2012
Juventus, Conte: “Cinque finali per coronare un sogno”
Inizia da Cesena l’ultimo tratto del percorso della Juventus verso la conquista dello scudetto. “Viviamo momenti importanti e situazioni che si evolvono in fretta – le parole del tecnico bianconero Antonio Conte alla vigilia della trasferta in terra romagnola -. Oggi siamo celebrati su tutti i giornali, giustamente, visto quanto stiamo facendo. ma se questo dovesse farci cambiare atteggiamento, significherebbe non aver capito molto. Dobbiamo sempre avere in mente ciò che ci ha portato a fare una stagione straordinaria: l’umiltà, il sacrificio, il lavoro, il pensare al “noi” e non all’”io”. Abbiamo centrato la Champions, obiettivo straordinario, ma ora possiamo giocarci lo scudetto. Se dovessimo cambiare anche solo di una virgola, torneremmo indietro. Questo non deve accadere e sono convinto che non accadrà. I miei giocatori finora mi hanno sempre stupito in positivo e hanno voglia di continuare. Abbiamo davanti degli ostacoli facili sulla carta, ma di facile nel calcio non c’è niente. Sappiamo di avere un bonus in più, ma anche che le difficoltà rimangono da qui sino alla fine. Sono cinque finali da giocare, cinque “partite della vita” per coronare un sogno“. Il vantaggio sulla Juventus si è accresciuto di 4 punti in seguito alla vittoria sulla Roma e al conseguente pareggio dei rossoneri contro il Bologna: “Siamo curiosi di vedere il nostro comportamento. Fin’ora questi ragazzi hanno superato prove straordinarie, giocando a -7, a -5, a -1 o a più 1, sempre con l’obbligo di vincere. L’hanno fatto, dimostrando maturità e personalità. Io ripeto sempre di dare il massimo sino alla fine e vedremo se questo ci porterà a coronare il sogno. Faremo di tutto perché questo avvenga, ma celebreremo solo quando avremo qualcosa in mano. Prima di parlare è meglio vincere. Io ho perso una finale di Coppa del Mondo e una di un campionato Europeo. Non se lo ricorda nessuno però. Così come nessuno si ricorda le cinque volte in cui sono arrivato secondo in campionato. Solo chi vince scrive la storia e questo deve essere uno stimolo feroce per noi“. Conte non teme che la troppa pressione potrebbe mettere in difficoltà la sua squadra: “La paura per noi non deve esistere. Se dovessi aver paura di qualcosa, io per primo manderei messaggi negativi. Diciamo che seguiamo con attenzione l’evolversi delle vicende, cerchiamo di dare i giusti input, considerando anche i messaggi che arrivano dall’esterno. Dobbiamo essere gestire queste situazioni, perché una grande squadra è brava a farlo“. L’allenatore bianconero divide i meriti tra sè e i propri giocatori: “Un tecnico deve tracciare una strada, portando organizzazione, metodo, competenze e idea di gioco. L’allenatore è nulla però se non trova la disponibilità dei calciatori. Senza disponibilità è come se si volesse guidare una macchina ferma. Certo, serve uno che si assuma la responsabilità della guida, ma il motore deve partire. E il motore sono i giocatori“. Prosegue soffermando su questi ultimi: “La crescita della squadra è stata costante e l’hanno avvertita anche i giocatori, non solo io lo staff. E’ dovuta all’aver sposato un’idea di gioco e alla voglia di lavorare sodo. Con tempo mi sono reso conto che che questa squadra era cresciuta come convinzione e ho deciso di alzare l’asticella, ma non è accaduto molto tempo fa La solidità della difesa? Fa parte dell’idea di gioco che fin dal primo giorno ho cercato di trasmettere ai miei giocatori: voler fare la partita sempre e comunque tenendo noi la palla. Su questa idea abbiamo lavorato ed è cambiato anche il modo di difendere. Un modo che ha esaltato le caratteristiche dei giocatori che compongo il nostro reparto arretrato“, le parole riportate sul sito ufficiale del club torinese.