Non è un Mondiale per centravanti - Calcio News 24
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2014

Non è un Mondiale per centravanti

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Tante le punte che stanno facendo fatica in Brasile, rare le eccezioni

In questa prima parte del Mondiale si sono dette tante cose, in merito a cosa sta andando per il verso giusto e cosa sta accadendo di sorprendente. Qualcuno ha parlato di Mondiale “dei momenti”, qualcun altro si è affidato alla numerologia e ha parlato di Mondiale “dei numeri 10”. Ed è forse questo il dato che può allacciarsi con un altro elemento allarmante di questa Coppa del Mondo, ovvero l’incapacità dei centravanti, catalogabili per la maggior parte con il numero 9 sulle spalle, di incidere nelle prime quattro uscite in terra brasiliana. Fatte, ovviamente, le dovute e un po’ ritardatarie eccezioni.

 

SOTTOTONO – Inutile negare che ci si aspettava di più da una folta schiera di centravanti, in primis da quelli che rappresentano il centro gravitazionale dell’attacco delle due principali favorite, ovvero il Brasile padrone di casa e l’Argentina. Nel primo caso qualcuno potrebbe dire che si sta sparando sulla croce rossa, visto che i verdeoro hanno affidato il peso del reparto avanzato a Frederico Chaves Guedes, meglio noto come Fred, e a João Alves de Assis Silva, più comunemente detto Jo: entrambi passati dal Vecchio Continente e con risultati scadenti, per poi tornare in patria e continuare a raccogliere delusioni sul fronte dello score personale. Decisamente meglio fornita era l’Albiceleste, che si è presentata ai nastri di partenza con gente del calibro di Gonzalo Higuain, Sergio Aguero ed Ezequiel Lavezzi. Il genero del Pibe de Oro si è fatto male alla terza partita, mentre gli altri due, passato e presente del Napoli, stanno facendo una fatica dell’inferno per riuscire ad entrare nel tabellino dei marcatori: giusto per sciupare il minor numero di parole, se non la buttano dentro Messi e il suo fido scudiero Di Maria, per l’Argentina sono guai grossi. Quanto alle altre Nazionali che sono riuscite ad agguantare i quarti, non mancano i problemi alla voce “gol dai centravanti”: Jackson Martinez e Romelu Lukaku sono riusciti a sbloccarsi, rispettivamente alla terza partita e agli ottavi, ma finora rappresentano una delusione per squadre potenzialmente fenomenali come la super Colombia del capocannoniere James Rodriguez e i “diavoli rossi” del Belgio.

 

SOTTO UN TRENO – Ma se Martinez e Lukaku possono ancora dire la loro almeno per un’altra partita, ci sono bomber che non sono riusciti a dare il proprio apporto nella fase a gironi, partecipando al fallimento della propri a Nazionale. Edin Dzeko non è riuscito a ripetere con la Bosnia le ottime medie realizzative ottenute con la maglia del Manchester City, Samuel Eto’o si è dimostrato un corpo sempre più estraneo nel Camerun più scarso da Francia ’98 ad oggi, Didier Drogba non è riuscito a dare un apporto decisivo per evitare l’eliminazione della Costa d’Avorio per mano degli ellenici, mentre Mario Balotelli e Wayne Rooney sono lo specchio fedele dell’andamento pessimo di Italia e Inghilterra nel girone clamorosamente vinto dalla cenerentola Costa Rica. Ma la palma del peggiore, sia per la scelta fatta nei mesi scorsi che per l’andamento del suo Mondiale, non può che andare a Diego Costa. L’uomo che avrebbe sicuramente risolto i problemi del Brasile alla voce “centravanti”, e che ha invece preferito sposare la causa della Spagna, partecipando in prima persona al tracollo della banda-Del Bosque dopo mezzo decennio di soli trionfi. Forse ha speso troppo durante la stagione, forse ha sofferto per l’infortunio patito nel mese di maggio, ma il nuovo bomber del Chelsea ha tante cose da farsi perdonare nei confronti dei tifosi iberici.

 

A NOI VA BENE – Così, in una classifica dei cannonieri letteralmente dominata da chi i gol dovrebbe farli fare, come i vari James Rodriguez, Messi, Neymar e Robben, per fortuna troviamo alcuni giocatori che rappresentano al meglio la categoria dei goleador. In primis Thomas Muller, giocatore straordinario che si è portato la sua Germania sulle spalle in questo avvio di Mondiale, sia in fase realizzativa che nelle altre mansioni che un centravanti deve svolgere: sponde, aperture per gli esterni, collaborazione con i compagni di reparto e tanto lavoro oscuro spalle alla porta, oltre ai 4 gol che lo portano sul secondo gradino del podio dei goleador. Da non dimenticare due bomber di razza come Benzema e van Persie, a segno tre volte a testa e intenzionati a portarsi ancora sulle spalle la Francia e l’Olanda dopo essersi presi un turno “di riposo” agli ottavi, in cui non c’è stato bisogno dei loro gol per superare rispettivamente Nigeria e Messico. Anche dai loro piedi passano le speranze di portare il Mondiale nel Vecchio Continente a distanza di quattro anni, quando le vuvuzelas fecero da colonna sonora al trionfo della Spagna: squadra che, non a caso, ebbe in David Villa un bomber fortemente puntuale sottoporta.