Paolillo sul FPF: «Sanzione Inter? Blanda» - Calcio News 24
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2015

Paolillo sul FPF: «Sanzione Inter? Blanda»

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L’ex d.g. dell’Inter sulla sanzione in arrivo dalla Uefa

Tiene banco in casa Inter il nodo relativo al Fair Play Finanziario: è attesa, infatti, la sentenza dalla Uefa, che potrebbe sanzionare dopodomani il club nerazzurro con una multa, oltre che con la limitazione della rosa da 25 a 21 elementi e con il mercato bilanciato perfettamente tra entrate e uscite. Potrebbe essere contenuta, cioè di circa 2-3 milioni di euro rispetto ai 5-10 attesi.

BILANCIO – E di questo, infatti, ha parlato Ernesto Paolillo, ex direttore generale nerazzurro e ora consulente Uefa: «Quando si stabilì nel Financial Fair Play, a suo tempo, che si sarebbero dovute dare delle sanzioni ai club, si è pensato ad applicarle inizialmente in maniera più blanda per abituare i club alle nuove regole. Non mi stupirei se nel caso dell’Inter, alla fine, le sanzioni fossero contenute», ha dichiarato Ernesto Paolillo a CalcioMarket su GazzettaTv. «Potrebbe fare comodo non solo all’Inter restare fuori dalle coppe, ma il problema verrebbe solo dilazionato. Quando si riqualificherà, la Uefa controllerà gli ultimi tre bilanci d’esercizio. Senza dimenticare che in Inghilterra e Germania le regole del Financial Fair Play sono già applicate a tutti, non solo a chi partecipa alle competizioni europee. E verrà seguita la stessa norma anche in Italia a partire dalla prossima stagione», ha poi aggiunto.

SCELTE – Paolillo ha parlato poi del post-Triplete: «Sono sempre stato convinto che sarebbe stato meglio cedere alcuni giocatori e non lo dico solo a posteriori. Già dopo la vittoria di Madrid qualche dichiarazione a caldo aveva dato credito a questa mia idea. Massimo Moratti però mi rispose: “Cosa direbbero i tifosi se l’anno prossimo non vincessimo proprio a causa delle cessioni?”. Una scelta coerente, essendo il primo tifoso del club».

IDEE – Infine, ha tracciato la strada per Paulo Dybala: «Per permettersi l’attaccante del Palermo, l’Inter deve scegliere chi sacrificare e vendere qualcuno. Non esistono altre strade per permettersi certi esborsi. Lo slogan rimane quello del pareggio di bilancio», e chiuso con l’idea della fusione con il Milan: «La mia provocazione amara partiva dal presupposto che i due club sarebbero finiti in mani straniere. Non seguiva la continuità della tradizione meneghina ed era un rischio. Si veda l’amore che Moratti ha avuto per il suo club nel corso degli anni. Milano, poi, non può reggere due stadi di proprietà. Se Barbara Berlusconi e il Milan lo costruiscono per primi fanno bene».