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Streaming illegale, il calcio va in diretta Facebook

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Il calcio va in diretta Facebook: il successo dello streaming illegale e l’opportunità per lo streaming legale. TIM Cup, Primavera, calcio femminile: perché non sfruttarle? Facebook diventa broadcaster del calcio?

Lo streaming illegale è arrivato nella sua fase più matura. Con il web 2.0 vengono superati i tradizionali confini della pirateria online – ricordate Rojadirecta e le sue chiusure? – e le partite di calcio oggi vengono sempre più trasmesse direttamente sui social network, chiaramente in modo illegale, attraverso una delle recenti nuove funzioni implementate da Facebook. Vale a dire Facebook Live, ovvero la possibilità di creare dei video in diretta attraverso il noto social. I pirati del web non hanno perso tempo e hanno rivisto le proprie strategie di contrabbando per sbarcare direttamente attraverso i social, sfruttando un grande vuoto normativo e utilizzando le Dirette Facebook per veicolare contenuti video di cui non detengono i diritti per trasmetterli. I social sono il regno dell’immediato e la platea a cui rivolgersi è potenzialmente illimitata. E La pirateria, da sempre esistita sopratutto nel tema dei diritti tv legati alle partite di calcio, potrebbe aver trovato sotto questa nuova veste una viralità incontrollata e incontrollabile.

Basta aggiornare la vostra home di Facebook durante i week-end o nelle serate di Champions League per rendervi conto di come la questione sia seria. Un fenomeno in ascesa vertiginosa. Account usa-e-getta, che sfruttano le dirette Facebook per distribuire illegalmente gare di calcio della quale non si possiedono i diritti di trasmissione, riescono a raggiungere contatti e interazioni grazie alla potenza tecnica del mezzo e alla condivisione della diretta sui vari gruppi in cui si raccolgono i tifosi virtuali di mezza Serie A. Più di diecimila utenti connessi che guardano la partita in diretta, con tanto di telecronaca originale, fruendo dell’evento in modo volontario o del tutto casuale, poiché potrebbero trovarselo nella propria Home pronto all’utilizzo solo perché iscritti ad un gruppo di tifosi della propria squadra del cuore. A prescindere dalla semplicità con cui i ‘pirati’ trasmettono il segnale da chi detiene i diritti, è facile intuire il perché del successo dello streaming illegale nella sua versione 2.0. Una partita di calcio non è un film, dunque la qualità video vera e propria diventa meno importante rispetto a quella che è la freschezza del contenuto e i tifosi virtuali si accontentano di seguire la partita, magari non con la fluidità dell’HD, ma sempre e comunque ‘in diretta’.

E poi c’è la questione del vuoto normativo. In seguito al ban inflitto da Facebook a ‘Capitanes del Futbol’, uno tra i più conosciuti account che dall’Honduras diffondevano illegalmente queste dirette nel torbido mare dei social e che in occasione di Barça – Real del 3 dicembre raggiunse la cifra record di 4,6 milioni di visite all’intervallo, i media si sono accorti di quello che è a tutti gli effetti una vera e propria guerra nel solco dei diritti tv e delle logiche di fruizione sui social network. «Esiste un vuoto normativo legato ai social, poi, nella lotta alla pirateria, l’Italia è indietro anni luce rispetto a Francia, Inghilterra e Germania. E’ un problema serio» ha ammonito ultimamente Luigi Seccia, Chief Security Officer di Mediaset Premium. E allora, come si argina il fenomeno? In attesa di chiarimenti della Commissione Europea sul più ampio fenomeno dello streaming e sulla violazione delle leggi sul copyright per il consumatore che guarda materiale pirata in streaming, la secolare arma della proibizione è stata fin qui l’unica mossa portata avanti dai broadcaster televisivi (che pagano i diritti fior fior di milioni di euro) e da Facebook stessa. La chiusura qua e là di qualche profilo, però, non può essere la soluzione definitiva. E’ proprio la potenzialità della diretta ad essere difficilmente sanzionabile in real time: non c’è il tempo materiale di fare segnalazioni e così, quando arriva la sanzione, la diretta è già bella che finita e gli internauti ne hanno già usufruito. Insomma, urgono normative chiare e precise, che sopratutto facciano sì il paio con il tema dei diritti televisivi ma che siano contestualizzate e implementate anche alla luce di quelle che sono le nuove tematiche di comunicazione con le nuove tecnologie.

