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Ora Izzo rischia deferimento e squalifica

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Il difensore accusato di essere stato tramite con esponenti della camorra

L’annata di Armando Izzo è cambiata in una settimana: dalla gioia per la convocazione di Antonio Conte per lo stage della Nazionale a Coverciano all’inserimento nel registro degli indagati con l’accusa di partecipazione esterna ad associazione mafiosa relativo alle indagini che hanno svelato un giro di scommesse su partite della stagione 2013/14 della Serie B. Le partite in questione, Avellino-Modena e Avellino-Reggina, però il difensore del Genoa nemmeno le ha giocate, ma sarebbe stato comunque il tramite tra i compagni di squadra e alcuni esponenti della camorra.

LE REAZIONI – Il Procuratore federale Stefano Palazzi si è già messo in contatto con la procura di Napoli per ottenere le carte dell’inchiesta e avviare a sua volta un procedimento: ora Izzo rischia un deferimento e una squalifica, anche se il suo coinvolgimento sembra marginale, tanto che non è stata chiesta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Questo terremo avrà conseguenze anche sul mercato, da cui a questo punto, come riporta l’edizione genovese de La Repubblica, esce automaticamente. L’avvocato Mattia Grassani si occuperà della difesa di Izzo in ambito sportivo e il Genoa, che non è coinvolto nell’inchiesta, è al suo fianco: «Mi dispiace per Armando, è un ragazzo solare, un bravo ragazzo. Siamo con lui, lo aiuteremo», ha dichiarato il presidente Enrico Preziosi, che ricorda quanto accaduto in passato con Criscito e Milanetto. Il primo presidente di Izzo, Antonio Piccolo, patron dell’Arci Scampia, è scioccato: «Non ci credo, non posso immaginare che tutto questo sia vero. L’ho scritto anche in un sms ad Armando: da questa storia uscirai pulito. Ci ha assalito un senso di profonda amarezza in queste ore. E pensare che pochi giorni fa Armando era a Coverciano per allenarsi con la Nazionale… Problemi con la camorra? Mai. Non ci interessa la fedina penale di chi iscrive i figli alla nostra scuola calcio, qui sono davvero tutti eguali. Certo, qualcuno ha deviato il proprio tragitto, però siamo orgogliosi di tanti ex ragazzi che continuano a venire qui, adesso che sono genitori, ad accompagnare i loro ragazzi», ha dichiarato a Il Mattino.

LE INDAGINI – Il mirino degli inquirenti si è concentrato nelle prime fasi sulla criminalità organizzata, ma le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno evidenziato tentativi di combine nel calcio. E’ così che finiscono nel mirino dieci persone, di cui 7 in carcere e 3 ai domiciliari. Insieme ad Armando Izzo (da non trascurare il legame con Salvatore Petriccione, uno dei fondatori di un clan camorristico Vanella Grassi, che però respinse il tentativo del nipote di affiliarsi) nel registro degli indagati sono finiti gli ex compagni Francesco Millesi, ora all’Acireale, e Maurizio Peccarisini, oltre all’ex calciatore Luca Pini. «Un giocatore dell’Avellino, e prima ancora della Triestina, Armando Izzo, è un nostro parente, essendo nipote di Salvatore Petriccione. Già quando militava nella Triestina, vi fu un primo abbozzo di combine», svela il pentito Antonio Accurso, come riportato da Il Secolo XIX.

GLI INCONTRI – Il primo incontro a marzo-aprile del 2014: «Si presentarono da noi Armando Izzo e un certo Pisacane. Io li stimolai per sapere se vi era la possibilità di combinare qualche partita dell’Avellino». Un altro incontro il 14 maggio 2014 alla trattoria La Casereccia di Casoria: «Pini fece venire anche Izzo sul posto, valutammo la quota della partita e mi chiesero quanto potevo dare in contanti per “compromettere” la partita successiva, Modena-Avellino, che si sarebbe giocata il 17 maggio 2014. Io offro 200mila euro, in base alla quota, che era alla pari; la sera successiva gli mando, tramite Pini, 150mila euro. Ci incontrammo di nuovo alla trattoria La Casereccia, mio fratello si era appena dato latitante per la condanna per l’omicidio Faiello. Eravamo io, Izzo, Millesi, Pini e Geremia. La partita successiva era Avellino-Reggina e Millesi si offrì subito, per 50mila euro, di intervenire con quelli della Reggina per garantire la vittoria dell’Avellino. Mandammo subito 50mila euro per il tramite di Pini e la domenica mattina Millesi mandò il solito sms a Pini che disse a Geremia che potevamo giocarci 1 fisso sulla vittoria dell’Avellino. Scommettemmo circa 400mila euro, la partita finì 3-0 per l’Avellino e guadagnammo 60 mila euro, anzi 110mila sulle scommesse da cui andavano dedotti i 50mila già dati a Millesi».