporetto di Recife è stato tra i migliori, con le sue verticalizzazioni e i suoi passaggi filtranti, non a caso le due palle gol su azione per Balotelli portano tutte il copyright dello juventino. Tabarez però è un maestro di calcio e quindi molto probabilmente avrà studiato una sorta di gabbia, ma Pirlo ci ha insegnato che i suoi pensieri non si possono ingabbiare così facilmente e soprattutto adesso che giocherà nel solito ruolo in cui lo mette Conte c’è da aggrapparsi al suo magnifico piede destro. Dalla parte opposta il giocatore chiave è uno e uno solo e risponde al nome di Luis Suarez. Sì, l’Uruguay è un gran collettivo ma si è vista la differenza tra averlo e non averlo: 1-3 con la Costa Rica con lui infortunato, 2-1 all’Inghilterra con doppietta del Pistolero in campo quasi tutto il match. E’ un giocatore in forma strepitosa, ha ritrovato la gamba buona delle partite con il Liverpool e sembra essere afflitto dalla gol-dipendenza. Difficilmente nella storia recente si è visto un giocatore in grado di cambiare così il modo di giocare di una squadra e se Chiellini rimane quello di venerdì allora l’unico modo per fermarlo sarà recarsi alla chiesa più vicina e iniziare a pregare.

I PRECEDENTI – L’Uruguay si vanta di avere in bacheca quattro titoli mondiali perché ha vinto anche le due olimpiadi prima dell’iinizio della Coppa Rimet, nel 1024 e nel 1928. In quest’ultima edizione in Olanda l’Uruguay sconfisse in semifinale gli azzurri 3-2 e quello è stato il primo confronto tra le due compagini. Per arrivare al secondo bisogna fare un salto di 42 anni, quando a Mexico ’70 le due squadre fecero 0-0 nella fase a gruppi; l’ultimo Italia – Uruguay ai Mondiali però è datato 1990 e porta con sé gli occhi esultanti di Totò Schillaci e quelle speciali Notti Magiche quando vincemmo 2-0 grazie al siciliano e a Aldo Serena. L’ultima sfida tra le due è dell’anno scorso, a Salvador la finale 3° e 4° posto della Confederations Cup fu appannaggio nostro ai rigori, 2-2 in partita e 3-2 ai penalty. In totale, contando anche le amichevoli (tra le quali una del 2002 che segnò l’infortunio grave di Pessotto e la nascita di Zambrotta come terzino) si sono disputati 9 precedenti, con due vittorie italiane, 4 pari e tre successi sudamericani.

CURIOSITA’ – L’Uruguay gioca contro l’Italia la cinquantesima partita nella sua storia per quanto riguarda la Coppa del Mondo. Esordì in casa nel 1930 con un uno a zero al Perù e vinse pure quel Mondiale, ma soprattutto la Celeste è una squadra che in Brasile ha fatto ben altro: vi ricordate forse di quando giocò contro una nazionale alla quale bastava il pari per vincere il Mondiale? Vi dice niente la parola Maracanazo? Lo spettro di un bis è sempre lì dietro l’angolo, speriamo che gli azzurri siano bravi ad esorcizzarlo. Tra l’altro l’Uruguay è ancora a caccia del primo gol all’Italia in un Mondiale visto che, come detto, i precedenti in Coppa del Mondo sono uno 0-0 e uno 0-2. Una curiosità riguarda invece i giocatori impiegati dai due selezionatori, sia Prandelli che Tabarez infatti sono quelli che nelle prime due gare hanno fatto ruotare più calciatori, vale a dire 19 a testa. L’Italia ha dovuto fare a meno di Buffon e quindi ha già utilizzato pure due portieri – e con Buffon in campo curiosamente non vinciamo ai tempi regolamentari in un Mondiale dalla famosa semifinale di Dortmund del 2006 – ma non ancora Bonucci e De Sciglio che si candidano ad essere il 20° e il 21° a scendere in campo, mancano solo all’appello dunque Perin e Aquilani.