Eppure la ricetta per battere lo streaming illegale è chiara ed ha già funzionato in altri ambiti. L’unico modo per battere la pirateria è offrire un servizio migliore della pirateria stessa. La politica 0,99 cent di iTunes ha permesso di contrastare il ‘download a manetta’ degli Mp3. Con Netflix è diventata consuetudine pagare (poco) per godere in 4K di un catalogo infinito e personalizzato ad hoc per ogni utente. Ed è proprio tra le maglie di questo cambiamento culturale che si potrebbe e dovrebbe intervenire per trasformare una necessità in virtù. Gli esempi di streaming legale in tema di diritti calcistici sono innumerevoli: gli abbonati alle due principali emittenti televisive (Sky e Mediaset) hanno accesso anche alla versione ‘mobile’ con Sky Go e Premium Play, senza dimenticare NowTv (con 99 euro il pacchetto di tutte le partite della propria squadra) o Serie A TIM TV che mette in pay-per-view tre partite alla settimana (2 euro il prezzo medio di una singola gara). Chiaramente, però, non possono bastare questi esempi a frenare la famelica voglia di streaming dei pirati del web. E allora ci si sta organizzando. Prendete il caso dell’America: lo scorso settembre, per la modica cifra di 10 milioni di euro, Twitter ha acquisito i diritti per 10 gare del giovedì e ha trasmesso la prima gara di NFL live in streaming sul famoso social network, Buffalo Bills – New York Jets, in HD e con la possibilità di commentare in presa diretta. Importando dagli USA questa chance, La Liga spagnola ha stipulato con Facebook un accordo che potrebbe cambiare davvero tutto: ogni settimana, infatti, l’anticipo del venerdì del campionato spagnolo è trasmesso in diretta Facebook sull’account ufficiale de La Liga. Un successo assicurato. Che apre uno degli ultimi interrogativi della nostra analisi: e se le Dirette Facebook, e più in generale lo streaming ‘legale’, fossero utilizzati per coprire quei campionati che trovano meno spazio sui canali tradizionali? 

Tre esempi in ordine sparso: i primi turni eliminatori della TIM Cup (che proprio attraverso una revisione della formula ha permesso di trovare nuovo appeal negli ultimi anni), le partite del Campionato Primavera e il calcio femminile professionistico di Serie A. Ed è proprio qui che qualcosa si sta già muovendo. Magari non tutti ricorderanno che già nel 2011, la gara di Coppa Italia tra Cagliari – Siena venne trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Serie A TIM. O quella tra Genoa – Bari in diretta sul canale YouTube di La7. E perché, allora, non replicarlo? Sul tema del calcio femminile, invece, la Fiorentina sembra aver colto la palla al balzo e trasmette in diretta sul proprio account Facebook le partite di campionato della Fiorentina Women’s FC, squadra femminile della Viola. Anche il Campionato Primavera, spesso vero e proprio serbatoio di talenti del futuro, potrebbe essere tra i prodotti più adatti alla diffusione sul web delle gare in diretta (e in tanti lo stanno già facendo, come dimostra lo screen sottostante con il primo tempo di Roma – Novara Primavera in diretta su Facebook). Parallelamente, società come l’Udinese stanno utilizzando Facebook Live per lo streaming della partita di allenamento di metà settimana, mentre il Real Madrid in occasione del doppio incontro con il Napoli ha pubblicato dei contenuti video in diretta come marcia di avvicinamento al match (50mila utenti collegati in diretta per l’allenamento al San Paolo o per il tragitto del pullman dei blancos fino al Santiago Bernabeu).

Insomma, le opportunità sono tante. Per chiudere il discorso su dirette Facebook e streaming legale: chi potrebbe intervenire e chiarire la questione definitivamente – a detta degli ultimi rumors – sarebbe proprio Facebook. Stando alle ultime indiscrezioni circolate, infatti, il social di Menlo Park vuole diventare esso stesso un broadcaster (è di poche ore fa l’accordo con la MLS americana per trasmettere 20 partite del campionato su Facebook). Abbiamo visto che la chiusura di siti storici come Rojadirecta non abbiano fermato la pirateria online, trasferitasi sui social attraverso account che vengono chiusi di volta in volta, senza mai tappare del tutto la falla. Un problema serio, anche a livello economico, per Zuckerberg, visto che i video illegali in streaming rischiano di togliergli pubblicità, ergo ricavi. E così, la controffensiva potrebbe essere di quelle pesanti: sfruttare il nuovo trend dei contenuti video in streaming e ambire a diventare una vera e propria tv che punti sul fenomeno globale del gioco del calcio. Facebook come nuova tv del calcio. Quei 15 minuti di celebrità profetizzati nel ‘900 e poi diventati ’15 secondi’ con l’avvento dei social network, potrebbero avere una nuova durata. 90 minuti.