In un Milan così forte Niang non meritava una chance? - Calcio News 24
Connettiti con noi

Calciomercato

In un Milan così forte Niang non meritava una chance?

Pubblicato

su

niang

Nel nuovo Milan dell’era cinese non sembra esserci posto per M’Baye Niang: giusto così?

Il Milan di Vincenzo Montella ha letteralmente abbattuto il Bayern Monaco di Carlo Ancelotti: il calcio estivo conta il giusto, onestamente poco, ma il risultato racconta – anche solo a livello di sensazioni se volete – il rinnovato spirito battagliero di un Diavolo ritrovato. Se così fosse, se gli effetti di questa roboante e tutt’altro che conclusa campagna acquisti si riverseranno sin da subito sulle prestazioni del Milan, ci ritroveremmo a dare il bentornato ai rossoneri ben prima di quanto oggi sia lecito ipotizzare. Un Milan che inizierà la sua stagione senza M’Baye Niang, protagonista nel 4-0 rifilato ai tedeschi: giusto non concedere una chance all’attaccante francese?

Le caratteristiche di Niang: adattabilità ideale al modulo di Montella

Se l’idea tattica è quella di partire dal 4-3-3 base ed eventualmente modificarlo in corso d’opera in base alle contingenze del momento, M’Baye Niang avrebbe un’identificabile collocazione tattica nel Milan di Montella. Attaccante esterno, rapido e di grande fisicità, falcata che fa la differenza in progressione, è perfettamente impiegabile sulla corsia destra dell’attacco rossonero o volendo – con caratteristiche differenti – su quella opposta. Ad un’analisi più strutturata si vede come al momento, all’organico rossonero, manchi un interprete con le sue peculiarità: Suso è esterno che si basa più sull’espressione del talento e su un’invidiabile tecnica di base, Borini è un jolly offensivo buono per tutte le stagioni ma che non vanta fisicità e rapidità del francese, il neo acquisto Calhanoglu – se impiegato da esterno nel tridente offensivo – andrebbe ad interpretare il ruolo – oltre ogni ragionevole dubbio – con altre caratteristiche. Palla sul piede, libero di inventare. Non certo rintracciabile in profondità. Analogo ragionamento per un eventuale impiego in tal senso di Bonaventura: come si evince dunque, salvo innesti prossimi tutt’altro che escludibili, al Milan un attaccante come Niang manca tuttora in organico.

Niang funzionale anche con attacco a due punte?

Diversi acquisti, operati e prossimi, di casa Milan lasciano però ipotizzare un probabile utilizzo di un attacco a due punte: che sia 4-3-1-2 o 3-4-1-2 in caso di ricorso alla difesa a tre, impianti tattici che ad esempio valorizzano al meglio gli approdi di Bonucci – che in carriera si è esaltato nelle vesti di leader assoluto di una linea a tre – e Calhanoglu, classico trequartista centrale di una squadra. Libero di cercarsi la migliore posizione in campo e di duettare con i centrocampisti, non rifilato su una delle due corsie, lì dove la velocità non risulta certo essere il suo punto di forza. Già operati e prossimi, si diceva: è storia nota come il Milan sia tuttora alla ricerca di attaccanti, addirittura due secondo i ben informati, con l’oramai prossimo arrivo di Kalinic dalla Fiorentina ed addirittura l’ipotesi di mettere le mani su uno tra Aubameyang e Belotti, per chiudere con il botto milionario una sessione leggendaria. Tutti attaccanti centrali: difficile pensare che ne venga impiegato appena uno. Non avrebbe senso, oggi, cercarne altri due, con un Carlos Bacca peraltro da smaltire. In questo quadro, M’Baye Niang potrebbe agevolmente ricoprire il ruolo della seconda punta: mobile e capace a svariare sull’intero fronte offensivo intorno al riferimento centrale, eccezionale – quando in sufficiente condizione atletica – nell’aggressione degli spazi.

Milan, ed allora perché no?

Eppure si va nella direzione opposta, con Niang in uscita dal Milan: come del resto lo era stato qualche mese fa, con il passaggio al Watford che poi non ha esercitato il diritto di riscatto sul suo cartellino. L’episodio del calcio di rigore battuto con leggerezza e non trasformato all’Olimpico sul campo della Roma, sommato a qualche atteggiamento non in linea con lo spirito di una squadra combattiva, indusse guida tecnica e vertici dirigenziali a scegliere la strada dell’addio. O comunque di un arrivederci. Il quesito dunque appare essere più caratteriale che tecnico: Niang avrebbe gli argomenti tecnici e fisici per spendere la sua candidatura in un Milan così rafforzato dalle recenti operazioni, calciatore peraltro nato nel dicembre del 1994 e dunque con una prospettiva tutta da vivere, ma non è riuscito a fugare i dubbi inerenti all’approccio motivazionale. Un punto interrogativo che si è via via rafforzato nelle incertezze della società rossonera, al punto da indurre il mondo Milan a cercargli una soluzione alternativa. Resta la sensazione di qualcosa di perso ed il dubbio su quel che poteva essere e non è stato.

https://www.youtube.com/watch?v=eNhIokJYwYI