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Buon compleanno a… Luka Jovic

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Oggi è il compleanno di Luka Jovic, attaccante del Milan, che ieri è stato protagonista nel match contro la Salernitana

Oggi Luka Jovic compie 26 anni. Ieri ha salvato il Milan a Salerno dalla sconfitta. Eppure, nonostante l’ultimo acuto, si potrebbe tranquillamente sintetizzare lo spettro delle valutazioni intorno alla sua figura nella pagella che stilato La Gazzetta dello Sport in occasione dell’ultima gara giocata in Champions League dal Milan, quando a Newcastle è partito dalla panchina, situazione che gli capita spesso, a meno di infortuni di chi sta davanti nella gerarchia di Stefano Pioli: «Entra e pensi “mah, dura con due 9 con il Newcastle che riparte». Invece manda in porta Leao, entra nell’azione del vantaggio, ha un’occasione, difende palla alla grande. Beh…». Insomma, l’attaccante serbo vive sospeso tra il mah e il beh, per così dire. Che non sono grandi termini calcistici, ma che esprimono piuttosto bene due antitesi: da un lato tutta la diffidenza che ormai lo accompagna dopo avere deluso troppe volte, tanto da essere inserito nella lista che il Guerin Sportivo ha stilato per assegnare il «Calcio bidone», premio che va a evidenziare chi ha fatto peggio nell’annata; dall’altro, una forma di sorpresa, che in qualche maniera è un riconoscimento a un giocatore che la porta la vede, che sa accendersi a corrente alternata, che in fondo potrebbe ancora diventare prima o poi quel che ogni tanto ha fatto pensare di poter essere. Soprattutto cinque anni fa, quando ha ripagato la fiducia dell’Eintracht Francoforte con 27 gol in 28 partite. Tanto da indurre il Real Madrid – senza se e senza ma, in quest’occasione declinabile per l’appunto in senza ben e senza mah – a spendere 60 milioni di euro e l’aggiunta di qualche bonus per portarlo a casa. Fa pensare che tanta frequenza realizzativa non l’abbia più trovata. Anzi, l’unica stagione dove è riuscito a toccare la doppia cifra è stata la scorsa, alla Fiorentina, grazie al contributo offerto in Conference League. Dove, con rispetto parlando, l’occasione per offrire la versione migliore di se stessi è un po’ più facile. E, difatti, a Firenze, sono stati ben felici di lasciarlo andare al Milan.

La Fiorentina si interroga sul futuro di Jovic

Apparentemente, una promozione, visto appunto le competizioni continentali che i rossoneri hanno giocato o quelle che faranno in seguito. Un modo come per dire: adesso facci vedere di che pasta sei realmente fatto. Anche perché davanti c’è un certo Giroud che non ha nessuna intenzione di mettersi da parte e non c’è nulla di peggio, in nessun campo lavorativo, che trovarsi al cospetto di uno che in pensione non ci vuole andare, tanto meno per fare spazio a uno che deve dimostrare di meritare il posto.
Naturalmente, quella in rossonero è una vicenda ancora tutta da vivere e stilare giudizi dalle sembianze definitive può fare gioco per le classifiche di fine anno, non per la corretta interpretazione del rendimento di Jovic.

Jovic, flop al Milan: un milione per due tiri

Luka ha già avuto modo di suscitare forte perplessità in non pochi incontri del girone d’andata, spesso è sembrato un pesce fuor d’acqua, quasi catapultato per caso in una situazione a lui estranea, un po’ come quando l’hanno fatto esordire regalandogli un quarto d’ora in un derby già umiliante, dove non c’era niente da fare per raddrizzarlo. Poi, però, è anche riuscito a risultare decisivo, come in Milan-Frosinone, illuminato da un suo gol e da un assist per la rete di Tomori. Certo, i maligni potrebbero sostenere che è l’ennesima conferma di come lui sembri appartenere a quella categoria di bomber inclini a risultare forti con i deboli e anonimi contro i forti. Ma, intanto, si prenda per il verso giusto il fatto che di quel contributo il Diavolo avesse massimo bisogno, pertanto non c’è da svilirne il significato, sarebbe un errore.

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«Sono felice. I contatti sono esistiti per anni, un’estate di circa 3 anni fa, quando giocavo per il Real Madrid, ho avuto un contatto diretto con Maldini. Avevo espresso il desiderio di venire al Milan ma le cose sono andate diversamente». Sono state queste le sue parole il giorno della presentazione. Ha detto anche di avere aspettato il club, non badando ad altre opportunità. Se saprà non farsi attendere nei mesi che verranno, la storia di entrambi potrà cambiare, ce n’è ancora la possibilità.