2014
Rossi fuori forma è comunque il più forte
Terzo appuntamento con Age of Tactics: si parla della discussa esclusione di Rossi.
NAZIONALE ROSSI PRANDELLI ITALIA INSIGNE – Sono sempre stato dell’idea che il valore di un calciatore vada al di là delle gesta sul campo. Un calciatore è forte se è forte in campo, certo, ma ha da esserlo anche nello spogliatoio, nella testa e nell’integrità fisica. Chiellini, per esempio, è il leader difensivo della più forte squadra d’Italia e non il difensore del Pergocrema soprattutto perché è un grande professionista e una colonna dello spogliatoio juventino. Paul Gascoigne invece era fortissimo in campo, ma più discutibile sotto altri punti di vista perciò è passato alla storia solo come uno dei tanti “genio e sregolatezza”, ma Roque Junior (per dire) ha vinto più trofei di lui. Seguendo questo ragionamento, Giuseppe Rossi non sarebbe poi così forte. Il suo talento è indiscutibile, la sua media di un goal ogni 99 minuti nello scorso campionato è un biglietto da visita sensazionale per uno che, teoricamente, sarebbe una seconda punta. Eppure, Rossi non è e forse non sarà mai né Totti né Del Piero, gli manca l’integrità fisica.
Infortunarsi ogni due mesi non è una cosa che dipende dalla volontà di Rossi, ma di certo ha un’influenza sulla sua squadra, sui suoi compagni e sul suo allenatore. Rossi non giocherà i Mondiali soprattutto (solo) per questo motivo: non ci si riesce a fidare delle sue condizioni atletiche. Il Rossi tornato dall’infortunio però, ha giocato quattro partite (amichevole di sabato compresa) e segnato due goal, uno in meno di quanti Insigne è riuscito a segnarne in otto mesi di campionato. Se anche si fosse infortunato dopo il match d’esordio o se anche fosse riuscito a giocare una sola partita al top, sarebbe comunque valsa la pena di convocarlo? Prima di rispondere, sfogliamo il nostro parco attaccanti. A sentire i telecronisti Rai e a leggere i giornali nazionali, la star dovrebbe essere Balotelli, attaccante che quest’anno ha segnato meno goal di Callejon e Paulinho e che a livello di squadra ha raggiunto un ottavo posto in campionato. Poi c’è il capocannoniere Immobile, che in nazionale maggiore ha fatto solo due presenze; quindi Cerci, che, come ha mostrato il rigore tirato in faccia a Rosati nell’ultima di campionato, non dà certo l’idea di essere l’uomo su cui poter contare nei momenti decisivi (e al Mondiale ce ne saranno diversi). Infine Cassano e appunto, Insigne, riserva del Napoli e autore di una stagione non certo da incorniciare. E a questo punto, mi viene da rispondere sì. È vero che Rossi non sarà in formissima (lui, su Twitter, pare sicuro del contrario), ma anche al netto di questo e dei suoi problemi con gli infortuni, resta quello che ha segnato 17 goal in 24 partite, che sa giocare il pallone, inserirsi negli spazi, calciare da fuori. Una prima punta atipica, l’unica forse, considerando che il pur prolifico Immobile ama partire da fuori, come del resto Balotelli.
Rossi non è Totti, nè Del Piero, ma è comunque il migliore attaccante italiano. E andava convocato.
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