2014
Toni: «Calcio italiano messo male, punto su Albertini»
L’attaccante dell’Hellas Verona ha parlato anche della sua rinascita
HELLAS VERONA TONI – Non ne vuole sapere di lasciare il calcio Luca Toni, che all’età di 37 anni ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino: «Dopo che ho fatto 20 gol era difficile smettere. Ne ho parlato in famiglia, ho capito che al Verona mi volevano ancora. E mi diverto. Con i più giovani cerco di parlare, e cerco di essere un esempio. Divido la stanza con Donati. E ci sto bene. Con lui e con questo gruppo», ha dichiarato a “La Gazzetta dello Sport” l’attaccante dell’Hellas Verona.
IL CALCIO ITALIANO – Ma Toni ha espresso anche il suo amore per questo sport e parlato della crisi del calcio italiano: «Un gioco bellissimo. Vorrei che la politica e i giochi di potere restassero fuori. Chi governa deve aver giocato. Per questo Albertini mi piace. Mondiali? Ha meritato la Germania, la più forte: un progetto a lungo termine: stadi, settori giovanili. Ha vinto con l’Under, poi il Mondiale. Bravi a unire giovani ed esperti. E l’Italia? Ha fatto un brutto Mondiale. Peccato. Non si è seguito un percorso dopo l’Europeo. E c’era gente con poca esperienza internazionale. Eppure non era difficile andare avanti. Rischiamo che altri tornei ci superino. Il modello Bayern è servito alla Germania. Rummenigge mi diceva che 7 giocatori su 11 devono essere tedeschi. Le nostre big devono puntare sugli italiani. La A cala vistosamente. Dobbiamo darci una sveglia. Immobile? Milan o Inter potevano puntare su di lui».
IN VENETO – Toni ha parlato poi dell’affetto dei tifosi gialloblù, ma anche dell’addio di Juan Iturbe: «Che cosa c’è di speciale qui? L’entusiasmo e i tifosi. Vicini nei momenti difficili. Mi ricordano quelli viola. Scudetto? In Germania l’ho vinto. Qui mi è sfuggito alla Roma, colpa della gara con la Samp. Iturbe? Un affare per la Roma. Lui è diverso da Corini, magari ne scartava 4 o 5 e te la metteva lì, come Ribery. E poi Iturbe ha un pregio: salta l’uomo. Da noi ha fatto la differenza, ora tutto dipende da lui. Il rapporto con Mandorlini? Ottimo. Sincero. Ci diciamo le cose in faccia. Chi mi ha colpito? Obbadi sembra un buon giocatore, Valoti è un bell’acquisto. Mi piace Jankovic: vuole spaccare il mondo».
LA RINASCITA – Infine, il bomber ha riavvolto il nastro della sua carriera, parlando anche delle esperienze difficili, come le bocciature alla Fiorenzuola, al Genoa e alla Juventus: «Da quelle brutte esperienze ho trovato il modo per togliermi soddisfazioni. Dopo Dubai sono stato male, ma la voglia di giocare mi ha salvato».