Video capodanno Nainggolan: la goccia che ha fatto traboccare il vaso
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Nainggolan e la Roma: storia di un matrimonio finito male

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E’ terminata in un silenzio assordante l’avventura di Radja Nainggolan e la Roma: tra gol incredibili e ricordi dal gusto amaro

Tutto finito senza squilli di tromba. Senza abbracci e pacche sulle spalle. Il rapporto tormentato, sofferto, alla fine diventato addirittura teso tra la Roma e Nainggolan si è concluso con la delusione dei tifosi raccontata sui social e l’indifferenza di Trigoria. Il rinnovo fino al 2021 firmato appena 12 mesi fa faceva presumere una lunga permanenza del Ninja all’ombra del Colosseo, magari ereditando un giorno la fascia da capitano di Daniele De Rossi. Invece è stato sacrificato sull’altare del Fair Play Finanziario, mettendo a posto i conti della Roma una volta per tutte. La fine di un rapporto ormai divenuto colmo di tensione e nervosismo. Martedì Radja quando è andato a Trigoria per svuotare l’armadietto si è sfogato con il team manager De Sanctis, che è stato suo compagno di squadra, ma non ha salutato gli altri dirigenti.

Eppure i numeri parlano chiaro. 203 presenze in giallorosso, arricchite da 33 reti, 29 assist unite alle caratteristiche che mandavano su di giri il pubblico dell’Olimpico: ringhiare per 90 minuti sulla palla, senza mai tirare indietro la gamba con tantissima garra. Forse anche troppa, come testimoniano le 95 ammonizioni totali in carriera. E fossero solo questi gli eccessi di Nainggolan i tifosi della Roma se ne sarebbero fatti una ragione. Il belga, invece, è stato spesso pizzicato in atteggiamenti poco professionali fuori dal rettangolo di gioco.

La memoria corre ovviamente agli eccessi di Capodanno dove Nainggolan si è mostrato agli occhi del mondo intero ubriaco mentre fumava e ripeteva frasi poco ortodosse. Il pugno duro della Roma è stato inevitabile: 200mila euro di multa ed esclusione dal seguente match contro l’Atalanta, che avrebbe poi visto i giallorossi uscire sconfitti tra i fischi dell’Olimpico. Il punto più basso della banda Di Francesco nella scorsa stagione, con conseguente allontanamento definitivo del treno composto da Juventus e Napoli e, soprattutto, il punto più basso della lunga avventura di Nainggolan nella Capitale. Un’avventura arrivata ai titoli di coda tra l’indifferenza generale.