Buon compleanno a… Luka Romero
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Buon compleanno a… Luka Romero

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Oggi è il compleanno di Luka Romero, attaccante argentino del Milan: la storia del classe 2004 dei rossoneri

Oggi Luka Romero compie 19 anni. Esattamente un anno fa, quando ha tagliato il traguardo che consente di diventare maggiorenni, è stato ospite di Lazio Style Radio e ha rilasciato una lunga intervista prima di tornare a Maiorca dalla sua famiglia e festeggiare con il fratello gemello Tobias. In quel momento, il ragazzo argentino era un po’ per il personaggio del momento in casa biancoceleste avendo segnato pochi giorni prima la rete che aveva deciso Lazio-Monza. Un gol nato dalla sua intuizione nel leggere prima degli altri una respinta del portiere avversario. Normale, quindi, che le parole più sentite partissero da quell’episodio, per dirigersi poi verso l’ambientamento in Italia, dove era arrivato nel 2021.

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Con una fama di adolescente che aveva bruciato le tappe, essendo stato con i suoi 15 anni e 219 giorni il più giovane calciatore di sempre a giocare in Liga: «Quando ho fatto gol ho pensato alla mia famiglia, vedere lo stadio così è stata una grande emozione. Mio padre ha giocato fino a qualche anno fa, si è fermato quando io sono arrivato in Italia. Quando sono arrivato è stato difficile per la lingua ma la squadra mi ha accolto al meglio, mi sento bene come quando ero in Spagna. Molte volte arrivavo a casa dopo un allenamento ma andavo a correre perché avevo ancora fame, questo aspetto me lo ha trasmesso mio papà». Luka si era anche detto convinto che la strada fosse lunga per sentirsi realmente “qualcuno: «Non ho ancora fatto nulla nel calcio, piano piano sto giocando ed è importante ma resto tranquillo, provo a fare il mio meglio nei minuti che mi concede mister Sarri». E questo nonostante il Ct dell’Argentina Lionel Scaloni, non ancora campione del mondo, ne avesse seguito il percorso con attenzione e premiato la crescita, tanto da convocarlo in nazionale per conoscere i grandi con i quali – magari – un giorno non lontano avrebbe anche potuto condividere il campo: «Incontrare Messi è stato molto emozionante, lo avevo già visto e affrontato ma mi ero vergognato di farmi una foto con lui, rivederlo da compagno di squadra è stato speciale».
Maurizio Sarri, mister che non parla molto con i giocatori ma che su di loro esprime spesso valutazioni sulla tecnica e sulla personalità di una certa puntualità lo ha paragonato a Pedro, per lo stesso Romero «una leggenda». Ciononostante, la Lazio ha deciso che avere il presunto e ipotetico erede dello spagnolo in casa non fosse una condizione sufficiente per dare più consistenza temporale al rapporto.

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Il rinnovo e il prolungamento del contrasto non c’è stato, le condizioni non si sono create ed è così che pochi mesi fa, ad un certo punto, Luka ha salutato tutti: «Voglio ringraziare il club, i suoi tifosi che mi hanno sempre dimostrato stima e affetto e tutti coloro che mi hanno aiutato a crescere come professionista e come persona, sia dentro che fuori dal campo. Grazie Lazio, è stato un onore indossare questa maglia».

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Destinazione Milano, sponda rossonera, un’altra bella opportunità per trovare il modo per esprimere quel talento che tutti gli riconoscono. In attacco non è che ci sia tantissimo posto, ma al di là della naturale disponibilità a fare tutti i ruoli, un’idea su dove sarebbe la sua migliore collocazione Romero ce l’ha: «Dove mi mette il mister gioco. A me piace più dietro la punta, dove giocava l’anno scorso Brahim Diaz…».

Il meglio, per adesso, lo ha proposto d’estate, nell’amichevole che lo ha visto andare in rete contro il Real Madrid, utile per rinforzare la sua posizione e, soprattutto, le sue convinzioni: «Io voglio stare qui per la stagione, qui posso imparare tanto». Magari a gennaio cambierà idea e sceglierà una destinazione di provincia, come il compagno di Under 20 Soulé che a Frosinone ha trovato la dimensione per iniziare a esprimersi con continuità e su ottimi livelli. Oppure la probabile partecipazione di Chukwueze alla Coppa d’Africa genererà occasioni che al momento non si sono ancora viste. Qualsiasi sia l’evoluzione dei fatti – occhio anche alla corte della Liga – uno sguardo nella sua direzione va prestato, lo meritano i suoi 19 anni.