Vialli, Suarez, Mazzone, Juliano: tutti quelli che nel 2023 ci hanno lasciato - Calcio News 24
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Vialli, Suarez, Mazzone, Juliano: tutti quelli che nel 2023 ci hanno lasciato

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Vialli, Suarez, Mazzone, Juliano: tutti quelli che ci hanno salutato nel 2023 e il cui ricordo rimarrà per sempre per gli appasionati

Un pezzo necessario, proposto da una penna raffinata qual è quella di Luigi Garlando, lo ha pubblicato oggi su La Gazzetta dello Sport, dedicato alle persone legate al calcio che ci hanno lasciato nel corso del 2023. Un elenco lungo, al quale l’autore regala una descrizione, un’immagine, un pensiero e che confondiamo con le nostre considerazioni. La premessa è d’obbligo: «Vivono nel ricordo e in ciò che ci hanno insegnato».

Ernesto Castano, l’uomo che alla Juve ha regalato 3 scudetti e altrettanti menischi. Gianluca Vialli, che «ci ha insegnato che anche il peggior nemico possibile, la morte, dev’essere trattato con rispetto». Carlo Tavecchio, che a dispetto di qualche battuta per la quale è stato molto discusso, ha avuto il merito di avere aiutato il movimento femminile agganciandolo ai grandi club. Vito Chimenti, famoso per la sua bicicletta. Ilario Castagner, l’allenatore del Perugia dei miracoli, imbattuto nel 1979. Sergio “Bobo” Gori, che ha vinto scudetti con Inter, Cagliari e Juventus. Italo Galbiati, la spalla di Fabio Capello. Silvio Berlusconi, che ha fatto epoca non solo nel calcio e che ha imposto una filosofia spettacolare al calcio. Vincenzo D’Amico, laziale doc, uno che avrebbe fatto innamorare lo stesso Berlusconi per come inventava calcio. Luisito Suarez, l’equivalente sul campo di “Luci a San Siro” dell’interista Roberto Vecchioni. Carlo Mazzone, che «ha insegnato ai colleghi a non temere l’ombra dei campioni che infatti l’adoravano (Baggio)». Giovanni Lodetti, che ha permesso a Rivera di curare la propria classe, tanto c’era lui che correva per due. Aldo Bet, «Difensore svezzato nell’Inter del Mago, vinse la stella nel Milan di Liedholm». Infine, Antonio Juliano, bandiera del Napoli al quale – e alla città adorante – da dirigente ha regalato nientemeno che l’arrivo di Diego Armando Maradona.